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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il caso

“I Paesi dell’Est Europa negano la protezione ai rom in fuga dall’Ucraina”

I governi non concedono l’assistenza garantita agli altri rifugiati con la scusa della doppia cittadinanza dei membri della minoranza etnica: l’accusa delle ong

I governi del gruppo di Visegrad si rifiutano di dare protezione agli sfollati di etnia rom della guerra in Ucraina. L’accusa arriva dalle organizzazioni non governative a tutela dei diritti umani che lamentano la discriminazione da parte delle autorità di Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Polonia nei confronti delle famiglie rom in fuga dal conflitto. Il caso più eclatante si è verificato a Praga, dove gli sfollati hanno trovato riparo nella stazione ferroviaria dopo il no delle autorità all’assistenza garantita alle altre persone in fuga dall’Ucraina.  

“Vedere i bambini piccoli che dormono sul pavimento è del tutto inaccettabile", ha detto al quotidiano locale Právo il fondatore della ong Cesi pomahaji (I cechi aiutano), Jaroslav Miko. “Stiamo trasportando molti rom in altri Paesi europei a nostre spese”, ha aggiunto l’attivista. La gran parte dei rifugiati trasferiti dall’ong sono stati accolti in Germania, Norvegia e Irlanda, scrive la testata web Euractiv.

Le autorità dei Paesi finiti sotto accusa starebbero negando la protezione soprattutto ai rom con doppio passaporto ucraino e ungherese. Il ministro dell’Interno della Repubblica Ceca ha affermato senza mezzi termini che queste persone non hanno diritto all’assistenza finanziaria in quanto non fuggono dalla guerra. Con simili argomentazioni i rom sarebbero stati lasciati senza protezione anche in Polonia e in Slovacchia. 

La doppia cittadinanza è stata concessa a molti rom residenti in Ucraina nel ‘lontano’ 2011, per una scelta del governo ungherese per tutelare i connazionali che vivevano nei Paesi confinanti. Secondo Béla Rácz, attivista per i diritti dei rom in Ungheria, si trattò di una mossa elettorale per far votare le persone di discendenza ungherese alle elezioni nazionali. 

Fatto sta che la doppia cittadinanza viene ora usata come alibi dai governi dell’Est Europa per chiudere le porte dell’assistenza garantita a tutti gli altri ucraini ai soli membri della comunità rom. Persino l’Ungheria non starebbe trattando le famiglie rom come gli altri rifugiati ucraini dal momento che "i cittadini ungheresi hanno il diritto di libera circolazione e soggiorno all'interno dell’Unione europea, che è concessa a tutti i cittadini dei Paesi membri”, ha chiarito il ministero dell'Interno di Budapest. Una situazione che rischia di emarginare ancora di più una comunità che ha dovuto lasciare il proprio Paese di provenienza e che ora fa fatica a trovarne uno di destinazione.

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