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Domenica, 28 Aprile 2024
Non solo Ferragni

Promozioni illegali e contenuti pericolosi: centinaia di influencer sotto inchiesta

Hanno milioni di followers ma non solo aggirano la legge sulla pubblicità occulta, promuovono spesso anche attività pericolose. Ora l'Ue ha invitato le autorità governative a prendere provvedimenti

L'Italia non è l'unico Paese ad avere un problema con gli influencer. Nell'Unione europea sarebbe la grandissima maggioranza di queste nuove figure professionali e imprenditoriali a fare pubblicità occulta, e in molti casi anche a promuovere attività pericolose, se non illegali. Lo rivela un'indagine della Commissione, condotta su 576 influencer, secondo cui il 97% di loro ha pubblicato contenuti commerciali ma solo il 20% li ha sistematicamente dichiarati come tali. Lo screening è stato condotto da Bruxelles e dalle autorità nazionali per la tutela dei consumatori di 22 Stati membri, tra cui l'Italia, nonché in Norvegia e Islanda.

Secondo questa indagine il 78% degli influencer controllati ha esercitato un'attività commerciale eppure solo il 36% risultava registrato come trader, come operatore commerciale a livello nazionale. Inoltre il 38% di loro non ha utilizzato le etichette della piattaforma che servono a rivelare i contenuti commerciali, come il badge "partnership a pagamento" su Instagram. Invece hanno optato per diciture diverse, come "collaborazione" (16%), "partnership" (15%) o con ringraziamenti generici al marchio partner (11%), che possono risultare ingannevoli. Ben 119 influencer sono stati considerati poi promotori di attività malsane o pericolose, come il consumo di cibo spazzatura, bevande alcoliche, trattamenti medici o estetici, gioco d'azzardo o servizi finanziari come il trading di criptovalute.

Diversi di questi influencer sono attivi su più piattaforme di social media: 572 sono soliti fare post su Instagram, 334 su TikTok, 224 su YouTube, 202 su Facebook, 82 su X, 52 su Snapchat e 28 su Twitch. I principali settori di attività pubblicizzati sono, in ordine decrescente, moda, lifestyle, bellezza, cibo, viaggi e fitness o sport. Adesso, come risultato dell'indagine, ben 358 di loro sono stati destinati a ulteriori controlli e le autorità nazionali li contatteranno per chiedere loro di seguire le regole in vigore o per punirli nei casi in cui sia previsto dalla legge.

In Italia luce sul fenomeno è stata fatta dopo il caso di Chiara Ferragni e del pandoro Balocco che avrebbe dovuto sostenere l'ospedale Regina Margherita di Torino. In alcuni post dell'imprenditrice si era lasciato intendere che acquistando il prodotto si sarebbe sostenuta la ricerca comprando un nuovo macchinario, ma in realtà la somma per questo scopo era stata già stanziata e non riguardava i futuri acquisti. L'antitrust ha comminato una multa di un milione a Ferragni, che si è scusata con un posto sui social ma che è indagata per truffa insieme ad Alessandro Balocco, ad dell'azienda che produce i celebri pandori.

Per evitare casi del genere, l’Autorità garante per le comunicazioni (Agcom) ha stabilito a gennaio regole più stringenti per l’attività degli influencer in cui stabilisce, tra le altre cose, che la natura pubblicitaria di un contenuto pubblicato dovrà essere "prontamente e immediatamente riconoscibile". Al momento, secondo l'inchiesta della Commissione, solo 40% degli influencer renderebbe visibile l'informativa sula pubblicità durante l'intera comunicazione commerciale e solo il 34% la renderebbe visibile senza bisogno di ulteriori passaggi, come ad esempio cliccare su "leggi tutto" o scorrere verso il basso e arrivare alla fine del post.

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