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Venerdì, 26 Aprile 2024
Bruxelles

Cosa è successo in Europa nel 2021 in dieci notizie (al di là del Covid)

Dalla Brexit alla fine dell'era Merkel, ripercorriamo le tappe più importanti dell'anno che è appena terminato

Come il 2020 anche quest'anno è stato dominato dalla pandemia di coronavirus, che ha messo in secondo piano altri pur iportanti avvenimenti accaduti in Europa. Riassumiamo qui le dieci notizie più important del 2021 dell'Unione europea.

Brexit

L'anno dell'Ue inizia con un addio, quello del Regno Unito. Dal 1 gennaio 2021, il Paese britannico non è più parte del territorio doganale e fiscale dell'Unione europea. A regolare i rapporti commerciali tra le due sponde della Manica c'è un accordo provvisorio varato dopo faticosi negoziati a fine 2020. Ma restano ancora aperti dei nodi non di poco conto, dalla questione irlandese ai diritti di pesca. I 12 mesi del 2021 non sono bastati a risolverli. 

In Russia arrestato Navalny, il Parlamento Ue gli dà il Sacharov

Il 17 gennaio l'oppositore di Vladimir Putin, Alexei Navalny, viene arrestato all'aeroporto di Mosca al ritorno dalla sua convalescenza in Germania, dove era stato ricoverato dopo l'avvelenamento da agente nervino, avvelenamento del quale il dissidente russo accusa il presidente russo. A ottobre poi il Parlamento europeo lo ha insignito del Premio Sacharov per la libertà di pensiero, che è stato poi ritirato da sua figlia durante la sessione Plenaria di dicembre.

Via libera al Recovery Fund

A Febbraio il Consiglio e il Parlamento europeo hanno dato il via libera forale al cosiddetto Recovery Fund, il piano da 672,5 di miliardi di euro per traghettare l'Ue fuori dalla pandemia, dopo lunghe ed estenuanti trattative che si erano concluse con un accordo nel dicembre del 2020. All'Italia vengono assegnati ben 209 miliardi. Al governo Draghi il difficile compito di stilare il piano italiano su come spendere questi soldi, che riceverà a luglio il via libera di Bruxelles.

La crisi tra Ue e Bielorussia

Il 23 maggio un aereo Ryanair partito da Atene per Vilnius viene dirottato poco prima dell'arrivo da un jet dell'aviazione militare bielorussa, che lo costringe ad atterrare a Minsk per consentire l'arresto di Roman Protasevich, responsabile di un canale di informazioni dell'opposizione. La vicenda apre uno scontro precedenti tra Ue e Bielorussia che avrà pesanti strascichi. I leader dei Ventisette imporranno nuove sanzioni al Paese e una no-fly zone.

A novembre migliaia di migranti, di origine per lo più mediorientale, si ammassano al confine tra Bielorussia e Polonia e cercano di oltrepassare la barriera di filo spinato che separa il territorio dell'Unione dall'ultima dittatura del vecchio continente. Per il governo di Varsavia è "un attacco organizzato ai nostri confini". E anche Bruxelles e la Nato condividono la tesi di una crisi migratoria artificiale creata dal regime di Lukashenko come rappresaglia per le sanzioni, che però vengono intensificate ancora una volta. I primi segnali della strategia di Lukashenko già in estate.

I nubifragi mettono in ginocchio Belgio e Germania

A luglio violente precipitazioni investono il Nord Europa. La Germania è la nazione più colpita, in particolare i lander della Renania-Palatinato e del Nord Reno-Vestfalia, il cui governatore, Armin Laschet, candidato della Cdu alla cancelleria, viene colto a ridere durante una cerimonia in memoria delle vittime, aggravando un danno d'immagine già pesante. Interi villaggi vengono spazzati via e decine di persone perdono la vita. Situazione grave anche in Belgio, dove decine di migliaia di persone rimangono senza elettricità e si conteranno 42 morti. In Germania il bilancio definitivo sarà di 196 morti.

