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Venerdì, 26 Aprile 2024
nuove sanzioni

Chi spinge per bloccare le importazioni di grano dalla Russia

Lettonia, Repubblica Ceca e Polonia chiedono misure restrittive per frenare il gigantesco export che arricchisce Putin. Anche in Italia sono arrivate tonnellate di cereali da Mosca

La decisione se bloccare o meno le importazioni di grano e di altri beni dell'agroalimentare dalla Russia sarà discussa nel corso del prossimo Consiglio europeo, programmato per il 20 e 21 marzo a Bruxelles. I leader degli Stati membri come consuetudine si riuniranno nella capitale europea e al centro del dibattito ci sarà la questione agricola, dopo le proteste degli ultimi mesi, che in alcuni Paesi come in Polonia non cessano di infiammare gli animi dei produttori agricoli. Secondo quanto annunciato da esponenti del governo, la Repubblica Ceca proporrà di aggiungere alla lista delle sanzioni nei confronti del Cremlino anche alcune materie prime del settore primario. La Lettonia ha già adottato divieti unilaterali, ma alcuni governi pensano sia necessario adottare una posizione comune a livello dell'Ue per colpire più duramente Vladimir Putin, fresco della recente rielezione come presidente russo

I Paesi che vogliono bloccare il grano russo

"Le materie prime russe o bielorusse non hanno posto in Europa.  Non vedo alcun motivo per cui il grano russo dovrebbe essere in Europa. Sono convinto che nessuno dovrebbe sostenere un aggressore comprandone il grano. Questo è ciò che sosterrò nell'Ue", ha dichiarato alla stampa il ministro dell'Agricoltura ceco Marek Výborný. "Faremo pressione affinché i cereali e i semi oleosi siano nella lista delle sanzioni e non vengano inviati in Europa", ha aggiunto.

La garanzia di un settore agricolo forte è diventata da mesi una delle priorità dei leader del blocco dei 27. Una posizione che ha spinto anche ad adottare una serie di profonde deroghe e modifiche alla Politica agricola comune dell'Ue, smantellando o comunque riducendo fortemente la connessione con il Green Deal. Dallo scoppio della guerra grandi quantità di grano provenienti sia dall'Ucraina che dalla Russia sono arrivate in Europa, facendo calare il suo prezzo per i produttori cerealicoli europei. Una situazione che ha destato gravi preoccupazioni e fatto scatenare veementi proteste, soprattutto nei Paesi che confinano con Kiev.  

Grano come arma di guerra

Se l'idea delle sanzioni non andasse in porto durante il vertice dei capi di governo, Výborný punta a ripresentare la proposta durante il prossimo consiglio Agricoltura e Pesca in programma il 26 marzo. In questi mesi Bruxelles aveva evitato di colpire i beni dell'agroalimentare provenienti dalla Russia nel timore di scatenare un aumento dei prezzi anche per i consumatori europei, nonché un effetto domino di tipo speculativo a livello globale. Putin in questi mesi ha sfruttato l'assenza di sanzioni per proporre i beni alimentari russi ai Paesi asiatici e africani, privi di rifornimenti dall'Ucraina a causa del blocco delle spedizioni sul Mar Nero. Tonnellate di grano a basso prezzo sono arrivate anche nei confini dell'Ue.

Veementi proteste in Polonia

Secondo il ministro dell'Agricoltura ceco non vi sarebbe alcun rischio di un aumento significativo dei prezzi  alimentari nel caso in cui venissero vietate le importazioni di cereali dalla Russia. "La Repubblica Ceca ha eccedenze per l'export. C'è stato un raccolto in eccesso in tutto il mondo", ha sostenuto Výborný. L'ipotesi ha già trovato spazio anche in seno al governo dell'Ue. "La Commissione Europea sta valutando la possibilità di introdurre restrizioni sulle importazioni di prodotti agricoli dalla Russia verso l'Unione Europea. Su questa base, la Commissione presenterà a breve una proposta", si legge una lettera stilata dalla presidente dell'esecutivo Ursula von der Leyen, in seguito ad un appello lanciato dal primo ministro polacco Donald Tusk. Su una linea analoga si è posizionato il commissario all'Agricoltura, Janusz Wojciechowski, anch'egli polacco. Varsavia è una delle capitali europee dove si sono svolte in maniera più veemente le manifestazioni dei trattori, infuriati per l'ingresso di materie prime a basso costo dai due Paesi in conflitto, in particolare dall'Ucraina. 


"La Russia esporterà oltre 50 milioni di tonnellate di grano. Quando un Paese ha un quarto di tutte le esportazioni di grano, la situazione può destabilizzare", ha dichiarato Wojciechowski ai giornalisti polacchi. Anche l'Italia è uno dei Paesi interessati dalla grande mole di esportazioni di grano dalla Russia, che viaggerebbe in molti casi su navi container che battono bandiera turca o del Kazakistan. La scorsa settimana nel corso della plenaria a Strasburgo l'ipotesi è stata ventilata anche dagli eurodeputati. La prima a muoversi in direzione del blocco è stata la Lettonia, che già il mese scorso ha introdotto un divieto commerciale unilaterale sulle importazioni agricole russe. I leader dell'Ue potrebbero avallare la decisione, rendendola comune, ma in questo caso l'unanimità potrebbe essere vanificata dal presidente ungherese Viktor Orban, sempre disponibile a tendere una mano al Cremlino.  

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