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Sabato, 27 Aprile 2024
La strategia

Così l'Ue prova a rompere il dominio cinese delle materie prime critiche

Firmato un memorandum d'intesa con il Cile, uno dei maggiori produttori mondiali di litio, materiale fondamentale per la creazione di batterie. E sulle cui riserve Pechino ha già messo le mani

L'Unione europea si è rivolta al Cile per provare ad assicurarsi maggiori forniture di materie prime critiche, materiali fondamentali per la transizione digitale e la produzione di energia pulita. A margine del vertice con la Comunità degli Stati latinoamericani e caraibici (Ue-Celac), il commissario al Mercato interno, Thierry Breton, e il ministro degli Esteri cileno Alberto van Klaveren Stork, con la presenza della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e quello del Cile, Gabriel Boric, hanno firmato un memorandum d'intesa sull'istituzione di un partenariato per la creazione di catene del valore sostenibili per le materie prime. "Il Cile è uno dei principali produttori di materie prime critiche essenziali, tra cui il rame e il litio, che sono fondamentali per le transizioni verde e digitale dell'Europa e per preservare la sua competitività globale", ha sottolineato Breton.

Il Global Gateway, la risposta Ue alla Cina: 300 miliardi per costruire infrastrutture in Africa e Balcani

Il memorandum si inscrive nella strategia Global Gateway, la risposta europea alla via della seta cinese, ed è in linea con la normativa comunitaria sulle materie prime critiche. Le materie prime critiche sono indispensabili per un'ampia gamma di settori strategici, tra cui l'industria a zero emissioni nette, l'industria digitale, l'industria aerospaziale e la difesa. Mentre si prevede un aumento drastico della domanda di questi materiali, l'Europa dipende ancora molto dalle importazioni, e spesso da fornitori di Paesi terzi quasi monopolistici, in primis la Cina. Il 63% del cobalto mondiale, utilizzato nelle batterie, viene estratto nella Repubblica Democratica del Congo, ma il 60% viene raffinato in Cina. Il 97% delle forniture di magnesio dell'Ue pure proviene dalla Cina, dove poi viene raffinato il 100% delle terre rare utilizzate per i magneti permanenti a livello globale. Il Sudafrica invece fornisce il 71% del fabbisogno di metalli del gruppo del platino dell'Ue, mentre la Turchia fornisce il 98% delle forniture di borato del blocco.

Dalla Cina alla Turchia, passando per il Congo: i Paesi da cui l'Ue dipende sulle materie prime

La domanda dell'Ue di metalli delle terre rare - utilizzati sia nelle turbine eoliche che nei veicoli elettrici - aumenterà da cinque a sei volte entro il 2030, secondo le previsioni della Commissione. Bruxelles è preoccupata anche per la domanda di litio, cobalto e nichel, utilizzati nella produzione di batterie, che crescerà di dodici volte entro il 2030, spinta dalla diffusione dei veicoli elettrici e dalle nuove necessità di stoccaggio di energia. Cile e Australia sono i principali produttori di litio, ma anche nel Paese sudamericano, dove la produzione è dominata dall'azienda mineraria statunitense Albemarle e dall'azienda chimica e mineraria cilena Sqm, arriva la longa manus di Pechino: la società mineraria cinese Tianqi detiene più di un quinto delle azioni della stessa Sqm.

Per questo ora l'Europa vuole aumentare e differenziare la sua catena d'approvvigionamento di questi materiali che diventeranno sempre più fondamentali per la nostra economia. La Commissione ha già istituito partenariati strategici sulle materie prime con il Canada (giugno 2021), l'Ucraina (luglio 2021), il Kazakhstan e la Namibia (novembre 2022) e l'Argentina (giugno 2023). I partenariati dovrebbero consentire a entrambe le parti di far progredire gli scambi e gli investimenti.

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