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Sabato, 27 Aprile 2024
Doppia tegola

Smog e fogne, ora l'Italia rischia la stangata Ue

Bruxelles deferisce Roma alla Corte per il superamento dei valori di Pm10 nell'aria e minaccia una nuova sanzione sulle acque reflue urbane. Per le quali abbiamo pagato già 120 milioni di euro in multe

L'Italia rischia di pagare caro i suoi ritardi nel contrastare la cappa di smog che attanaglia soprattutto la Pianura padana e nell'adeguamento dei sistemi fognari in tutto il Paese. La Commissione europea ha bocciato le contromisure prese finora dal governo sull'inquinamento dell'aria e delle acque reflue urbane, e ha deciso di portare al livello successivo le procedure d'infrazione aperte su questi due fronti. Nel caso delle acque reflue, Bruxelles ha deferito Roma alla Corte di giustizia europea, stadio propedeutico alla fase finale, quello delle sanzioni. Sullo smog, la minaccia esplicita della Commissione è di comminare una pesante multa se l'Italia non si adeguerà alle norme Ue entro i prossimi due mesi.

Smog e sanzioni

Del resto, l'infrazione relativa alla qualità dell'aria risale al 2014. Il nostro Paese ha avuto tutto il tempo per prendere delle misure volte a ridurre l'inquinamento, ma i passi fatti sono stati considerati insufficienti e nel 2020 la Corte di giustizia ha condannato l'Italia a prendere provvedimenti più efficaci. Dopo quasi quattro anni, la Commissione europea, si legge in una nota, ha constatato "la persistente mancata esecuzione" di tale sentenza. "La direttiva sulla qualità dell'aria ambiente - spiega Bruxelles - obbliga gli Stati membri a mantenere al di sotto di determinati livelli le concentrazioni di inquinanti specifici nell'aria, come il particolato PM10". In Italia, "nel 2022 si registravano ancora superamenti dei valori limite giornalieri in 24 zone di qualità dell'aria, mentre una zona segnalava superamenti dei valori limite annuali". Da qui la decisione di portare avanti la procedura: ora il governo avrà due mesi "per rispondere e rimediare alle carenze segnalate dalla Commissione". Se la risposta non sarà "soddisfacente", Bruxelles chiederà alla Corte di stabilire una sanzione pecuniaria.

Si tratta della seconda procedura contro l'Italia per lo smog. Nel 2022, era arrivata un'altra condanna della Corte Ue per il mancato rispetto dei limiti di biossido di azoto. Secondo l'ultimo rapporto dell'Agenzia europea dell'ambiente (Aea), l'Italia è in assoluto il Paese in Europa in cui lo smog fa più morti, circa 63mila ogni anno.

I 900 sistemi fognari non a norma

Sugli scarichi fognari la situazione non va meglio: a oggi, sono quattro le procedure aperte dall'Ue per altrettante violazioni delle norme sul trattamento delle acque reflue urbane. Tali violazioni sono costate finora ai contribuenti italiani oltre 120 milioni di euro in multe. Una cifra destinata a crescere: la Commissione europea ha deciso infatti di deferirci alla Corte di giustizia su un caso che ancora non ha portato a sanzioni, quello che riguarda, a oggi, ben 179 agglomerati urbani.

"Nel caso di 36 agglomerati l'Italia deve tuttora garantire la disponibilità di sistemi di raccolta delle acque reflue (o sistemi individuali o altri sistemi adeguati, in casi giustificati)", scrive in una nota la Commissione. "In 130 agglomerati, l'Italia continua a non trattare correttamente le acque reflue raccolte. Per gli agglomerati che scaricano acque reflue in aree sensibili è necessario un trattamento più rigoroso di tali acque. In 12 agglomerati italiani questo obbligo non è ancora rispettato. Infine, in 165 agglomerati l'Italia non garantisce che gli scarichi idrici soddisfino nel tempo le condizioni di qualità richieste", conclude Bruxelles. Che ricorda: "Le acque reflue non trattate possono comportare rischi per la salute umana e inquinano i laghi, i fiumi, il terreno e le acque costiere e sotterranee". Tali rischi, considerate tutte le infrazioni aperte dalla Commissione sui sistemi fognari italiani, riguardano gli abitanti di ben 900 agglomerati urbani in tutto il Paese.

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