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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"Nessun'altra donna deve morire", Strasburgo contro il bando dell'aborto in Polonia

La condanna del Parlamento Ue arriva dopo il decesso di una trentenne, prima vittima della stringente legislazione di Varsavia. Ma Lega e FdI votano contro

Dopo il decesso di una trentenne, considerata la prima vittima della recente stretta sull'aborto in Polonia, il Parlamento europeo ha deciso di condannare Varsavia con una risoluzione nella quale chiede al governo di garantire che "non una donna in più" debba perdere la vita a causa di una legislazione che vita l'interruzione di gravidanza. Il testo, che richiama lo slogan delle manifestazioni che si sono svolte in Polonia dopo la morte della giovane Izabela Sajbor, a cui i medici avevano negato l'interruzione di gravidanza, è stato approvato con 373 voti favorevoli, 124 contrari e 55 astensioni, ma contro la proposta si sonos chierati Lega e Fratelli d’Italia.

I deputati ribadiscono la loro ferma condanna per la sentenza pronunciata dal Tribunale costituzionale che vieta l’interruzione di gravidanza in tutte le circostanze, anche in caso di malformazione del feto, e che ha portato alla stretta. Le uniche eccezioni consentite sono nell'eventualità di estremo di pericolo di vita per la madre o se la donna è incinta a causa di uno stupro o di un incesto. I parlamentari invitano il governo polacco a garantire rapidamente e pienamente l'accesso a servizi di aborto sicuri, legali e gratuiti per tutte le donne. A causa di questa legislazione fortemente restrittiva sempre più donne sono spinte a ricorrere forme all’aborto non sicuro, a recarsi all'estero per abortire o a portare a termine la gravidanza contro la loro volontà, anche in caso di malformazione grave o mortale del feto.

Negli ultimi 10 mesi, solo 300 donne polacche hanno avuto accesso ai servizi per l’aborto negli ospedali nazionali a causa di una minaccia per la vita e la salute. Nell'ultimo anno, Aborto senza frontiere ha aiutato 34mila donne provenienti dalla Polonia ad accedere all’interruzione di gravidanza, un numero che rappresenta solo una frazione del totale di coloro che necessitano di sostegno per accedere a questo servizio. Per questo i deputati hanno invitato i Paesi Ue a cooperare più efficacemente per facilitare l'accesso transfrontaliero ai servizi abortivi, ad esempio garantendo alle donne polacche l'accesso a un aborto gratuito e sicuro in altri sistemi sanitari nazionali, cosa che sta già facendo il Belgio.

A essere particolarmente divisivo è stato un emendamento proposto dal gruppo parlamentare La Sinistra che richiedeva a tutti i Paesi membri di garantire alle donne polacche “l'accesso a un aborto gratuito e sicuro nell'ambito dei sistemi sanitari nazionali”. L’ala destra del Parlamento si è espressa in blocco in favore del no, ma con 319 voti a favore l’emendamento è stato approvato. Tutti gli eurodeputati di Lega, Fratelli d’Italia e Forza Italia sono stati contrari. “La destra italiana ha anteposto ancora una volta i suoi freddi e cinici interessi”, ha detto l’eurodeputata Rosa D’Amato, ex Cinque Stelle ora nei Verdi. La parlamentare ha poi accusato Matteo Salvini e Giorgia Meloni di star facendo di tutto pur di ingraziarsi il partito polacco Diritto e Giustizia, al governo a Varsavia, che starebbe riportando “le lancette dell’orologio indietro di mezzo secolo”, e li accusa di aver calpestato “la memoria di una ragazza di 30 anni, morta di shock settico perché i suoi medici non hanno eseguito un aborto salvavita”.

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