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Sabato, 27 Aprile 2024
L'accordo

Sei Paesi africani cominceranno a produrre da soli vaccini mRna

L'annuncio dopo la conferenza organizzata tra le nazioni del continente e l'Ue. Si punterà alle licenze obbligatorie, per permettergli anche in futuro di fabbricare le proprie dosi

Egitto, Kenya, Nigeria, Senegal, Sudafrica e Tunisia saranno i primi Paesi africani a produrre vaccini anti-Covid basandosi sulla tecnologia mRna (come Moderna e Pfizer), grazie al Global mRna Technology Transfer Hub creato nel 2021. Lo ha annunciato a Bruxelles il direttore dell'Organizzazione mondiale della sanità, Tedros Adhanom Ghebreyesus, insieme a capi di Stato e di governo europei e africani, riuniti nella capitale belga per il summit Ue-Unione Africana. "Ci aspettiamo che i primi test clinici dei vaccini mRna prodotti in Africa avverranno dal quarto trimestre di quest'anno e le prime approvazioni arriveranno nel 2024", ha dichiarato Ghebreyesus.

Il tema della 'liberazione' della proprietà intellettuale sui vaccini è stato al centro di molte discussioni. Il presidente francese Emmanuel Macron, che ha la guida del semestre Ue, ha sintetizzato così la situazione: “La proprietà intellettuale non dovrebbe mai impedire che si diffondano le conoscenze scientifiche, l'idea di una licenza obbligatoria è una via da seguire per la collaborazione dell'organizzazione del commercio con l'Organizzazione mondiale della sanità: dopo aver realizzato gli impegni sulla donazione dei vaccini ora occorre trasferire la tecnologia in modo che la proprietà intellettuale non ostacoli la cooperazione e l'innovazione".

"Nel breve termine cosa impedisce la produzione di vaccini? Non è la proprietà intellettuale ma il trasferimento di tecnologia", ha aggiunto Macron in conferenza stampa al termine del Summit Ue-Africa, sottolineando che il Global mRna Technology Transfer Hub è stato creato per sostenere i produttori di vaccini nei Paesi a basso e medio reddito, favorendo il trasferimento di tecnologia. "Ci vogliono esperti che possano far funzionare le fabbriche", "sviluppare quindi capacità che anche alcuni Paesi europei non hanno", ha continuato il capo dell'Eliseo, secondo cui però "dobbiamo comunque proteggere la proprietà intellettuale perché è importante per continuare a creare, innovare, inventare”, ma questa “non deve mai essere un freno alla diffusione del sapere e alla creazione di capacità”.

In questo senso il compromesso proposto dalla Commissione è quello di puntare sulle licenze obbligatorie, licenze che il titolare del brevetto è tenuta a concedere a un’altra azienda capace di produrre il prodotto brevettato, quando il titolare non intende o può produrlo o importarlo in un determinato Stato, o lo fa in misura insufficiente a soddisfarne i suoi bisogni (come sta accadendo in Africa). Ma in quel caso però ci devono però essere all’interno del Paese le conoscenze, il know-how e la capacità produttiva all’altezza del compito, cosa che si punterà a costrire grazie al Global hub. “È importante avere una discussione costruttiva sulle licenze obbligatorie e le deroghe ai Trips. Abbiamo deciso che la Commissione Ue e quella dell'Unione africana si incontreranno sul dossier in primavera e per allora dovremo avere una soluzione", ha annunciato la presidente dell'esecutivo comunitario Ursula Von der Leyen.

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