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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Anche la Germania fa mea culpa sull'Africa: 1 miliardo alla Namibia per il genocidio di 75mila persone

Dopo l'ammissione della Francia delle sue responsabilità nel massacro in Ruanda, arriva la decisione di Berlino di risarcire la popolazione della sua ex colonia per le atrocità commesse all'inizio del '900. Sullo sfondo, il nuovo accordo commerciale tra l'Ue e i Paesi africani

Dopo l'assunsione di responsabilità da parte della Francia sul genocidio in Ruanda, anche la Germania fa mea culpa nei confronti di un Paese africano, la Namibia. Già nel 2018, Berlino aveva ufficialmente riconosciuto le atrocità commesse nei primi anni del '900 contro le popolazioni degli Herero e dei Nama in quella che all'epoca era una delle colonie dell'impero tedesco. Adesso, dopo due anni di discussioni con il governo namibiano e le organizzazioni di discendenti delle vittime, la Germania ha promesso di risarcire il Paese africano con oltre un miliardo di euro che andranno a progetti per lo sviluppo. 

Il massacro 

"Come gesto per il riconoscimento delle sofferenze enormi inflitte alle vittime, vogliamo sostenere la Namibia e i discendenti delle vittime con un programma significativo di 1,1 miliardi di euro per la ricostruzione e lo sviluppo - ha detto il ministro degli Esteri, Heiko Maas - Sono felice che sia stato possibile raggiungere un accordo con la Namibia su come affrontare insieme il capitolo più buio della nostra storia comune".

La notizia arriva dopo che rappresentanti dei governi dei due Paesi, con il coinvolgimento degli Herero e dei Nama, hanno raggiunto un accordo su una dichiarazione politica dopo quasi sei anni di negoziati, ma il documento deve essere ancora firmato e in passato non sono mancate contestazioni da parte dei due gruppi etnici con denunce di quella che è stata considerata come una campagna pubblicitaria del governo tedesco. Come parte dell'accordo, il governo tedesco prevede il riconoscimento del genocidio.  I numeri dello sterminio parlano, secondo gli storici, di circa 65.000 delle 85.000 persone della comunità Herero uccise e di almeno 10.000 delle 20.000 dei Nama. "Il riconoscimento della colpa e la nostra richiesta di scuse è un passo importante per accettare questi crimini e - ha detto Maas - definire il futuro insieme".

Il mea culpa della Francia

Il mea culpa della Germania arriva a poche ore da quelle del presidente Emmanuel Macron, che ha riconosciuto "la responsabilità" della Francia nel genocidio del 1994 in Ruanda. In un discorso tenuto nella capitale Kigali nel corso della sua visita al Genocidal Memorial, dove sono sepolti i resti di oltre 250mila vittime, Macron ha detto che la Francia "non è stata complice", ma "per troppo tempo ha fatto prevalere il silenzio sull'esame della verità" e per questo ha chiesto "il dono del perdono" ai sopravvissuti.

L'accordo commerciale Ue-Africa

Le mosse di Parigi e Berlino non arrivano a sorpresa, e per qualcuno vanno lette anche nel quadro del cosiddetto post-Cotonou, il nuovo accordo commerciale tra l'Ue e 79 Paesi dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico (Stati ACP). Un accordo contestato da diversi fronti: dopo anni di negoziati per rinnovare il precedente trattato (quello di Cotonou per l'appunto), lo scorso aprile Ue e gli Stati ACP hanno trovato un'intesa che secondo alcuni politici e imprenditori africani è al ribasso rispetto alle istanze espresse dal mondo economico africano. Di contro, dato che l'accordo dovrà essere ratificato dai singoli Stati membri dell'Ue, c'è chi ha già annunciato il suo veto: il premier ungherese Viktor Orban ha detto che il suo governo si opporrà alla ratifica del post-Cotonou perché rischia di aumentare i flussi di migranti verso l'Europa. 

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