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Sabato, 27 Aprile 2024
Transizione verde

Cosa sono gli F-gas e perché l'Europa vuole eliminarli

Il Parlamento spinge verso un'ulteriore riduzione delle emissioni causate dai fluorurati, utilizzati principalmente nei sistemi di refrigerazione, uno step necessario per gli obiettivi di neutralità climatica

I gas fluorurati ad effetto serra (detti anche F-gas) sono tra i principali responsabili del riscaldamento globale e sono per questo, da tempo, oggetto di discussione sulla loro eliminazione a livello europeo. Il mese scorso il Parlamento ha votato a favore di una revisione della legislazione esistente, con l'obiettivo di una maggiore riduzione degli F-gas sul mercato fino all’eliminazione completa del loro consumo e produzione entro il 2050. "Nella maggior parte dei casi in cui vengono usati, le alternative naturali sono facilmente disponibili", ha garantito Bas Eickhout, europarlamentare olandese dei Verdi che sta sostenendo in prima fila il dibattito.

Responsabili del rapido esaurimento dello strato di ozono, i più potenti gas fluorurati (utilizzati principalmente nella refrigerazione) clorofluorocarburi (Cfc) e idroclorofluorocarburi (Hcfc), erano stati vietati negli anni '80 dal Protocollo di Montreal, un trattato internazionale dell'Onu che lasciava aperta la porta solo agli idrofluorocarburi (Hfc), meglio noti come gas-F. Questi gas, utilizzati principalmente in frigoriferi e sistemi di aria condizionata, hanno però a quanto pare contribuito al riscaldamento globale molto più di quanto non abbiano fatto le emissioni di anidride carbonica: il loro impatto è fino a 24mila volte superiore a quello delle molecole di Co2, spiega Euractiv.

Il Protocollo è stato poi modificato nel 2016 dall'emendamento Kigali (nome della capitale ruandese, il Paese in cui fu raggiunto il nuovo accordo) nel tentativo di una ulteriore riduzione dei gas-F. Consapevoli del fatto che oggi circa il 2,5% delle emissioni totali di gas a effetto serra deriva proprio da questi ultimi, i legislatori europei ritengono ora necessario modificare il regolamento esistente, anche se le industrie che li utilizzano stanno già facendo pressione per ammorbidire il testo. 

Visto che le pompe di calore (uno dei principali alleati nella lotta al cambiamento climatico) sfruttano in gran parte proprio i gas fluorurati per produrre energia, il quadro si è fatto ancora più complicato. Le varie lobby dell'industria hanno cercato di sfruttare il ruolo centrale delle pompe di calore nella transizione energetica per ostacolare una regolamentazione più severa voluta invece dal Parlamento.

L'Epee, la "voce" dell'industria della refrigerazione, del condizionamento d'aria e delle pompe di calore in Europa (che rappresenta colossi come il sudcoreano Samsung), è stata la prima a farsi sentire. I vari enti industriali sostengono che l'impatto climatico degli F-gas sia trascurabile di fronte alla netta riduzione delle emissioni che offrono e questa appare in effetti un'argomentazione valida. L'analisi dell'Agenzia Internazionale dell'Energia (Iea) mostra infatti che la differenza di risparmio di Co2 tra il riscaldamento a base fossile e le pompe di calore è notevole, anche quando queste ultime funzionano con gas fluorurati.

Di fronte all'impiego sempre più diffuso di questi gas (che vengono utilizzati anche per le apparecchiature elettriche o negli anestetici, ad esempio), la proposta del Parlamento mira a ridurne il volume al 12% dei livelli del 2015 per il periodo che va fino al 2027. Ciò significa un aumento di un quinto rispetto alla proposta originale della Commissione del 2022. In generale, per accelerare la transizione verso la neutralità climatica, il Parlamento vuole limitare gradualmente gli idrofluorocarburi (Hfc) a partire dal 2039, con l’eliminazione completa del loro consumo e produzione entro il 2050.

"Molte aziende europee sono già in prima linea in questo sviluppo e ne trarranno vantaggio", ha dichiarato il legislatore olandese Eickhout. Anche il Ppe (gruppo politico di centro-destra più grande del Parlamento europeo) sembra essere della stessa idea. "Aziende tedesche come Viessmann o Siemens Energy offrono già alternative prive di gas fluorurati per le pompe di calore e le centraline elettriche", ha dichiarato il tedesco Peter Liese, che rappresenta il Ppe nella commissione ambiente del Parlamento.

L'obiettivo principale è quello di rafforzare i requisiti che disciplinano l'immissione di prodotti contenenti gas fluorurati sul mercato unico. Inoltre, i deputati vogliono migliorare il monitoraggio del commercio illegale di gas fluorurati, consentendo alle autorità doganali di sequestrarli e confiscarli.

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