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Sabato, 27 Aprile 2024
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Aiuti all'Ucraina: Bruxelles ai ferri corti con Orbán

La revisione del budget Ue sarà l'occasione per l'ennesimo braccio di ferro tra il premier ungherese e i leader degli Stati membri, che hanno fretta di approvare un fondo da 50 miliardi per sostenere Kiev

Next, la newsletter di Europa Today che vi racconta cosa bolle in pentola nella settimana europea a venire, a cura di Francesco Bortoletto. 
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L’evento della prossima settimana a Bruxelles sarà la riunione straordinaria del Consiglio europeo, dove si discuterà di questioni importanti relative al bilancio Ue e al supporto dell’Ucraina. E in questo quadro sembra avvicinarsi sempre più la resa dei conti con il primo ministro ungherese Viktor Orbán – oppure il momento in cui gli altri Stati membri chiameranno definitivamente il suo bluff. 

In cima all’agenda

Questioni di budget – Giovedì 1 febbraio i capi di Stato o di governo dei Ventisette si riuniranno a Bruxelles per un Consiglio europeo straordinario dove il piatto principale sarà la revisione intermedia del bilancio comunitario per il periodo 2021-2027. Una volta trovato l’accordo politico, l’adozione definitiva dovrà avvenire a livello ministeriale in sede di Consiglio. Il budget settennale (Quadro finanziario pluriennale, Qfp) va rimpinguato perché tra crisi pandemica, aumenti record dell’inflazione e guerra in Ucraina servono nuove risorse oltre a quelle che si era deciso di stanziare nel lontano dicembre del 2020, quando era anche stato approvato il famigerato meccanismo di condizionalità che lega l’esborso dei fondi Ue al rispetto dello Stato di diritto. 

Il fondo per l’Ucraina – Dei 64,6 miliardi che la Commissione vorrebbe aggiungere al bilancio Ue, la parte del leone la farà un fondo ad hoc per sostenere Kiev, che dovrebbe valere da solo ben 50 miliardi: 17 di sovvenzioni a fondo perduto e 33 di prestiti. Tecnicamente, questi soldi dovrebbero servire soprattutto per la ricostruzione e la modernizzazione dell’ex-repubblica sovietica nell’ottica dell’adesione all’Ue, e andrà modulato in varie tranches che verranno sbloccate in base ai progressi lungo la roadmap stabilita dallo stesso governo ucraino, ma pare che Bruxelles voglia mantenere una certa flessibilità su come usare queste risorse.

L’ostruzionismo di Budapest – Ma il vero problema, ancora una volta, ha il nome e il cognome del premier ungherese Viktor Orbán. Al summit di dicembre, il leader magiaro aveva posto il veto sull’approvazione di questo fondo da 50 miliardi, sostenendo che non fosse il caso di prenderli dal bilancio comunitario. Più recentemente, avrebbe ammorbidito la sua (op)posizione, segnalando che va bene sostenere Kiev con i soldi del Qfp, ma valutando il contributo europeo di anno in anno e approvandolo all’unanimità. Tradotto: dando a Budapest l’opportunità di far saltare il banco ogni 12 mesi, oppure di ottenere sempre nuove concessioni da Bruxelles. Concessioni come quei 10,2 miliardi di fondi Ue congelati proprio per le continue violazioni dello Stato di diritto e sbloccati a dicembre in cambio del mancato veto ungherese sull’avvio dei negoziati di adesione dell’Ucraina al blocco. 

Opzione nucleare? – Ma, stando alle voci nei corridoi di Bruxelles, le alte sfere europee stanno iniziando a perdere la pazienza con l’uomo forte di Budapest. La proposta di dilazionare gli aiuti su più anni non ha alcuna chance di realizzarsi, e gli Stati membri sembrano sul punto di prendere misure decisamente più drastiche nei confronti di Orbán, come la cosiddetta "opzione nucleare". Si tratta delle sanzioni previste dall’articolo 7 del trattato Ue, che possono portare alla privazione dei diritti di voto in seno al Consiglio ad un Paese membro che si trovi in "violazione grave e persistente" dei valori fondamentali dell’Unione. 

Showdown – Insomma, se i tentativi di mediazione dietro le quinte (sia da parte della Commissione che di altri Stati membri, come la Francia) non dovessero portare ad un compromesso accettabile e Orbán dovesse continuare con quello che per molti è ormai solo un rischioso bluff (cioè la richiesta di sbloccare i fondi comunitari ancora congelati in cambio del voto favorevole dell’Ungheria), potremmo essere ad un passo dal redde rationem tra Budapest e le altre cancellerie europee, che si starebbero anch’esse spazientendo. Nel frattempo, l’Europarlamento ha minacciato la Commissione di portarla davanti alla Corte di giustizia dell’Ue per quei 10 miliardi sborsati a Orbán. 

