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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'altro fronte

"La Cina pronta a fornire armi alla Russia". E l'Ue pensa a sanzioni anche contro Pechino

Lo sostiene Politico sulla scorta delle dichiarazioni di un alto funzionario di Bruxelles. Germania: "Serve nuova strategia"

I leader dell'Unione europea avrebbero "prove molto affidabili" che la Cina sia pronta a fornire assistenza militare alla Russia. È quanto scrive Politico sulla base delle dichiarazioni di "un alto funzionario dell'Ue", secondo il quale a Bruxelles si starebbe già prendendo in considerazione l'attivazione di un pacchetto di sanzioni commerciali contro Pechino.

La notizia fa seguito a quanto già denunciato nei giorni scorsi da funzionari statunitensi, che hanno parlato di una richiesta del governo russo alla Cina per la fornitura di equipaggiamenti militari e,, più in generale, di un supporto allo sforzo bellico in atto in Ucraina. Pechino, che non ha mai condannato apertamente Mosca, ma non ne ha neppure preso le difese in modo netto, ha smentito queste affermazioni. Ieri, il quotidiano tedesco Bild ha raccontato che il ministro russo della Difesa Sergej Lavrov avrebbe fatto marcia indietro mentre era in volo verso Pechino. Una notizia anche questa smentita, stavolta da Mosca. 

Di sicuro, c'è che, dopo la Russia, anche i rapporti geopolitici e commerciali tra Cina e Occidente potrebbero subire profonde modifiche. Se gli Usa sono impegnati da tempo in un braccio di ferro con Pechino nell'area del Pacifico, l'Unione europea ha perseguito in questi anni una strategia simile a quella tenuta con Mosca, volta a rafforzare l'interdipendenza commerciale. Nel 2021, la Cina era il secondo Paese di destinazione dell'export dei Paesi Ue, e il primo per beni importati. In totale, il valore degli scambi ha superato i 600 miliardi di euro.

A fare da pivot di questo rapporto privilegiato è stata la Germania, di gran lunga il partner Ue più legato all'interscambio con la Cina (seguito a debita distanza dall'Italia). Ma proprio da Berlino cominciano ad arrivare segnali di un cambio di marcia. Sono di queste ore le dichiarazioni della ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, secondo cui è necessaria "una nuova strategia" nei confronti di Pechino. A suo avviso, Berlino deve affrontare con nuova consapevolezza il tema delle "dipendenze economiche", perché "è proprio adesso che vediamo come una strutturazione economica unilaterale ci renda vulnerabili", ha spiegato, alludendo alla forte dipendenza dell'economia tedesca dal gas e da altre importazioni dalla Russia.

"Certo che dobbiamo saper parlare anche con i regimi autoritari", ha aggiunto Baerbock, "ma la cosa decisiva è che non si sia condannati al silenzio, che non ingoiamo rospi in quanto dipendenti economicamente, ma che si sappia prendere posizione anche quando è difficile". A detta della numero uno della diplomazia del governo guidato da Olaf Scholz, il conflitto in Ucraina rappresenta "una cesura geopolitica con implicazioni molto profonde sulla sicurezza europea". Questo vuol dire costruire "una nuova politica estera fondata sui valori".

Le dichiarazioni di Baerbock hanno trovato sponda a Bruxelles, dove le presunte prove di un sostegno militare di Pechino alla Russia hanno fatto scattare l'allarme. "I leader dell'Ue hanno prove molto affidabili che la Cina stia valutando la possibilità di fornire aiuti militari alla Russia. Tutti i leader sono molto consapevoli di quello che sta succedendo", ha detto l'alto funzionario dell'Ue citato da Politico. "Siamo preoccupati per il fatto che la Cina stia flirtando con i russi", ha aggiunto. L'Ue "imporrà barriere commerciali alla Cina" se Pechino dovesse procedere con la richiesta della Russia, ha affermato, poiché "questa è l'unica lingua che Pechino comprende".

Nel frattempo, a largo di Taiwan, l'isola che gli Usa proteggono, e che la Cina rivendica come suo territorio, sono ricominciate le tensioni. Una portaerei di Pechino, secondo la Reuters, avrebbe attraversato lo stretto di Formosa, il lembo di mare dove da mesi Taiwan, Usa e Cina si scambiano provocazioni. E da Taipei hanno fatto sapere di avere richiamato i riservisti per rispondere a un eventuale attacco di Pechino. Secondo diversi analisti, Russia e Cina avrebbero deciso di coordinarsi sui loro rispettivi fronti, e la guerra in Ucraina potrebbe essere il preludio a uno scontro nel Pacifico.   


 

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