rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
Il documento

Etichette anti-deepfake e stretta su influencer 'politici': la linea Ue ai social per le europee

La Commissione raccomanda alle piattaforme online una serie di azioni per proteggere il voto di giugno dalla disinformazione. Le violazioni saranno punite con multe fino al 6% del fatturato

Un'etichetta che metta in guardia gli utenti sul fatto che il video che stanno visualizzando è un deepfake, ossia un contenuto generato dall'intelligenza artificiale che manipola o dà un'immagine distorta di persone e fatti reali. Ma anche una maggiore trasparenza sui messaggi elettorali degli influencer e una stretta sulla monetizzazione di post e reel virali che contengono informazioni false e con un potenziale impatto sulla politica. Sono queste alcune delle linee guida che la Commissione europea ha diramato ai giganti dei social e dei motori di ricerca, da Google a TikTok, passando da Instagram e Twitter, al fine di tutelare le prossime elezioni europee di giugno dalla disinformazione.

Proteggere le elezioni

Le linee guida non rappresentano degli obblighi, ma le raccomandazioni di Bruxelles sono un avvertimento ai big del settore affinché rispettino le norme del Dsa, il regolamento Ue sui servizi digitali da poco entrato in vigore e che impone alle piattaforme con oltre 45 milioni di utenti nell'Ue di prevenire e contrastare la diffusione di contenuti illegali e dannosi. Compresi quelli che possono "nuocere all'integrità delle elezioni", spiega in una nota la Commissione.

Violare il Dsa può portare a pesanti multe, pari fino al 6% del fatturato globale annuo di un'azienda (quello di Meta, per esempio, supera i 110 miliardi di dollari). E Bruxelles ha già lanciato avvertimenti chiari a X (l'ex Twitter oggi nelle mani di Elon Musk) e il cinese TikTok. Ecco perché adeguarsi alle linee guida potrebbe essere il modo migliore per i giganti dei social di evitare sanzioni all'indomani del voto.

L'intelligenza artificiale

Una delle maggiori preoccupazioni della Commissione riguarda l'intelligenza artificiale (IA). Nel mirino ci sono i deepfake, ossia video e audio che riescono a riprodurre le sembianze e la voce di personaggi reali mentre compiono azioni o rilasciano dichiarazioni mai fatte nella realtà. L'Ue ha già approvato una legge che impone ai social di introdurre un'etichetta che consenta agli utenti di sapere se il contenuto che guardano è un deepfake, ma l'obbligo scatterà sono dal prossimo anno. Troppo tardi per le elezioni europee di giugno. Da qui la "raccomandazione" di etichettare "chiaramente i contenuti generati dall'IA (come i deepfake), adattandone di conseguenza i termini e le condizioni e applicandoli adeguatamente".

Disinformazione

Sempre in tema di fake news, la Commissione ha anche raccomandato ai social media di bloccare la monetizzazione e la disseminazione virale dei contenuti "di disinformazione". Di contro, Bruxelles invita le piattaforme a promuovere le informazioni ufficiali sui processi elettorali, anche attuando iniziative di alfabetizzazione mediatica e adattando i loro sistemi di raccomandazione dei contenuti. In questo, la Commissione segnala di fare affidamento sulle organizzazioni di giornalisti che si occupano di fact checking e sugli strumenti di verifica delle informazioni ufficiali, compresi quelli promossi dalla stessa Ue come Edmo

In linea generale, Bruxelles invita i social media a "cooperare con le autorità nazionali e dell'Ue, gli esperti indipendenti e le organizzazioni della società civile per promuovere uno scambio efficiente di informazioni prima, durante e dopo le elezioni e facilitare l'uso di misure di attenuazione adeguate, anche nei settori della manipolazione delle informazioni e delle ingerenze da parte di attori stranieri, della disinformazione e della cibersicurezza", si legge nella nota.

Influencer

Le linee guida riguardano anche la trasparenza della pubblicità politica. Anche in questo caso, la Commissione raccomanda la creazione di un'etichetta che segnali agli utenti i contenuti sponsorizzati da partiti e candidati, o comunque con un chiaro contenuto elettorale. Inoltre, Bruxelles accende i fari sugli influencer, suggerendo l'introduzione di "una funzionalità" che consenta alle star dei social di "dichiarare se il contenuto fornito è o contiene pubblicità politica" e rendere pubbliche le informazioni su chi ha finanziato l'eventuale spot. Nei mesi scorsi la Commissione europea aveva condotto un'inchiesta su oltre 500 influencer in tutto il continente, scoprendo che il 97% di loro ha pubblicato contenuti commerciali ma solo il 20% li ha sistematicamente dichiarati come tali. 

Con il regolamento Dsa, "l'Europa è il primo continente con una legge per affrontare i rischi sistemici sulle piattaforme online che possono avere effetti negativi reali sulle nostre società democratiche", dice Thierry Breton, commissario Ue per il Mercato interno. "Il 2024 è un anno significativo per le elezioni - prosegue - Per questo motivo, con gli orientamenti odierni stiamo sfruttando appieno tutti gli strumenti offerti dalla legge sui servizi digitali per garantire che le piattaforme rispettino i loro obblighi e non siano utilizzate impropriamente per manipolare le nostre elezioni, salvaguardando nel contempo la libertà di espressione", conclude.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Etichette anti-deepfake e stretta su influencer 'politici': la linea Ue ai social per le europee

Today è in caricamento