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Sabato, 27 Aprile 2024
Stipendi e inflazione / Francia

Dopo le raffinerie, gli scioperi bloccano anche la centrale nucleare più potente di Francia

Non si fermano le proteste sindacali all'interno delle compagnie energetiche. Il governo precetta i lavoratori in un impianto, ma i disagi alle pompe restano

Dopo le raffinerie, gli scioperi dei lavoratori in Francia colpiscono anche la centrale nucleare più potente del Paese, quella di Gravelines. Anche qui, gli operai chiedono salari più alti e minacciano di ritardare il collegamento alla rete elettrica di un reattore che era stato chiuso per manutenzione. Un ritardo che potrebbe sommarsi a quello di altre centrali atomiche francesi, chiuse da mesi per lavori di messa in sicurezza, e dove gli scioperi vanno avanti da diversi giorni. Il tutto mentre la Cgt, il più importante sindacato transalpino, ha invitato tutti i suoi iscritti del settore energetico a unirsi alla protesta.  

Lo scontro sulle raffinerie

La situazione più critica, soprattutto per i risvolti immediati sui trasporti, riguarda le raffinerie. Dopo settimane di tensioni tra Cgt e le aziende petrolifere TotalEnergies e Esso France, il governo ha deciso di usare il pugno duro per precettare i lavoratori di almeno una raffineria e far ripartire le consegne di carburante alle stazioni di servizio. Parigi sostiene che solo il 15% delle pompe del Paese siano a secco di benzina, ma i media, tra l'altro sulla base di dati raccolti dallo stesso governano, riportano che almeno un terzo delle stazioni ha ancora difficoltà a rifornirsi di carburante.  

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Le raffinerie al momento ferme per i blocchi dei lavoratori sono sei sulle sette attive in Francia. La Cgt chiede un aumento del salario base pari al 10%, una parte come adeguamento all'inflazione e l'altra come compartecipazioni ai profitti straordinari registrati dalle aziende con la crisi energetica. Sia il gigante di casa TotalEnergies, sia ExxonMobil, la multinazionale Usa che controlla Esso France, hanno proposto un aumento del 6%, che però il sindacato ritiene non sufficiente. Anche il ministro dell'Economia, Bruno Le Maire, ha ammesso la necessità che gli stipendi dei lavoratori del comparto siano adeguati al costo della vita. 

Si ferma anche il nucleare

La protesta delle raffinerie va in parallelo a quella dei lavoratori di Edf, il gigante del nucleare controllato dallo Stato francese: qui, la richiesta è di un aumento del 5% dello stipendio lordo. Gli scioperi hanno colpito finora per lo più centrali ferme per manutenzioni, ma i dirigenti di Edf temono che queste proteste possano fermare la riapertura degli impianti in un anno in cui quasi la metà dei reattori francesi è rimasto improduttivo o per lavori programmati, o per problemi di sicurezza emersi di recente. Una situazione che, nel pieno della crisi energetica, ha portato a una contrazione notevole dell'elettricità prodotta da questi impianti, i quali in tempi normali coprono circa il 70% del fabbisogno elettrico del Paese. 

A peggiorare il quadro lo sciopero proclamato in queste ore alla centrale di Gravelines, la più potente di Francia e dell'Europa occidentale. Qui i lavoratori minacciano di ritardare il collegamento alla rete di uno dei sei reattori da 900 MW, che doveva tornare in produzione entro fine anno dopo la chiusura per manutenzione. Un'eventualità che potrebbe avere un impatto sulle aziende che dipendono dall'elettricità nucleare. 

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