Le altre linee di bilancio – Gli altri 14,6 miliardi da iniettare nel Qfp sono suddivisi in cinque capitoli di spesa, il più grosso dei quali (7,6 miliardi) è destinato alla dimensione esterna, dalle politiche di vicinato a quelle nel resto del mondo, mentre 2 miliardi andranno per migrazione e gestione delle frontiere. C’è poi la piattaforma per le tecnologie strategiche per l’Europa (Step), che dovrebbe servire a rendere l’Ue più competitiva nel settore delle tecnologie critiche (digitale, deep tech, biotecnologie e tecnologie pulite), cruciali nelle transizioni verde e digitale e per garantire la tanto declamata "autonomia strategica europea". I fondi Step in questa fase dovrebbero ammontare a 1,5 miliardi da destinare al Fondo europeo per la difesa. Altri 2 miliardi dovrebbero finire nello strumento di flessibilità, per compensare l’aumento dei tassi di interesse su Recovery fund, fondi di coesione e altri investimenti. Infine dovrebbero essere stanziati altri 1,5 miliardi per la "riserva di solidarietà" e gli aiuti d’emergenza. 

Altri temi caldi

Verso un negoziato? – Stando alla stampa internazionale, si starebbero incontrando in queste ore a Parigi dei rappresentanti della Cia, del Qatar, dell’Egitto e di Israele per tentare di negoziare una pausa temporanea alla guerra di Gaza. Le indiscrezioni che circolano sui giornali di mezzo mondo parlano di un cessate il fuoco di due mesi che Tel Aviv concederebbe ai palestinesi in cambio della liberazione di tutti gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e degli altri gruppi nella Striscia. 

Affari esteri – Venerdì 2 e sabato 3 febbraio si terrà una riunione informale del Consiglio Affari esteri a Bruxelles, ma non ci sono anticipazioni disponibili sui temi che verranno affrontati dai ministri. È evidente tuttavia che i temi più caldi all’ordine del giorno saranno le due guerre in corso, quella in Ucraina e quella nel Medio Oriente. Eventuali progressi negoziali registrati a Parigi dalla diplomazia internazionale costituirebbero con ogni evidenza un elemento cruciale. 

Acque reflue urbane – Lunedì 29 gennaio potrebbe arrivare l’accordo provvisorio tra i negoziatori di Eurocamera e Consiglio sulla revisione della direttiva in materia di acque reflue urbane. Gli Stati membri chiedono maggiore flessibilità per implementare le nuove regole proposte dalla Commissione, con una finestra temporale allungata dal 2030 al 2035, e un aumento più contenuto della platea dei centri urbani cui applicarle, cioè tutti quelli a partire da 1250 abitanti equivalenti e non da 1000 come proposto da Bruxelles (oggi la direttiva si applica a tutti i centri con almeno 2000 abitanti equivalenti). 

Diritto alla riparazione – Giovedì 1 febbraio, invece, dovrebbe essere la volta del pacchetto sul diritto alla riparazione dei prodotti, il cui obiettivo è quello di incentivare l’economia circolare e di ridurre al contempo gli sprechi. Le nuove norme prevedono obblighi per i fornitori di garantire la riparabilità di qualunque dispositivo, sia per quanto riguarda la disponibilità dei pezzi di ricambio che l’accessibilità economica delle operazioni di riparazione. 

Parlamento

Agenzia antiriciclaggio – Martedì 30 gennaio ci sarà un’audizione pubblica organizzata congiuntamente dall’Eurocamera e dal Consiglio dove verranno esaminate le candidature delle nove città che si sono proposte per ospitare la sede della nuova Autorità antiriciclaggio e di contrasto al finanziamento del terrorismo (Amla). In lizza Roma, Bruxelles, Parigi, Madrid, Dublino, Vienna, Francoforte, Riga e Vilnius. 

Lotta alla pedopornografia – La commissione Libertà civili voterà mercoledì 31 per consentire una deroga temporanea alle norme in materia di e-privacy, che consentono alle aziende di individuare (su base volontaria) il materiale pedopornografico e di rimuoverlo. Le attuali deroghe scadranno il prossimo agosto, e gli eurodeputati ritengono improbabile che verranno approvate nuove norme permanenti entro tale data.

