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Sabato, 27 Aprile 2024
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La Corte di Giustizia Ue condanna Orban: troppo duro con i migranti, violate le regole sull'asilo

Durante la crisi dei rifugiati del 2015 furono create zone cuscinetto ai confini dove furono deportati tutti coloro che riuscivano a entrare nel Paese e alle frontiere furono alzate barriere con filo spinato

Il trattamento riservato ai migranti nell'Ungheria di Viktor Orban è stato ingiusto e ha violato le regole sul diritto all'Asilo dell'Unione europea. Lo ha stabilito la Corte di giustizia dell'Ue in una sentenza in cui afferma che il Paese "è venuto meno agli obblighi del diritto dell'Unione in materia di procedure di riconoscimento della protezione internazionale e di rimpatrio di cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare".

Violato il diritto all'asilo

In particolare ha violato il diritto comunitario per "la limitazione dell'accesso alla procedura di protezione internazionale, il trattenimento irregolare dei richiedenti in zone di transito nonché la riconduzione in una zona frontaliera di cittadini di Paesi terzi il cui soggiorno è irregolare, senza rispettare le garanzie della procedura di rimpatrio". Il tribunale ha segnalato che la legge dell'Ue impone che la detenzione dei richiedenti asilo può essere ordinata solo "per iscritto con motivazioni", che deve essere fornito un sostegno adeguato anche ai richiedenti identificati come vulnerabili e che i minori possono essere detenuti solo come ultima risorsa. "Tuttavia, a causa in particolare della sua natura sistematica e automatica, il regime di detenzione previsto dalla legislazione ungherese nelle zone di transito, che riguarda tutti i richiedenti diversi dai minori non accompagnati di età inferiore ai 14 anni, non consente ai richiedenti di godere di queste garanzie ", ha detto la corte nella sua sentenza.

La crisi del 2015

A portare Budapest davanti alla giustizia europea era stata la Commissione nel 2015 quando oltre un milione di persone entrò senza autorizzazione in Europa, in gran parte dalla Grecia. La maggior parte proveniva da Siria e Iraq e intendeva chiedere asilo in Germania e Paesi scandinavi. Decine di migliaia di persone attraversarono i Balcani e il governo ungherese alzò barriere di filo spinato ai confini per tenerli fuori, estendendo l'uso delle eccezioni legali per "situazione di crisi causata da migrazione di massa" per creare due zone di transito dove bloccarle. Per la Commissione, chi entrò in Ungheria fu deportato forzatamente in quelle zone, trattenuto sistematicamente e si vide negato il diritto di chiedere protezione internazionale. A

Budabest: difendiamo i nostri confini

l tribunale ha risposto la ministra della Giustizia del Paese, Judit Varga, definendo il verdetto "privo di scopo" perché le zone di transito sono state ormai smantellate. L'esponente del governo ha aggiunto però che "un rigido controllo ai confini viene mantenuto. Continueremo a proteggere i confini dell'Ungheria e dell'Europa e faremo tutto il possibile per impedire la formazione di corridoi migratori internazionali". La Commissione, tramite un portavoce, ha fatto sapere di "prendere atto" della sentenza e di intendere inviare una lettera al governo Orban per chiedere conto dei passi che farà per adeguarsi.

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