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Sabato, 27 Aprile 2024
Fake news

Così le proteste degli agricoltori sono diventate uno strumento di propaganda per Putin

I troll russi diffondono falsi video delle manifestazioni, facendo credere siano contro l'Ucraina. In altri casi indirizzano il malcontento dei trattori direttamente contro i prodotti di Kiev

Copertoni bruciati, spruzzate di letame in strada e statue divelte. Le immagine delle proteste degli agricoltori diffuse in tanti Paesi europei, Italia inclusa, non hanno smosso solo le agende dei politici europei e nazionali. Le fila di "trattori arrabbiati" sono diventate un'arma di propaganda per la Russia per ridicolizzare un'Europa incerta e ostaggio del settore rurale. In una campagna elettorale dall'esito scontato, ancor più dopo l'uccisione in carcere del principale oppositore Alexei Navalny, Vladimir Putin sta sfruttando le manifestazioni del settore rurale per compromettere il sostegno popolare dell'occidente nei confronti dell'Ucraina. Tenta inoltre di convincere i suoi concittadini di un legame tra proteste in Europa e sostegno pro-Cremlino. L'ennesima riprova di come la disinformazione del presidente russo sia capillare e in grado di sfruttare qualsiasi personaggio o evento per le proprie finalità. 

Video di proteste manipolato

Uno dei primi video segnalati come falso riguarda le immagini degli agricoltori francesi che protestano, scaricando letame davanti a un'ambasciata a Parigi, apparso per la prima volta sulla versione inglese del sito Pravda. Secondo il sito di informazione vicino al Cremlino il video, presentato col logo del canale Euronews, i trattori erano arrabbiati perché l'ambasciatore ucraino aveva scritto loro una lettera, chiedendo di porre fine alle manifestazioni. Si afferma anche che il presidente della Fnsea, il principale sindacato agricolo francese, aveva suggerito al diplomatico di Kiev di "mantenere le sue opinioni per sé stesso".

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Alla stampa francese la dirigenza di Euronews ha assicurato invece di non aver mai prodotto quel video, né di averlo diffuso sui suoi canali social. Eppure la propaganda ha funzionato, visto che il contenuto "manipolato" ha totalizzato su X oltre 150mila visualizzazioni, oltre che essere condiviso su Facebook in varie salse, ma che adesso risulta rimosso. "È una sofisticata imitazione dello stile, della grafica e del formato di Euronews", ha affermato la direzione del canale di informazione a France24. "Negli ultimi dodici mesi, abbiamo incontrato una serie di casi simili in cui i falsi video di Euronews hanno iniziato a circolare online", è stato precisato. 

Manifestazioni "rubate" dai pro-Cremlino

La disinformazione non si limita al mondo virtuale. In Repubblica ceca degli attivisti pro-Russia avrebbero dirottato circa 500 agricoltori verso una protesta che aveva ben poco a che fare con le rivendicazioni del settore. Uno degli organizzatori originali della manifestazione si è lamentato parlando di "furto" dell'azione a vantaggio del Cremlino, mentre il politico Petr Fiala, leader del Partito Civico Democratico, ha definito una parte dei manifestanti una "cricca di chiacchieroni filo-russi" guidati da Andrej Babis, imprenditore agricolo e primo ministro ceco dal 2017 al 2021.

Per Vladimir Putin non si tratta di una novità. Lo schema di sfruttare le lotte occidentali per i propri scopi politici è stato replicato in varie occasioni: col movimento Black lives matter negli Stati Uniti o le manifestazioni anti-migranti in Germania, con i movimenti No-Vax durante la pandemia o i gilet gialli in Francia. Questi movimenti non nascono certo sotto l'egida del Cremlino, ma una volta sbocciati la propaganda russa ne amplifica la portata sui social network e li sfrutta a seconda delle sue necessità. Basta una didascalia fuorviante, una voce fuoricampo fasulla o una semplice decontestualizzazione e la manipolazione è servita. 

Difesa dalla importazioni da Kiev

Nel caso delle proteste degli agricoltori, è bastato amplificare le micce nei confronti delle importazioni da Kiev, ad esempio di cereali o polli, ritenute eccessive dai produttori europei, soprattutto quelli nei Paesi che confinano con l'Ucraina. Queste importazioni rappresentano in realtà solo un problema limitato per il settore rurale, massacrato da redditi troppo bassi, troppi intermediari e pochi grandi consorzi che recuperano gran parte dei fondi Ue. In questa situazione di malcontento diffuso, i vertici russi ne avrebbero approfittato per attaccare e denigrare le aziende dell'agroalimentare di Kiev. Un esempio è la Mhp, un'azienda ucraina che si presenta come il principale produttore di carne di pollame in Europa. Dall'inizio della guerra, la società ha rifornito l'esercito ucraino di cibo, spendendo inoltre 20 milioni di euro per sostenere le famiglie dei dipendenti partiti al fronte.

Attacchi al "miliardario dei polli"

Di recente Mhp è stata presa di mira dai sindacalisti agricoli francesi per "concorrenza sleale" e il suo fondatore e amministratore delegato Yuriy Kosyuk è stato accusato di essere il "miliardario dei polli" che guadagna dalla guerra. In realtà, come spiegato anche dall'emittente Bfm Tv, dall'inizio del conflitto il valore dell'azienda è crollato, mentre l'impatto delle esportazioni ucraine di pollo in Francia restano minime (1% circa). Il 93% dei prodotti avicoli importati da Parigi proviene da Paesi membri dell'Ue. La Mhp ha ricevuto sì un prestito di 90 milioni di euro dalla Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo, al contempo tenere in vita il settore agricolo ucraino è uno degli strumenti di cooperazione dell'Ue per sostenere Kiev. E nel frattempo Mosca fa arrivare tonnellate di grano russo sulle nostre tavole nel silenzio (quasi) generale.

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