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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Catalogna, Puigdemont all'attacco: “Governo spagnolo ha paura, torno solo se ci saranno garanzie”

Dopo la decisione del Tribunale supremo di ritirare il mandato d'arresto europeo, l'ex presidente della Generalitat ha alzato i toni dello scontro con Rajoy: “Noi vittima di persecuzione politica, mi chiedo se rispetterà esito elezioni”

Di tornare in Catalogna, a oggi, non ha alcuna intenzione. Magari dopo il voto, si vedrà. Per il momento, si gode la decisione del Tribunale supremo, che ha revocato il mandato d'arresto europeo, “a dimostrazione che la Spagna ha paura” del giudizio della giustizia belga, che si basa sui valori comuni europei. La verità è una sola: “è in atto una persecuzione politica, perché in nessuno Stato del mondo, un milione di cittadini scende in piazza per chiedere al proprio governo la liberazione di prigionieri”. E' un Carles Puigdemont spumeggiante quello che si è presentato alla stampa a Bruxelles all'indomani della decisione del Tribunale supremo spagnolo di ritirare il mandato d'arresto europeo. 

Il ritorno a casa

Con l'ex presidente della Generalitat catalana, ci sono anche i quattro “esuli” della sua ex giunta (Lluis Puig, Toni Comin, Maritxell Serret e Clara Ponsati) e gli avvocati belgi che lo stanno seguendo fin dal primo giorno a Bruxelles. La domanda che tutti gli pongono adesso è quando ritornerà a casa: "Già quando siamo arrivati a a Bruxelles, la nostra intenzione era di rientrare il più presto possibile. Di stare assieme alle nostre famiglie e ai cittadini – ha risposto -  Se i catalani ci eleggeranno come deputati del parlamento e membri del governo dovremo tornare. Sarà possibile? Verrà rispettato il risultato elettorale? Se le elezioni, i cittadini attraverso le urne, diranno di volere lo stesso governo fatto cessare con il golpe dell'articolo 155, questo verrà rispettato? Bisognerà conoscere la risposta prima di poter tornare".

Se i catalani ci eleggeranno come deputati del parlamento e membri del governo dovremo tornare. Sarà possibile?

Intanto, Puigdemont si gode quella che considera una vittoria: il ritiro del mandato d'arresto europeo. La Spagna "ha avuto paura" di esporsi al "ridicolo" di fronte alla comunità internazionale, ha commentato il leader catalano, che ha poi puntato il dito contro la "codardia" della giustizia spagnola, affermando che l'intera vicenda prova come vi sia "una persecuzione politica" nei suoi confronti. "Il mandato europeo è stato ritirato perché non c'erano basi certe per le accuse o perché era un trucco, o tutte e due le cose. Questo rivela ciò che per molti era già evidente: siamo di fronte ad una persecuzione politica", ha detto Puigdemont. Gli spagnoli, ha detto ancora "sono coraggiosi quando sono loro ad amministrare la giustizia" e possono mandare i leader catalani in carcere, ma quando il mondo li guarda "non sono così coraggiosi". 

La strategia "europea" di Puigdemont

La strategia di Puigdemont di spostare fuori dalla Spagna le tensioni interne prosegue, dunque. La sua campagna elettorale sarà condotta, salvo sorprese, interamente dal Belgio. E anche dopo il voto, l'intenzione del leader catalano sembra quella di usare il palcoscenico di Bruxelles e fare leva sull'opinione pubblica europea nel suo braccio di ferro con il premier spagnolo Mariano Rajoy. Non a caso, domani, nel cuore della capitale europea, a due passi dalle istituzioni Ue, è attesa una grande manifestazione dei sostenitori dell'indipendenza catalana.  

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