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Sabato, 27 Aprile 2024
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Deputati si arricchivano con gli appalti per le mascherine, lo scandalo che scuote la Germania

Un parlamentare della Cdu della cancelliera Merkel è stato costretto a lasciare la politica, un altro del partito fratello Csu è finito sotto inchiesta per affari fatti durante la pandemia

La lista di chi tenta di arricchirsi con la pandemia continua ad aumentare. Questa volta il protagonista è Nikolas Loebel, un deputato della Unione cristiano-democratica (Cdu), il partito della cancelliera Angela Merkel, che questa mattina ha annunciato le sue dimissioni, a seguito delle pressioni degli ultimi giorni, iniziate dopo che è emerso che la sua azienda ha incassato centinaia di migliaia di euro grazie ad alcune forniture di mascherine durante la prima ondata di coronavirus.

Loebel ha confermato che la sua impresa aveva incassato circa 250mila euro per un ruolo di mediazione nella stipula di contratti per la fornitura di mascherine tra due aziende private di Mannheim e Heidelberg e il land del Baden-Wüerttemberg. Per questo, come spiega Abc, l’uomo ha detto che si dimetterà dal suo mandato parlamentare e non si ripresenterà alle elezioni per il Bundestag. Il deputato ha anche annunciato l'immediata uscita dal gruppo parlamentare della Cdu. "Per evitare ulteriori danni al mio partito, rinuncio al mandato del Bundestag con effetto immediato. Mi assumo la responsabilità delle mie azioni e ne traggo le necessarie conseguenze politiche", ha detto.

Ma Loebel non è l’unico a scuotere la politica tedesca, c’è anche Georg Nuesslein, membro dell’Unione cristiano-sociale (Csu), il partito fratello della Cdu in Baviera, che è stato accusato di corruzione nell’approvvigionamento di maschere di protezione dal coronavirus ed è indagato dalla procura di Monaco di Baviera. Secondo l'accusa Nuesslein avrebbe ricevuto ben 660mila euro, anche lui per mediare un accordo tra un'azienda privata e lo Stato tedesco. Pur negando le accuse ha deciso di dimettersi dal ruolo di vicecapogruppo della Csu e ha annunciato che non si candiderà al Bundestag alle prossime elezioni. Armin Laschet, presidente della Cdu, ha garantito che la politica “sta cercando di proteggere in tutti i modi delle persone dalla pandemia” e ha aggiunto che “chiunque faccia affari con dispositivi necessari per proteggersi non può essere un rappresentante del popolo e deve dimettersi il prima possibile”. Laschet ha sottolineato che la stessa regola deve valere “per tutti in tutti i partiti, che siano Cdu o Csu. I rappresentanti del popolo non possono trarre vantaggio da una crisi”.

Tutto questo avviene in un anno cruciale per la Germania. Infatti, come ricorda Dw, il 26 settembre 2021 sono previste le elezioni per scegliere il nuovo parlamento nazionale e determinare chi succederà alla Merkel. Scandali di questo genere sicuramente non giovano alla reputazione del partito.

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