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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il premier belga e la pornostar italiana: lo scandalo che a Bruxelles non è scandalo

Il primo ministro De Croo, sposato e con due figli, avrebbe tentato un approccio via chat con l'attrice hard Eveline Dellai. Ma la notizia ha fatto scalpore solo da noi

Lo scandalo che scandalo non è, almeno in Belgio. E' la strana storia del presunto abbordaggio da parte del premier belga Alexander De Croo, il quale, sposato e padre di due figli, avrebbe flirtato via chat con una pornostar. La notizia risale al 2020, ma a parte una rivista scandalistica fiamminga, nessun media del Belgio se l'è filata. Vuoi anche (forse) perché all'epoca De Croo premier non era. Diverso il discorso in Italia, dove a due anni di distanza, complice le rivelazioni della diretta interessata, quotidiani più o meno noti hanno rilanciato l'indiscrezione, alcuni tratteggiandola come uno scandalo che indignato Bruxelles. Il che è falso, ma potrebbe anche essere vero.

Per spiegare il paradosso, andiamo per gradi. Innanzitutto l'interesse italiano sembra motivato da orgoglio nazionalistico (che in questa estate di trionfi internazionali viaggia ad alti livelli): la pornodiva è infatti Eveline Dellai, attrice italo-ceca, che ha ammesso alla rivista Mow di aver intrattenuto delle conversazioni con De Croo via chat (ma nulla più), per via dell'interessamento di un certo  Dennis Black Magic, al secolo Dennis Burkas, produttore belga di pornografia, che si trova ora in carcere, accusato di aggressione e stupro da parte di un'altra attrice hard in Belgio.

Sarebbe stato proprio Burkas a rendere note ai media belgi le presunte avances di De Croo a Dellai. Ma le sue informazioni non sono state riprese dalla stampa locale se non sulla rivista scandalistica P-Magazine a due riprese. Qui Brukas, già in carcere, racconta di essere stato contattato dai legali dello stesso premier e fa intendere che dietro le sue vicissitudini giudiziarie ci sarebbe una sorta di punizione del "sistema" politico nei suoi confronti. Un modo per screditarlo visto che il presunto scandalo avrebbe compromesso la nascita dell'attuale governo di larga coalizione.  

Questo aspetto della vicenda trova eco in un libro di un giornalista, Wouter Verschelden, il quale, nel suo "I becchini del Belgio" ricostruisce le lunghe trattative che hanno portato alla nomina di De Croo, avvenuta nell'ottobre 2020, ossia dopo più di un anno dalle elezioni legislative del maggio 2019. Secondo Verschelden, le voci del flirt con la pornodiva italiana avrebbero ostacolato la formazione della coalizione: De Croo sarebbe stato ricattabile e quindi non adatto a guidare il Paese in un momento così delicato, in piena pandemia e crisi economica. Nel suo libro, Verschelden sostiene che le avances del premier sarebbero cominciate già nel 2019, e non nel 2020 come sostiene Dellai nell'intervista a Mow. 

Che tutto questo sia vero o meno, resta il fatto che in Belgio la stragrande maggioranza dei media continua a non interessarsi alla vicenda. Nessuno scandalo, almeno a livello pubblico, a differenza di come lo descrive la stampa italiana. Certo, dalle parti di Bruxelles non si può dire che il panorama mediatico sia tra i più plurali del mondo occidentale: i media sono concentrati nelle mani di pochi blocchi di potere, tanto quelli francofoni, quanto quelli fiamminghi. Mentre il governo abbraccia quasi tutto lo spettro politico, dai socialisti del Ps alla destra separatista del N-Va.  

      

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