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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Lo strappo dell'Ungheria, autorizzato il vaccino russo: "Piano Ue lento, facciamo da soli"

Budapest ha anche dato il via libera alle dosi di Oxford, che attendono ancora l'ok dell'Ema. La Germania di Merkel pronta ad aiutare lo Sputnik ad ottenere l'approvazione comunitaria: "Le differenze politiche sono grandi ma sulla pandemia possiamo collaborare"

L'Ungheria ha deciso di procedere da sola per quanto riguarda la vaccinazione contro il coronavirus e ieri ha approvato con la procedura d'emergenza lo Sputnik V, creando così uno strappo con l'Unione europea. Un accordo per ricevere due milioni di dosi, che dovrebbero cominciare ad arrivare a febbraio, è stato firmato dopo un incontro a Mosca tra il ministro del Commercio ungherese, Peter Szijjarto, e il suo omologo russo, Sergej Lavrov. "In base a questo accordo, avremo accesso a un lotto del vaccino necessario per inoculare un milione di cittadini, questo significa che stiamo parlando di potenzialmente due milioni di dosi, dato che si tratta di un vaccino a due componenti", ha detto Szijjarto.

Programma Ue lento

Al momento il programma europeo di distribuzione dei vaccini non sta procedendo al meglio, complice anche una riduzione nelle consegne delle dosi Pfizer, che sta rallentando l'intero processo. "Se le spedizioni di vaccini arrivano a questo ritmo da Bruxelles, possiamo ottenere dosi solo da altre fonti alternative", ha avvertito Gergely Gulyas, il capo della cancelleria del primo ministro ungherese, Viktor Orban. E così Budapest guarda alla Russia di Vladimir Putin ed è diventata il primo Paese dell'Ue ad autorizzare l'uso dello Sputnik V, ma non solo. Il Paese ieri ha anche autorizzato le dosi del vaccino di AstraZeneca e Oxford, che nel Regno Unito è già in fase di somministrazione da settimane ma a livello comunitario è ancora sotto esame da parte dell'Ema, l'Agenzia europea per i medicinali. E ci sono anche discussioni con Pechino per il vaccino di Sinopharm.

Lo Sputnik V

Le autorità russe hanno approvato lo Sputnik V nell'agosto dello scorso anno, rendendolo il primo vaccino contro il Covid-19 certificato in tutto il mondo. La rapida approvazione, che è sembrata più una mossa propagandistica che una scelta basata sull'evidenza, ha fatto nascere diversi dubbi. L'approvazione addirittura è arrivata prima che fossero conclusi importanti studi di Fase III per testare l'efficacia e la sicurezza del prodotto. I dati su quest'ultima fase della sperimentazione dovrebbero essere pubblicati la prossima settimana sulla rivista The Lancet, ha detto Kirill Dmitriev, capo del fondo di investimento statale russo RDIF, responsabile della commercializzazione all'estero del vaccino. Mosca afferma che è efficace al 91,4 per cento, sebbene non sia stato ancora rilasciato un set completo di dati sulle sue sperimentazioni, ma i rusultati dei primi utilizzi sembrano promettenti.

L'apertura di Merkel

Al momento oltre 1,5 milioni di persone hanno ricevuto l'iniezione in Russia da quando il Paese ha lanciato la sua campagna di vaccinazione a dicembre. Il siero è stato approvato al momento in 11 Paesi tra cui l'Argentina, Venezuela, Turkmenistan e gli Emirati Arabi Uniti. Gli alleati di Mosca, Bielorussia e Serbia, sono state le uniche nazioni europee ad averlo autorizzato prima dell'Ungheria. E adesso che la procedura per l'approvazione è stata anche inoltrata all'Ema la Germania di Angela Merkel, tra i primi ad aprire due settimane fa allo Sputnik V, si è offerta di aiutare le autorità russe a gestire la pratica. "Al di là di tutte le differenze politiche che sono attualmente grandi, possiamo comunque lavorare insieme in una pandemia, per una questione umanitaria", ha detto la cancelliera.

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