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Sabato, 27 Aprile 2024
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La Francia come la Libia: "Le barche dei migranti affondate dalla polizia"

Un'inchiesta internazionale denuncia i metodi violenti delle autorità francesi per fermare le imbarcazioni cariche di irregolari dirette nel Regno Unito. Dal 2023, almeno 24 di loro sono morti al largo delle coste transalpine

Barche speronate e gommoni forati mentre si trovavano in mare. Mettendo a rischio la vita delle persone a bordo e in palese violazione della legge. Sono le tecniche che la polizia e la guardia costiera francesi starebbero attuando per fermare le partenze dei migranti dalle sue coste verso il Regno Unito. Tecniche che ricordano da vicino quelle delle autorità libiche, accusate di aver provocato decine di morti nel Mediterraneo, e che farebbero parte del pugno duro concordato tra Parigi e Londra per chiudere la rotta sempre più trafficata della Manica. Un accordo che prevede per la Francia una "ricompensa" di circa 580 milioni di euro. È quanto denuncia una inchiesta condotta dal team di giornalisti investigativi di Lighthouse reports in collaborazione con i quotidiani Le Monde, The Observer e Der Spiegel.

Sulla base di video, immagini e testimonianze, l'inchiesta è riuscita a ricostruire una serie di interventi altamente pericolosi condotti dalla polizia transalpina nei confronti delle imbarcazioni di migranti partite dal nord del Paese in direzione del Regno Unito. Stando ai dati delle autorità britanniche, nel 2023 quasi 30mila persone hanno raggiunto le loro coste su queste imbarcazioni. Nel 2022 erano state 45mila. Dietro il calo delle partenze c'è l'accordo di cooperazione sottoscritto da Londra e Parigi, che prevede lo stanziamento di ingenti risorse da parte del governo britannico per aumentare i controlli e l'acquisto di nuovi mezzi per la polizia francese.  

Un video raccolto da Lighthouse reports mostra una motovedetta transalpina mentre ruota ad alta velocità intorno a una barca piena zeppa di migranti al largo di Dunquerke: si vedono le onde sollevarsi dalla scia della motovedetta e abbattersi sull'imbarcazione, facendola oscillare pericolosamente. Alla fine, i migranti decidono di tornare a riva. La manovra, secondo diversi esperti marittimi consultati dal quotidiano francese Le Monde, avrebbe potuto provocare delle vittime: in caso di ribaltamento, le motovedette della polizia non sono adatte a effettuare operazioni di salvataggio. "Questo video mi ha scioccato", dice a Le Monde Kevin Saunders. "Sono sorpreso che i francesi facciano questo perché è contrario alla loro interpretazione del diritto del mare."

In effetti, alla polizia transalpina è formalmente vietato intervenire quando piccole imbarcazioni sono già in mare. In una direttiva ristretta del 10 novembre 2022, il prefetto marittimo della Manica e del Mare del Nord, Marc Véran, ha ricordato che "il quadro dell'azione di mezzi che agiscono in mare (…) anche nella fascia costiera di 300 metri (…) è quello della ricerca e del soccorso in mare” e "non consente azioni coercitive per combattere l'immigrazione clandestina". In altre parole, la polizia francese può impedire alle barche di migranti di partire, ma non può costringerle a tornare a riva con la forza quando sono già in mare.

Eppure, le testimonianze raccolta dall'inchieste rivelano metodi ancora più rischiosi e potenzialmente mortali usati dalle autorità transalpine, come lo "speronare una piccola imbarcazione minacciando i passeggeri con spray al peperoncino" e "forare le barche mentre sono già in mare, costringendo le persone a tornare a riva a nuoto", scrive Lighthouse reports. "Eravamo a diverse decine di metri dalla costa quando un gommone con cinque o sei agenti di polizia si è avvicinato e ha forato la nostra imbarcazione", ha raccontato a Le Monde Ziko, migrante sedicenne (il nome è di fantasia). A bordo c'erano circa cinquanta passeggeri, che sono caduti tutti in acqua. "Avevo l’acqua fino al petto, era molto pericoloso. C'erano bambini che venivano portati a debita distanza dagli adulti per non annegare", racconta ancora Ziko.

La sua testimonianza ha trovato una conferma indiretta nella denuncia alla procura di Boulogne-sur-Mer presentata da un membro della guardia costiera, Rémi Vandeplanque. Nella denuncia si legge che l'11 agosto 2023, la polizia avrebbe contattato il suo equipaggio per forare un gommone con una decina di migranti a bordoc che si trovava al largo della costa francese. Un'azione che l'equipaggio si è rifiutato di effettuare. 

Non ci sono prove del fatto che le azioni di contrasto della polizia transalpina alle partenze dei migranti verso il Regno Unito abbiano provocato morti. Di sicuro, c'è che negli ultimi mesi, in parallelo con l'attuazione dell'accordo con il Regno Unito, "abbiamo osservato un aumento degli eventi drammatici" che hanno coinvolto le barche di migranti "per lo più in riva al mare", ha detto il procuratore di Boulogne-sur-Mer, Guirec Le Bras. In totale, secondo una stima della prefettura del Nord, dal 2023 nella parte francese della Manica sono morte annegate ventiquattro persone.

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