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Sabato, 27 Aprile 2024
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Sputnik in ritardo e contratti a rischio. Paesi in rivolta per le dosi acquistate e mai arrivate

L’Iran ha ricevuto solo 2 milioni di vaccini sui 60 milioni ordinati. Fiale mancanti anche in Messico, Bolivia e Guatemala. L’Argentina minaccia di stracciare gli accordi

L’11 agosto il vaccino anti-Covid Sputnik V compirà un anno dalla sua registrazione al ministero della Salute russo. Ma quello che si presentava al mondo come il primo farmaco capace di immunizzare le persone dal rischio di contagio da coronavirus ha nettamente deluso le aspettative dei Paesi che lo hanno acquistato. Questi ultimi lamentano infatti di aver ricevuto una minima parte delle dosi ordinate e di essere ancora in attesa della stragrande maggioranza delle fiale. E mentre i ritardi si accumulano, il mondo fa i conti con la recrudescenza della pandemia favorita dalle nuove varianti.

I primi a fare le spese dei ritardi del Fondo statale russo per gli investimenti diretti - responsabile della commercializzazione del vaccino all’estero - sono i cittadini iraniani. Tehran aveva ordinato 60 milioni di dosi per proteggere la parte più vulnerabile dei suoi 83 milioni di abitanti. A oggi, il Paese mediorientale ha ricevuto appena due milioni di dosi, molte delle quali sono arrivate solo nelle ultime settimane (a fine giugno i vaccini consegnati erano circa 920.000). Nel tentativo di aumentare la fornitura, riporta la Bbc, Mosca e il governo di Tehran hanno siglato una una joint venture per produrre lo Sputnik V in Iran. Nel mentre, la autorità iraniane hanno dovuto bussare ad altre porte per ricevere dosi da altri Paesi. Principalmente grazie alla Cina, sono arrivati altri 5 milioni di vaccini.

A lamentarsi per i ritardi e per le dosi che arrivano col contagocce è anche il Guatemala, uno dei primi Stati ad aver puntato sul vaccino russo. Ad aprile, il governo guatemalteco aveva versato quasi 80 milioni di dollari di anticipo nella speranza di ricevere al più presto 8 milioni di dosi, ma a fine giugno ne erano arrivate solo 150.000. È andata leggermente meglio in Bolivia, dove finora sono arrivate 745.000 dosi a fronte di un ordine da 5,2 milioni. 

Altri due grandi Paesi, Messico e Argentina, si aspettavano ingenti forniture dalla Russia. Il Messico finora avrebbe ricevuto solo 4,1 milioni di dosi su 24 milioni attesi, mentre un esponente del governo di Buenos Aires ha scritto una lettera di lamentela ai produttori dello Sputnik per ricordare che il Paese sta ancora aspettando oltre 18 milioni di dosi. “A questo punto, l'intero contratto è a rischio”, ha comunicato lo staff presidente Alberto Fernandez alle autorità di Mosca. Queste ultime avranno ben altro a cui pensare, visti i ritardi della campagna di vaccinazione: poco meno del 25% degli adulti ha ricevuto la prima dose, mentre i completamente vaccinati sono appena il 16,5%.

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