Il patto anti-Cina tra Usa, Australia e Uk, e lo "scippo" dei sottomarini francesi

A settembre Usa, Australia e Regno Unito siglano l'alleanza strategica 'Aukus' per combattere il potere della Cina. L'alleanza viene suggellata dalla cancellazione di una ricca commessa di sommergibili francesi che Canberra annulla a favore di un contratto per l'acquisto di sottomarini nucleari americani e britannici. Ira di Parigi, che richiama gli ambasciatori in Usa e Australia e accelera i piani per una difesa comune europea. La tradizionale architettura della Nato non è mai stata così in crisi.

La crisi energetica 

A settembre, in Europa scoppia il caro-bollette: i prezzi di luce e gas salgono in tutti i Paesi dell'Unione europea. In un primo momento, il dito viene puntato contro l'inaffidabilità delle fonti rinnovabili di energia, tema che si lega a doppio filo con le accuse mosse a Bruxelles di voler accelerare in modo eccessivo la transizione ecologica dell'economia Ue con la nuova strategia Fit for 55. Il nodo centrale è, però, il ruolo del gas naturale. Le forniture dalla Russia, rimaste stabili rispetto all'anno passato a fronte di un aumento della domanda, sono tra i fattori che spingono in alto i prezzi, insieme all'architettura dei mercati dell'energia e dell'Ets. Una parte dei Paesi dell'Unione, guidati dalla Francia, chiede di puntare sul nucleare per ridurre la dipendenza da Paesi terzi in attesa di sviluppare meglio eolico e fotovoltaico. Un'altra parte, guidata da Berlino, vuole salvare invece gli investimenti nel gas naturale, visto anche che il nuovo gasdotto Nord Stream 2 tra Russia e Germania è pronto a entrare in funzione (con gli Usa, Ucraina e alcuni Stati Ue a opporsi). Per entrambi i fronti la partita si gioca a Bruxelles: nel 2022, la Commissione dirà se nucleare e gas saranno inseriti tra le fonti necessarie per la transizione ecologica. E quindi non venire esclusi dai lauti finanziamenti del Green deal. 

La fine dell'era Merkel e l'inizio di quella di Scholz

La fine dell'era di Angela Merkel arriva con una pesante sconfitta alle elezioni parlamentari del 26 settembre in Germania, con i conservatori tedeschi che incassano il peggior risultato della loro storia, complice l'inadeguatezza del nuovo leader Armin Laschet. Il nuovo cancelliere sarà l'ex ministro delle Finanze e leader dei socialisti della Spd a Olaf Scholz, il cui partito si è reso protagonista di un'imprevedibile riscossa e formerà una coalizione con i Verdi e i liberali di Fdp. Il 4 dicembre il congresso dell'Spd approvera' la formazione di un governo 'semaforo'.

La tassa sulle multinazionali

A ottobre, al G20, i Paesi siglano un primo accordo, che verrà poi confermato in sede Ocse, per la creazione di una tassa minima sui profitti delle grandi multinazionali valida a livello globale. Secondo uno studio dell'Osservatorio fiscale europeo, l'aliquota al 15% sui profitti delle grandi imprese prevista dall'accordo varrebbe 2,7 miliardi di incassi aggiuntivi annui per l'Italia. Mentre l'intera Ue incasserebbe 48,3 miliardi all'anno.

L'ombra della Polexit

A ottobre una sentenza senza precedenti della Corte costituzionale di Varsavia fa scricchiolare l'appartenenza della Polonia all'Ue e apre la strada a quello che viene ritenuto il rischio di Polexit. I giudici supremi sanciscono la superiorità del diritto nazionale su quello comunitario, e in questo modo mettono in pericolo il corretto funzionamento dell'Unione e la recezione delle direttive comunitarie. È l'ennesimo scontro tra il Paese governato dal partito conservatore Diritto e Giustizia (Pis) e Bruxelles.

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