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Sabato, 27 Aprile 2024
La polemica

“L’Ue butterà 55 milioni di vaccini Covid entro fine mese, all’Africa appena 30 milioni di dosi”

L’accusa di Oxfam alla vigilia del vertice tra Unione europea ed Unione africana, dove sarà scontro sui brevetti

L'Unione europea entro la fine di febbraio dovrà gettare nel cestino dei rifiuti ben 55 milioni di dosi di vaccini anti Covid, perché in scadenza, mentre all'Africa ne ha donate appena 30 milioni dall'inizio dell'anno. Nel frattempo in Africa, a causa della scarsità di vaccini, appena l'11% della popolazione ha ricevuto le prime due dosi e dall'inizio dell'anno si stima che almeno 250 mila persone siano morte a causa del virus, quasi 7 mila al giorno. È la denuncia lanciata oggi da Oxfam e Emergency, membri della People's Vaccine Alliance, alla vigilia del summit tra i leader dell'Unione europea e dell'Unione africana, in programma a Bruxelles il 17 e 18 febbraio.

"Nonostante la retorica di una relazione speciale con l'Africa, l'Unione europea, che al momento è il primo esportatore di vaccini al mondo, ha dato la priorità alla vendita di dosi prodotte in Europa ai Paesi ricchi in grado di pagare prezzi esorbitanti facendo prevalere unicamente la logica del profitto delle case farmaceutiche. Solo l'8% delle dosi esportate è andato al continente africano", dicono Sara Albiani, policy advisor per la salute globale di Oxfam Italia e Rosella Miccio, presidente di Emergency. "BioNTech, l'azienda tedesca partner di Pfizer, ha venduto solo l'1% del suo export nei Paesi africani - continuano - Allo stesso tempo, fino ad oggi è l'Unione europea, sotto la spinta della Germania, ad opporsi con maggiore forza alla proposta di sospensione dei diritti di proprietà intellettuale sui vaccini Covid".

È dall'ottobre 2020 che i leader africani lanciano appelli all’Europa per promuovere la temporanea sospensione dei brevetti sui vaccini anti-Covid. La richiesta era stata lanciata da India e Sud Africa all'Organizzazione mondiale del commercio con il sostegno dell'Unione africana e di oltre 100 Paesi. "Un passo che, se accompagnato dalla condivisione di tecnologie e know-how, consentirebbe la libera produzione di vaccini, test e cure, bloccando lo sviluppo di nuove varianti del virus", spiegano Oxfam e Emergency. Dopo più di un anno di trattative, l’Ue si dichiara ancora non pronta ad abbandonare i brevetti e si rifiuta di ordinarne la revoca. 

"La proprietà intellettuale - ha detto il ministro del Commercio francese Franck Riester - non deve in alcun modo costituire un ostacolo alla produzione e distribuzione dei vaccini. Ma, allo stesso tempo, non si può minare il medesimo sistema di innovazione che ci ha permesso di trovare così rapidamente un vaccino contro il Covid-19. Per il vicepremier irlandese, Leo Varadkar, "bisogna evitare in qualsiasi modo che la pandemia venga strumentalizzata per compromettere il lungo processo di innovazione e di creazione dei diritti di proprietà intellettuale per cui tanto abbiamo lottato".  

Il braccio di ferro sui brevetti si sposterà adesso al sesto vertice tra Unione africana e Unione europea, che scatterà il 17 febbraio e che ha in agenda diversi punti delicati nei rapporti tra Ue e Africa, non solo quelli legati ai vaccini. 

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