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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Rivolta contro il Green Pass in Francia, vandalizzati due centri vaccinali

Manifestazioni nel fine settimana contro la stretta voluta da Macron. Una deputata ha invitato i dimostranti ad “assediare” i parlamentari favorevoli al provvedimento e “invadere” i loro uffici

In Francia questo fine settimana è stata rivolta contro le nuove misure imposte da Emmanuel Macron che impongono vaccinazioni obbligatorie per gli operatori sanitari e l'utilizzo del Green Pass per accedere alla maggior parte dei luoghi pubblici. Due centri di vaccinazione contro il coronavirus sono stati vandalizzati durante le proteste contro l'introduzione delle norme: il primo centro vaccinale è stato deturpato con graffiti e allagato venerdì notte a Grenoble, nel sud-est del Paese. Il giorno dopo, è stata presa di mira una clinica a Urrugne, vicino Biarritz, nel sud-ovest della nazione, parzialmente distrutta da quello che i media locali hanno definito un incendio doloso.

A soffiare sul fuoco delle tensioni è stata la deputata di opposizione Martine Wonner che ha chiesto ai manifestanti di "assediare" i parlamentari che supportavano le misure restrittive e di “invadere i loro uffici”. Vicina alle posizioni No-vax, Wonner ora potrebbe finire sotto inchiesta ed è stata già espulsa dal suo gruppo politico di opposizione, Libertà e Territori, dopo che il presidente dello stesso, Bertrand Pancher, ha definito le sue parole “inaccettabili” e “intollerabili”. Più di 111mila persone sono morte con il Covid-19 in Francia durante la pandemia e al momento solo poco più della metà della popolazione ha ricevuto una prima dose e meno del 40 per cento ha ricevuto entrambe le iniezioni.

I sondaggi suggeriscono che nel Paese c'è una diffusa esitazione nei confronti del vaccino e uno studio di Ipsos fatto alla fine dello scorso anno ha rilevato che solo il 40per cento degli intervistati si diceva pronto a ricevere un vaccino contro il coronavirus. L'annuncio di Macron della scorsa settimana ha però convinto in un giorno solo un milione di persone a iscriversi nelle liste per ricevere la dose, dando ragione alla linea dura voluta dal governo.

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