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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Macron riconosce le "responsabilità" della Francia nel genocidio in Ruanda

Parigi era alleata del governo che fu responsabile del massacro in cui morirono 800mila persone, in maggioranza di etnia tutsi, ed è accusata di aver chiuso gli occhi su quanto accadeva

Il presidente Emmanuel Macron ha riconosciuto "la responsabilità" della Francia nel genocidio del 1994 in Ruanda in un discorso che per il presidente della nazione africana è stato “più forte delle scuse”. Lo ha fatto in un discorso tenuto nella capitale Kigali nel corso della sua visita al Genocidal Memorial, dove sono sepolti i resti di oltre 250mila vittime. La Francia "non è stata complice", ma "per troppo tempo ha fatto prevalere il silenzio sull'esame della verità", ha detto Macron, chiedendo "il dono del perdono" ai sopravvissuti.

Normalizzare le relazioni

L'inquilino dell'Eliseo si è recato nella nazione per una visita che ha lo scopo di normalizzare i rapporti" tra i due Stati, dopo 25 anni di tensioni. "Gli assassini che hanno infestato le paludi, le colline, le chiese non avevano il volto della Francia, che non è stata complice. Il sangue versato non ha disonorato le sue forze armate né le mani dei soldati che hanno visto con i loro occhi l'innominabile, hanno curato le ferite e hanno soffocato le lacrime", ha detto Macron parlando del massacro avvenuto tra aprile e luglio del 1994, quando furono uccise più di 800mila persone, in maggioranza tutsi. Ma la Francia, ha riconosciuto, “ ha un ruolo, una storia e una responsabilità politica in Ruanda. E ha un dovere: quello di guardare in faccia la storia e riconoscere la parte di sofferenza che ha inflitto al popolo ruandese facendo prevalere troppo a lungo il silenzio sull'esame della verità".

"Più valore delle scuse"

"Impegnandosi nel 1990 in un conflitto che non aveva precedenti, la Francia non è riuscita ad ascoltare la voce di quanti l'avevano avvertita oppure ha sopravvalutato la propria forza pensando di poter fermare il peggio”, ha continuato il presidente,secondo cui Parigi “non ha compreso che, volendo scongiurare un conflitto regionale o una guerra civile, si trovava in realtà al fianco di un regime genocidario”, e così “ignorando gli avvertimenti degli osservatori più lucidi, la Francia si è assunta una clamorosa responsabilità in una spirale che ha portato al peggio, anche se ha cercato di evitarlo", ha rimarcato. E solo i sopravvissuti "possono farci il dono di perdonarci", ha concluso. Il discorso tenuto Macron al memoriale del genocidio è stato un atto di "immenso coraggio" che ha "più valore di una scusa", ha dichiarato il presidente ruandese Paul Kagame, in una conferenza stampa congiunta. Oltre alle parole Macron ha preso impegni economici per aiutare la nazione. Nel periodo compreso tra il 2019 e il 2023 Parigi finanzierà il governo del Ruanda con 500 milioni di euro di aiuti allo sviluppo destinati a promuovere le "grandi priorità" del dialogo tra i due Paesi, in particolare nei settori della sanità, della francofonia e del digitale.

Il genocidio

Il genocidio dei tutsi fu innescato dall'abbattimento, il 6 aprile 1994, di un aereo che trasportava il presidente del Ruanda, Juvénal Habyarimana, che era al potere da 20 anni, e il suo omologo burundese Cyprien Ntaryamira, entrambi hutu. Il 22 giugno le Nazioni Unite autorizzarono il dispiegamento delle forze francesi nella parte sudoccidentale del paese, in quella che è stata chiamata Operazione Turchese. Ma la missione fu controversa e Parigi fu accusata di non aver fatto abbastanza per fermare il massacro e di aver permesso a molti massacratori hutu di riparare in Zaire prima della vittoriosa avanzata delle forze tutsi del Fronte Patriottico Ruandese di Kagame. Un report indipendente pubblicato a marzo, e commissionato dallo stesso Macron, ha affermato che la Francia ha avuto la responsabilità "pesante e schiacciante" di non aver fatto di più per fermare il genocidio ma di non essere stata direttamente complice del massacro. Poco dopo il Ruanda ha pubblicato un proprio rapporto in cui si afferma che Parigi era a conoscenza di un genocidio che si stava preparando e si assumeva la responsabilità di consentirlo. "Funzionari francesi hanno armato, consigliato, addestrato, attrezzato e protetto il governo ruandese", concludeva il rapporto.

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