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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"Deputati a casa, ma chiedono rimborso viaggi", ma il Parlamento dice 'no'

I parlamentari Ue rimasti bloccati a Bruxelles per la quarantena ricevono oltre 300 euro al giorno per far fronte alle spese. Un benefit di cui non gode chi è invece nel proprio Paese. Da qui, la richiesta che ha scatenato le proteste sul web

È la vigilia della seduta plenaria del Parlamento europeo, la prima nella quale sarà consentito il voto a distanza. Una decisione che permetterà la partecipazione ai lavori dell’Aula anche agli eurodeputati costretti a restare a casa per prevenire il contagio del coronavirus. Ma restare nel proprio Paese d’origine avrà un ‘costo’ per gli eurodeputati, abituati a ricevere circa 323 euro giornalieri - in aggiunta allo stipendio mensile - ogni volta che si trovano a Bruxelles o Strasburgo per impegni istituzionali. Tale somma, stando alle regole, non sarà infatti corrisposta a chi voterà da casa.

Le richieste

Una regola mal digerita da alcuni eurodeputati che, pur rimanendo nella propria città, hanno chiesto di ricevere comunque la somma prevista per far fronte alle spese di permanenza a Bruxelles o a Strasburgo. “L’importante è il voto, un impegno che rimane, nonostante l'ubicazione del lavoro parlamentare. Ecco perché dovremmo considerare di mantenere le indennità per i deputati”, ha affermato la liberale tedesca Nicola Beer, secondo quanto riportato dalla testata euobserver.com

Un altro deputato che si sarebbe espresso in tal senso - secondo il giornale online - sarebbe il polacco Karol Karski, membro del gruppo dei Conservatori e Riformisti. Più che di un mancato rimborso, gli eurodeputati che hanno fatto sentire la propria voce parlano di una ‘sanzione’, vissuta come ingiusta.

Oltre 300 euro al giorno agli 'isolati' a Bruxelles

A rendere più amaro il boccone da mandar giù per chi è rimasto a casa è la decisione di estendere la diaria di 323 euro agli eurodeputati rimasti bloccati a Bruxelles perché hanno avuto contatti con persone positive al virus o per altre ragioni che sconsigliano il viaggio di ritorno, e che dunque non sono potuti tornare nel proprio collegio di provenienza.

Le regole vigenti 

“Le regole parlano chiaro, chi non viene a Bruxelles non riceverà la diaria di 323 euro”, spiegano i portavoce dell’Eurocamera, i quali ricordano che tutte le decisioni in materia di stipendi e compensi spettano solo al Bureau, l’Ufficio di presidenza del Parlamento europeo nel quale siedono il presidente, i vice-presidenti e i questori. Nella riunione politica, prevista per questa sera, l’argomento potrà quindi essere anche discusso, ma di certo non si potrà prendere alcuna decisione. La presidenza del Parlamento europeo fa comunque sapere che David Sassoli ha bloccato qualsiasi ipotesi in tal senso.

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