Presidenza belga – Continua la presentazione da parte dei ministri competenti del programma della presidenza belga dell’Ue nelle commissioni dell’Europarlamento. Questa settimana toccherà ad Affari interni, Migrazione, Salute e Sicurezza alimentare. 

Consiglio Ue

Affari generali – Lunedì 29 gennaio la presidenza belga presenterà al Consiglio Affari generali le proprie priorità in materia di difesa della democrazia e dello Stato di diritto, dell’allargamento dell’Unione e delle riforme istituzionali per far funzionare un blocco a 30 o più Stati membri. Dopo la sessione del Consiglio, ci sarà una conferenza intergovernativa con i rappresentanti del Montenegro, che sta continuando i negoziati di accessione. 

Difesa della democrazia – Il pacchetto con questo nome, presentato dalla Commissione lo scorso dicembre, prevede tra le altre cose delle norme più stringenti sulla rappresentanza degli interessi economici per conto di Paesi terzi, per evitare nuovi casi come il Qatargate, inclusa la redazione di registri nazionali di trasparenza. Il Consiglio rivedrà i progressi sul piano d’azione europeo per la democrazia, lanciato nel 2020, nonché le misure volte a incoraggiare e proteggere la partecipazione democratica alle europee del prossimo giugno. 

Consiglio Difesa – Martedì 30 e mercoledì 31 i ministri della Difesa degli Stati membri si riuniranno a Bruxelles per un incontro informale, dove dovrebbero discutere delle minacce più urgenti alla sicurezza europea, su tutte le guerre in Ucraina e Medio Oriente ma anche le sfide legate alla guerra ibrida e alla disinformazione in un anno elettorale scottante come il 2024. Sul tavolo dovrebbe anche esserci una discussione riguardo a progetti di difesa comune nell’ambito della politica comune di sicurezza e difesa, in preparazione della riunione congiunta dei consigli Affari esteri e Difesa in calendario per il 28 maggio. 

Commissione

Piano Mattei – Lunedì 29 gennaio la presidente della Commissione Ursula von der Leyen sarà a Roma per partecipare al vertice internazionale organizzato da Palazzo Chigi sulla cooperazione tra Italia e continente africano, dove la premier Giorgia Meloni dovrebbe esporre il suo "piano Mattei", largamente anticipato nei mesi scorsi. All’incontro sarà presente anche la presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola.  

Lotta al cancro – Mercoledì 31 gennaio il commissario per la Promozione dello stile di vita europeo (qualunque cosa voglia dire questo titolo) Margaritis Schinas presenterà il pacchetto legislativo in materia di prevenzione del cancro, che dovrebbe includere una revisione delle norme relative agli spazi in cui vige il divieto di fumare e una raccomandazione al Consiglio nell’ambito dei tumori che è possibile prevenire tramite vaccino. 

Prodi a Bruxelles – Giovedì 1 febbraio l’ex-primo ministro italiano Romano Prodi sarà ricevuto dal commissario all’Occupazione, gli affari sociali e l’integrazione Nicolas Schmit. Schmit è stato da poco designato dal partito dei Socialisti europei come loro candidato di punta per la guida della Commissione alle prossime elezioni europee di giugno. 

Cinque articoli della settimana appena conclusa

Europa invasa dai trattori: perché gli agricoltori scendono in piazza. Hanno invaso le strade in Francia, Germania, Polonia e Romania contro tagli ai sussidi e l'import di alimenti dall'Ucraina. L'estrema destra soffia sul malcontento rurale. 

La svolta a destra dell'Europa: in testa in 9 Paesi. E Meloni è seconda solo a Le Pen. Secondo un sondaggio, il centrodestra con Orbán potrebbe avere la maggioranza del Parlamento Ue dopo le elezioni di giugno. Ma una coalizione di questo tipo resta ancora un miraggio. 

Perché l'Europa non è pronta a combattere Putin da sola. Il ritorno di Trump alla Casa Bianca potrebbe essere disastroso per l'Ue. Che non è attrezzata per difendersi da un'eventuale aggressione russa nell'immediato futuro. 

Primo via libera ai "nuovi ogm": cosa può cambiare per il nostro cibo. La commissione Ambiente del Parlamento europeo ha approvato la relazione della destra sulle nuove tecniche genomiche. Festeggiano gli agricoltori italiani, ma possono esserci rischi per la salute. 

I porti della droga: il 70% dei sequestri in Europa avviene nei container. Al via l'Alleanza degli scali portuali dell'Ue. Fari puntati anche su Gioia Tauro. 

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