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Venerdì, 26 Aprile 2024
Le rivelazioni / Ucraina

L'Ucraina nega un coinvolgimento nel sabotaggio del Nord Stream

Secondo diverse testate internazionali ci sarebbe un gruppo pro Kiev dietro l'attacco al gasdotto. La Germania chiede di aspettare i risultati dell'inchiesta e il Cremlino parla di una "trovata mediatica"

L'Ucraina non c'entra niente con il sabotaggio del Nord Stream. Lo ha dichiarato il ministro della Difesa di Kiev, Oleksiy Reznikov, dopo le rivelazioni di alcuni media internazionali secondo cui dietro le esplosioni avvenute nei gasdotti sottomarini che collegano la Russia con la Germania ci sarebbe un gruppo pro ucraino. "Non è una nostra attività, sarebbe un complimento per le nostre forze speciali ma noi non c'entriamo con quello", ha garantito Reznikov, a margine del Consiglio Ue Difesa informale che è in corso a Stoccolma, in Svezia, il Paese con la presidenza di turno dell'Unione.

Sabotaggio al Nord Stream, per l’intelligence Usa c'è la pista del gruppo filo-ucraino

Il 26 settembre 2022, sui gasdotti che collegano Russia e Germania sono state rilevate quattro enormi perdite di gas precedute da esplosioni sottomarine, tutte in acque internazionali. Nonostante le indagini nei Paesi confinanti con il sabotaggio (Germania, Svezia e Danimarca), la responsabilità dell'attacco sottomarino rimane ancora incerta. Ieri il New York Times, citando informazioni di intelligence esaminate da funzionari statunitensi, ha scritto che un gruppo filo-ucraino, probabilmente composto da ucraini o russi, sarebbe responsabile dell'esplosione.

L'emittente tedesca Ard e il quotidiano Die Zeit hanno sostenuto che l'attacco sarebbe stato compiuto da un gruppo pro-ucraina, composto da cinque uomini e una donna che, utilizzando passaporti falsi, avrebbe noleggiato uno yacht da una società polacca di proprietà di cittadini ucraini, ma la nazionalità degli autori del gesto non sarebbe chiara. Secondo i media però non ci sarebbe un collegamento diretto con il presidente russo Volodymyr Zelensky o membri del governo di Kiev.

"Vorrei aspettare di vedere cosa possa essere provato o meno" rispetto alle notizie sul sabotaggio, ha dichiarato sempre a Stoccolma il ministro della Difesa della Germania, Boris Pistorius, secondo cui "la cosa più importante è che con la Nato e i Paesi che si affacciano sul Baltico e sul Mar del Nord facciamo di tutto per proteggere le nostre infrastrutture critiche in mare". "Dobbiamo distinguere chiaramente se si tratta di un gruppo ucraino, se è accaduto su ordine ucraino o se si tratta di un gruppo filo-ucraino che agisce all'insaputa del governo. Ma metto in guardia dal saltare alle conclusioni", ha detto ancora Pistorius. In precedenza il ministro aveva definito "altrettanto probabile" che si trattasse di una "operazione a bandiera falsa inscenata per incolpare l'Ucraina".

Anche il Cremlino ha respinto le notizie riportate dalla stampa statunitense e tedesca, affermando che si tratterebbe di un tentativo di "sviare l'attenzione". "È chiaro che gli autori dell'attacco vogliono distogliere l'attenzione. È chiaro che si tratta di una trovata mediatica coordinata", ha dichiarato il portavoce del presidente russo Vladimir Putin, Dmitry Peskov, citato dall'agenzia di stampa russa Ria Novosti. "Questo caso non è solo strano. Sembra un crimine mostruoso", ha continuato Peskov, chiedendo una "indagine trasparente e urgente", e insistendo nuovamente sul fatto che la Russia dovrebbe essere inclusa nell'indagine internazionale sul sabotaggio dei due principali gasdotti costruiti per trasportare il gas russo in Europa. "Non ci è ancora permesso di partecipare alle indagini", ha lamentato Peskov.

Secondo il quotidiano britannico The Times, i servizi segreti scandinavi avrebbero puntato dal primo momento il dito contro un gruppo pro ucraino, ma la notizia sarebbe stata tenuta riservata per evitare un litigio tra l'Ucraina e la Germania, con Berlino che all'epoca stava rallentando la consegna di aiuti militari vitali per Kiev, tra cui i carri armati Leopard 2 e i sistemi di difesa aerea Iris-T.

Le prime ipotesi di Stati Uniti ed Europa si erano concentrate sulla possibile colpevolezza della Russia, soprattutto data la sua abilità nelle operazioni sottomarine, ma non è mai stato chiaro quale motivazione avrebbe avuto il Cremlino per sabotare i suoi stessi oleodotti, dato che sono stati un'importante fonte di reddito e un mezzo per Mosca di esercitare influenza sull'Ue. Secondo una stima, il costo della riparazione degli oleodotti è di circa 500 milioni di dollari. I funzionari statunitensi affermano di non aver trovato alcuna prova del coinvolgimento del governo russo nell'attacco.

Sabotaggio al Nord Stream, quali sono le ipotesi sull'accaduto

Gli azionisti del Nord Stream 1 sono l'azienda energetica statale russa Gazprom, le tedesche Wintershall DEA AG ed E.ON, l'olandese NV Nederlandse Gasunie e la francese Engie. Gazprom è l'unico azionista del gasdotto parallelo NordStream 2, costruito con il finanziamento di Wintershall DEA, Engie, l'austriaca OMV, Shelland e la tedesca Uniper.

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