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Sabato, 27 Aprile 2024
Alta tensione / Ucraina

"Continuate a fare affari con la Russia, così finanziate la guerra": la durissima accusa all'Europa

Il consigliere politico ucraino, Mykhailo Podolyak, ha criticato l'ambiguità degli Stati europei che hanno appena limitato le importazioni agricole da Kiev e tardano nell'invio di munizioni

Protezionista e incapace di fermare i finanziamenti alla Russia derivanti dagli affari con le aziende europee. Questa la dura accusa lanciata nei confronti dell'Unione europea da Mykhailo Podolyak, un funzionario e giornalista ucraino nonché uno dei principali consiglieri del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.

Dopo oltre due anni di guerra, le tensioni in Ucraina sono ai massimi livelli, esacerbate da alcuni fattori oltre a quelli strettamente legati ai combattimenti. Vladimir Putin è stato appena rieletto presidente in Russia, un risultato scontato e applaudito da numerosi leader, tra cui quelli di Cina e India. L'Unione europea ha appena adottato una serie di limitazioni nei confronti dei prodotti agricoli ucraini destinati al mercato europeo, mentre numerose aziende occidentali continuano a fare affari con la Russia. Negli Stati Uniti la battaglia per le presidenziali tra Joe Biden e Donald Trump ha messo in ghiaccio alcune decisioni e finanziamenti strategici. Kiev vorrebbe un sostegno più deciso sul piano militare e al contempo punta a interrompere la catena di affari che continua a rimpolpare le casse del Cremlino. Due obiettivi che si stanno rivelando ardui da raggiungere. 

L'ambiguità dell'Europa verso il Cremlino

Nonostante le sanzioni imposte a Vladimir Putin e a una larga fetta dei suoi sodali, i rapporti commerciali con la Russia in questi due anni non si sono interrotti del tutto. "Da un lato sei un alleato e devi aiutare l'Ucraina nella guerra", ha detto Podolyak in un'intervista rilasciata a Politico. "Dall'altro, stai cercando di proteggere il tuo mercato in modo protezionistico", ha affermato il consigliere, riferendosi alle limitazioni imposte ai prodotti ucraini. La tensione con gli alleati europei deriva innanzitutto dalle proteste in Polonia, dove gli agricoltori chiedono di respingere grano, pollame, zucchero e miele da Kiev, perché abbassa i prezzi dei loro prodotti.

Le limitazioni all'import di prodotti agricoli ucraini

Il 20 marzo Bruxelles ha deciso di stabilire delle soglie all'ingresso di alcune materie prime agricole ucraine, ma non al grano. Secondo Podolyak, la decisione di reintrodurre delle barriere doganali, che l'Ue aveva eliminato con l'inizio del conflitto due anni fa, non è degno degli alleati dell'Ucraina. Si è poi lamentato degli affari, in tanti settori, che proseguono tra le aziende degli Stati membri e quelle di Mosca. "State finanziando contemporaneamente la difesa dell'Ucraina, che si difende dalla Russia, con le vostre aziende che finanziano il bilancio federale russo, il 42% del quale va direttamente alla guerra. Quindi sei qui e lì allo stesso tempo", ha criticato Podolyak. 

Era stato sempre Politico il mese scorso a ricordare come la Commissione europea avesse persino mandato una lettera ai paesi membri chiedendo più controlli per frenare i flussi di merci che continuano ad arrivare a Mosca e dintorni in barba a tutte le sanzioni imposte dopo l'inizio della guerra. In base ai numeri in mano alla Commissione, le esportazioni Ue di articoli vietati sarebbero aumentate da 3 miliardi di euro pre-guerra a 5,6 miliardi nel 2023. In alcuni casi, si parla di forniture tecnologiche o militari che la Russia usa al fronte.

La Commissione aveva assicurato che avrebbe fornito presto i dettagli sulle aziende europee che continuano a vendere merce proibita alla Russia: entro aprile si aspetta che i governi intraprendano azioni concrete. Sono i singoli governi a dover controllare, in concreto, che gli operatori rispettino le limitazioni al commercio.

L’Ucraina in attesa di munizioni e missili

L'altra questione chiave riguarda le munizioni, di cui l'esercito ucraino ha urgentemente bisogno. I rifornimenti promessi dagli alleati occidentali tardano però ad arrivare. Anche i missili Taurus che il cancelliere tedesco Olaf Scholz si dice convinto a voler inviare, non si sono ancora mossi da Berlino, vista la cautela richiesta dagli alleati liberali che governano in Germania al fianco del capo di governo socialista. Ci sono poi circa 60 miliardi di dollari bloccati dal Congresso Usa, coi repubblicani che insistono nel voler collegare qualsiasi nuovo fondo per l'Ucraina ad una maggiore azione di contrasto all'immigrazione clandestina lungo il confine degli Stati Uniti col Messico. "Sarà scritto nella storia come una nazione, la più aggressiva e assetata di sangue, sia arrivata e abbia ucciso perché l'Occidente non voleva dare ulteriori munizioni", ha dichiarato Podolyak. 

Una lunga guerra di logoramento

Mosca nei giorni scorsi ha affermato che le sue truppe hanno fatto progressi nella cattura della città di Avdiivka oltre che in altre zone dell'Ucraina orientale. Il timore profondo è che Putin, incapace di risolvere con un conflitto-lampo le sue questioni con Kiev, abbia deciso adesso di puntare a una guerra lunga e logorante. L'obiettivo del Cremlino sarebbe quello di rendere la guerra sempre più costosa per gli alleati occidentali di Zelensky, oltre che per l'Ucraina stessa. "La Russia è interessata a una lunga guerra e che i Paesi occidentali si stanchino e dicano: 'basta, cerchiamo una sorta di soluzione di compromesso'. Ma non esiste una soluzione di compromesso in questa guerra", ha detto Podolyak.

Fiducia in Washington

Il consigliere ucraino rimane comunque fiducioso rispetto al futuro e alla solida alleanza con Washington. "Investire in Ucraina è un investimento nella reputazione dell'America, nel suo dominio, nel suo diritto di prescrivere regole globali e di assicurarsi che non vengano violate", ha aggiunto il consigliere, che nel 2020 era stato inserito da Forbes al terzo posto tra i 100 cittadini ucraini più influenti. Al fine di rinsaldare l'importanza per i governi occidentali di sostenere con più decisione l'Ucraina, Podolyak ha affermato: "Questa è una guerra sulle regole secondo le quali vivrai, noi vivremo, la Russia vivrà". E ha aggiunto: "Se la Russia non perde, le regole saranno leggermente diverse. Autocrazia, violenza, queste saranno le forme dominanti delle manifestazioni di politica estera".

757 giorni di guerra

La guerra in Ucraina, intanto, è arrivata al giorno numero 757. Gli analisti militari avvertono: gli ucraini faticano a tenere le linee difensive e i russi probabilmente conquisteranno ulteriore terreno. Nuova raffica di bombe, e morti, a Kharkiv, la seconda città dell'Ucraina,1,5 milioni di abitanti prima della guerra, che si trova a soli 30 km dal confine con la Russia. Romanenko, ex vice capo dello stato maggiore ucraino, lo dice da tempo: "Kharkiv è la loro priorità, perché Putin non può perdonare il fatto che una città di lingua russa non abbia voluto diventare parte del mondo russo". A differenza della capitale, che nel giro di pochi mesi ha ricevuto avanzati sistemi di difesa aerea occidentali, Kharkiv è quasi indifesa.

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