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Sabato, 27 Aprile 2024
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"Informiamoli a casa loro": la ricetta di Strasburgo contro lo sfruttamento dei minori migranti

Un rapporto del Consiglio d'Europa afferma che è necessario spiegare ai minori migranti cosa li attende quando arriveranno in Europa, per evitare traumi e migliorare le loro possibilità di integrazione

Sono migliaia le persone che si mettono in cammino verso l'Europa in cerca di un futuro migliore. Persone che non sanno però veramente cosa li attende e viaggiano verso un sogno piuttosto che verso una realtà conosciuta. E questo è vero soprattutto per i più piccoli, che invece dovrebbero essere informati di quello che gli accadrà, per evitare traumi e brutte sorprese.

Il rapporto

Lo sottolinea un nuovo rapporto del Consiglio d’Europa che afferma che i minori migranti, a tutte le tappe viaggio verso l’Europa, “dovrebbero ricevere informazioni adatte e comprensibili, che riflettano le realtà e le difficoltà che potrebbero incontrare nel loro nuovo ambiente”. E a questo scopo servirebbero degli operatori che lavorino a stretto contatto con loro, in quanto, afferma il Consiglio “il modo più efficace per trasmettere tali informazioni è l’incontro e lo scambio verbale diretto con figure professionali con formazione adeguata, di cui i bambini si fidano”, e poi sono necessari “opuscoli e altro materiale stampato in un linguaggio chiaro”, per “completare tali informazioni”.

La carenza di informazioni

Lo studio sottolinea il fatto che i bambini hanno raccontato che, prima di lasciare il loro paese, non avevano ricevuto informazioni sulle difficoltà che avrebbero dovuto affrontare nel corso del viaggio e sull’integrazione nel paese di accoglienza mentre durante il viaggio, ma avevano ricevuto informazioni incomplete dai parte dei trafficanti.

Prevenire gli abusi

Il Consiglio sottolinea che “per prevenire la violenza, gli abusi sessuali e la tratta, è fondamentale informare i bambini, in particolare le ragazze, su questi rischi, nonché sui diversi ruoli delle autorità di protezione dei minori”. Il rapporto afferma che “i bambini dovrebbero capire a quali diritti legali e sociali hanno diritto, essere informati sui meccanismi di reclamo, sull'accesso a scuola e all'assistenza sanitaria, sulla durata e sui probabili risultati di varie procedure” e soprattutto “dovrebbero ottenere informazioni accurate e coerenti sul paese in cui si trovano, sulle procedure di transito e sulla loro vita dopo i 18 anni in modo che abbiano una chiara comprensione del loro possibile percorso di integrazione”.

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