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Venerdì, 26 Aprile 2024
La mossa / Ucraina

Già violato l'accordo sul grano, la Russia bombarda il porto di Odessa

Secondo l'intesa siglata ieri i luoghi da cui passano le esportazioni non dovevano essere più attaccati. Kiev: "È come se Putin avesse sputato in faccia a Onu e Turchia"

Non sono passate neanche 24 ore dalla firma dell'accordo per permettere la ripartenza delle esportazioni di grano dall'Ucraina che la Russia lo avrebbe già violato e tre porti del Paese, tra cui quello di Odessa, sarebbero stato bombardati da Mosca. Secondo quanto reso noto dal comando meridionale ucraino le forze militari russe avrebbero lanciato 4 missili Kalibr, due dei quali sono stati abbattuti dalla contraerea, in violazione del patto firmato ieri, con la mediazione di Onu e Turchia, nel quale Mosca si era impegnata a non colpire i porti da cui viene esportato il grano.

"Ci sono volute meno di 24 ore alla Russia per lanciare un attacco missilistico contro il porto di Odessa per mettere in dubbio gli accordi e le promesse fatte all'Onu e alla Turchia nel documento firmato ieri a Istanbul", si legge in un comunicato dell'ambasciata ucraina ad Ankara La nota sottolinea "la necessità di una attuazione rigorosa degli accordi sulla ripresa delle esportazioni sicure di prodotti agricoli dai tre porti di Odessa, Chornomorsk e Yuzhnoye", e in cui si afferma che la Russia avrebbe la " piena responsabilità per l'aggravarsi della crisi alimentare globale nel caso in cui gli accordi raggiunti non siano attuati". "E' sostanzialmente come se Vladimir Putin avesse sputato in faccia del Segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, e al Presidente turco, Recep Yayyip Erdogan", ha scritto su Facebook Oleg Nikolenko, il portavoce del ministero degli Esteri di Kiev.

Mosca non ha invece ancora commentato direttamente il fatto, ma il ministro della Difesa turco, Hulusai Akar, ha detto che funzionari russi avevano detto ad Ankara che la Federazione "non aveva nulla a che fare" con gli attacchi al porto ucraino di Odessa. "Nel nostro contatto con la Russia, i russi ci hanno detto che non avevano assolutamente nulla a che fare con questo attacco e che stavano esaminando la questione molto da vicino e in dettaglio", ha affermato Akar in una nota.

Non è ancora chiaro quale fosse l'obiettivo dei missili e se è stata colpita qualche infrastruttura per il grano. Tecnicamente la Russia potrebbe non aver violato l'accordo, dal momento che non si è impegnata a evitare di attaccare le parti dei porti ucraini che non sono utilizzate direttamente per le esportazioni di grano, secondo un alto funzionario delle Nazioni Unite. Insomma se ci fossero stati obiettivi militari nelle vicinanze, Mosca potrebbe avere una scusa. Tuttavia, i danni sembravano essere ingenti e Mykola Solskyi, il ministro dell'Agricoltura del paese, ha affermato che gli attacchi avrebbero influenzato gli sforzi dell'Ucraina per esportare grano. "Se attacchi un porto, attacchi tutto", ha detto in un'intervista telefonica riportata dal New York Times. “Utilizzi molte delle stesse infrastrutture che usi per il petrolio anche per il grano", e il bombardamento "ha un impatto su tutto, non importa cosa colpisci". Solskyi ha aggiunto che alcune delle infrastrutture distrutte sono "importanti per elaborare tutte le importazioni", ma ha garantito che l'Ucraina procederà come se l'accordo sul grano fosse ancora in vigore.

L'Unione europea ha condannato “fermamente” l'attacco al porto di Odessa. “Colpire un obiettivo cruciale per l'esportazione di grano un giorno dopo la firma degli accordi di Istanbul è particolarmente riprovevole e dimostra ancora una volta il totale disprezzo della Russia per il diritto e gli impegni internazionali", ha scritto in un tweet l'Alto Rappresentante Josep Borrell. Anche il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ha condannato "inequivocabilmente" gli attacchi e affermato, con una nota di un portavoce, che l'attuazione degli accordi è “imperativa”.

L'intesa siglata nella capitale turca ieri dal ministro della Difesa russo Sergei Shoigu e quello delle Infrastrutture ucraino, Oleksandr Kubrakov, punta a consentire il via libera definitivo al passaggio di almeno 22 milioni di tonnellate di grano ucraino attraverso il Mar Nero. Le parti hanno dato il proprio assenso alla proposta di costituire un centro di coordinamento a Istanbul, che con la partecipazione di delegati di Russia, Ucraina, Turchia e Nazioni Unite monitori e tracci il percorso della navi in uscita. La marina turca ha dato la disponibilità a scortare le navi una volta entrate in acque internazionali e in acque turche, attraverso gli stretti di Bosforo e Dardanelli. Secondo le Nazioni Unite circa il 50% del grano bloccato nei porti ucraini è destinato a progetti del World Food Programme in Africa. Il rischio che le derrate marciscano nei porti bloccati dalla guerra pone sull'orlo della carestia diversi Paesi dell'Africa subsahariana

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