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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Servono più vaccini e Merkel vuole produrre anche lo Sputnik della Russia di Putin

La cancelliera apre alle dosi sviluppate dai laboratori di Mosca, ma promette di aspettare il parere dell'Ema. Finora l'Ue non ha preso sul serio l'opzione russa, anche per via della gestione opaca della pandemia

La partenza a rilento nella campagna di vaccinazione in Europa continua a mettere pressione sul Governo tedesco, da settimane alla ricerca di soluzioni alternative e più rapide rispetto alle forniture Ue di dosi. E così, durante il colloquio di ieri tra la cancelliera Angela Merkel e il presidente russo Vladimir Putin, dalla Germania è arrivato un segnale di disponibilità a produrre il vaccino Sputnik V sviluppato dal Centro nazionale di ricerca epidemiologica e microbiologica Gamaleja di Mosca. La cancelliera si sarebbe detta “aperta all’idea” di mettere a disposizione l’industria tedesca per aumentare i volumi di produzione delle dosi russe. Ma la portavoce di Merkel, Ulrike Demmer, ha poi precisato che il via libera di Berlino arriverà solo dopo l’approvazione dell’Ema, l’Agenzia europea per i medicinali. 

La diffidenza Ue nei confronti della Russia

L’apertura di Berlino al vaccino made in Russia potrebbe rappresentare una clamorosa inversione a U della politica vaccinale europea, che finora ha snobbato le fiale immunizzanti dei laboratori di Mosca. L’Ema ha ribadito più volte di non aver ancora ricevuto alcuna domanda di approvazione del siero, ma non ha mai chiuso alla possibilità di esame come fatto con le altre case farmaceutiche. Lo scetticismo per il vaccino di Mosca è probabilmente il risultato anche della gestione poco trasparente della crisi pandemica in Russia, dove il Governo ha diffuso dati ufficiali sulle vittime del Covid-19 particolarmente bassi salvo poi triplicare la stima nelle ultime settimane alla luce dei numeri sulle morti in eccesso che non combaciavano con quanto affermato dalle autorità sanitarie. 

Il precedente dell'Ungheria

Un altro leader Ue che per settimane ha rincorso il sogno di una vaccinazione rapida e anticipata grazie alle dosi russe è il primo ministro ungherese Viktor Orban. Il magiaro ha fatto anche spedire a Budapest una tranche da seimila dosi, ma poi ha fatto sapere di essersi messo in contatto con Pechino per ottenere quello che lui definisce “il più promettente” vaccino made in China. “Sappiamo che il vaccino russo è efficace, ma non ce n’è abbastanza perché ci sono limiti alla capacità di produzione”, ha ammesso Orban pochi giorni fa. Resta ora da vedere se l’apertura di Berlino alla produzione dello Sputnik su larga scala convincerà l’Europa a prendere sul serio l’opzione russa.

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