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Sabato, 27 Aprile 2024
Sicurezza stradale

La strage di ciclisti e pedoni nelle città, l'Ue: "Mancano infrastrutture adeguate"

Nei centri urbani chi va a piedi o su due ruote rappresenta il 70% dei morti in incidenti stradali. In Italia, le vittime tornate ai livelli pre-pandemia

Nel 2022, le vittime della strada in Europa sono state circa 20.600, in aumento del 3% rispetto all’anno precedente. Ma quello che più colpisce è il dato sui centri urbani, dove il 70% dei morti sono stati pedoni, ciclisti e motociclisti. È quanto emerge dai dati preliminari della Commissione europea sulla sicurezza stradale nell'Ue. 

Nel 2022, le strade più sicure sono state quelle della Svezia, dove si sono registrate 21 morti per milione di abitanti, seguita da quelle della Danimarca, con 26 decessi per milione di abitanti. Il tasso di mortalità più elevato è stato registrato in Romania, dove le vittime sono state 86 ogni milione di abitanti. Alto anche il tasso di vittime in Bulgaria (78). La media Ue è stata di 46 decessi ogni milione di abitanti. L'Italia si piazza al di sopra della media europea: l'anno scorso sono morte 53 persone ogni milione di abitante a causa di un incidente stradale, lo stesso numero del 2019, l'anno pre-pandemia. In altre parole, il periodo di relativa calma sulle strade dovuto alla pandemia non è servito a migliorare la sicurezza. Lo stesso è avvenuto in Olanda e Francia, mentre in Polonia e Lituania si è registrata una riduzione drastica di vittime e incidenti.

Figure 2: Preliminary number of road fatalities per million inhabitants by country, 2022

Stando ai dati risalenti al 2021 (per il 2022 non sono ancora disponibili dati dettagliati) nell'Ue il 52% delle vittime ha perso la vita su strade extraurbane, il 39% in aree urbane e il 9% in autostrada. Ogni 4 vittime della strada, 3 erano uomini (78%). Sul totale delle vittime della strada, il 45% erano conducenti o passeggeri di autovetture, il 18% pedoni, il 19% utilizzatori di veicoli a motore a due ruote (motociclette e ciclomotori) e il 9% ciclisti.

Nelle aree urbane la situazione appare invece molto diversa: gli utenti della strada vulnerabili (pedoni, ciclisti e motociclisti) hanno rappresentato poco meno del 70% del totale delle vittime. Gli incidenti con decessi che si sono verificati su strade urbane hanno visto coinvolti nella stragrande maggioranza dei casi automobili e autocarri, il che sottolinea la necessità di maggiori tutele per gli utenti della strada vulnerabili.

"Se da un lato è estremamente positivo il fatto che in molti Stati membri la bicicletta acquisisca sempre maggiore importanza all'interno del mix di mobilità - scrive la Commissione europea - dall'altro lato destano preoccupazione i dati che riguardano il numero di ciclisti uccisi sulle strade dell'Ue.  Poiché continuano soprattutto a mancare infrastrutture adeguate, tra i vari utenti della strada i ciclisti sono l'unico gruppo non interessato da un significativo calo di incidenti mortali nell'ultimo decennio. In Francia, ad esempio, i dati preliminari per il 2022 rivelano un aumento del 30% degli incidenti mortali per i ciclisti rispetto al 2019".

L'Italia non si sottrae a questo trend: i morti su strada nei centri urbani tra il 2018 e il 2020, sempre secondo i dati della Commissione europea, sono stati oltre 8.400. Di questi, il 36% erano pedoni, il 13,3% ciclisti e il 18,5% motociclisti. 

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