L’avvocata polacca Jolanta Budzowska ne è convinta: una donna incinta deceduta in ospedale per via delle complicazioni legate alla gravidanza sarebbe la prima vittima della legga anti-aborto in vigore in Polonia da alcuni mesi. Le autorità non hanno reso note le generalità della donna. Ma a quanto riporta l’agenzia di stampa Associated Press, è stata ricoverata in ospedale perché il suo feto era privo di liquido amniotico. Anziché procedere con un aborto per salvare la donna, i medici avrebbero aspettato che il feto morisse, è la tesi dell’avvocata specializzata in negligenze da parte dei medici. Poi la madre è morta.

Dopo che la notizia è circolata sui media, alcune persone hanno acceso delle candele davanti al Tribunale costituzionale di Varsavia. Si tratta della corte che lo scorso anno ha emesso una sentenza che ha inasprito quella che già era considerata una delle leggi sull'aborto più restrittive d’Europa. Alcuni dei manifestanti, riporta Euronews, indossavano un costume rosso come le protagoniste della serie The Handmaid's Tale, ispirata al romanzo Il racconto dell’ancella, ambientata in un regime totalitario che sottomette le donne per asservirle alla sola funzione riproduttiva.

I gruppi del mondo cattolico e conservatore hanno invece invitato tutti alla calma, in attesa che le indagini facciano chiarezza sul decesso della donna. Stando alle regole, la paziente avrebbe avuto diritto di interrompere la gravidanza se la sua vita fosse stata in pericolo. Resta dunque da chiarire se si sia trattato di un caso di malasanità dovuto a una sottovalutazione del rischio o se al contrario i medici abbiano agito perché intimoriti dalla legge polacca o forse addirittura perché convinti che l’aborto non fosse giustificato.