rotate-mobile
Venerdì, 26 Aprile 2024
L'appello / Ungheria

Il padre di Ilaria Salis: "Il suo processo sempre più politico, chiediamo i domiciliari"

L'uomo invitato al Parlamento europeo da alcuni deputati italiani: "Le interferenze del governo sul potere giudiziario in Ungheria sono inaccettabili"

Quello contro Ilaria Salis in Ungheria è un processo che sta diventando "sempre più un processo politico". Ne è convinto suo padre Roberto, che ha spiegato che l'insegnante milanese in carcere da oltre un anno a Budapest perché accusata di avere aggredito due neonazisti, è detenuta in condizioni leggermente "migliori" rispetto a prima, ma è piuttosto "agitata" e "demoralizzata" per le continue interferenze del governo ungherese sulla magistratura. L'uomo è stato invitato al Parlamento europeo in una conferenza stampa organizzata dagli eurodeputati Massimiliano Smeriglio (S&d) e Brando Benifei del Pd, a cui hanno partecipato Nicola Danti di Italia viva, Sabrina Pignedoli del Movimento 5 Stelle e Rosa D'Amato dei Verdi.

Roberto Salis ha spiegato che per la figlia verrà chiesta almeno la concessione degli arresti domiciliari. "Ilaria avrà a breve la seconda udienza, che sarà la prima operativa. Sarà un momento importante perché presenteremo istanza di domiciliari in Ungheria e lo faremo alla luce anche delle norme europee, che garantiscono che qualsiasi cittadino europeo, a prescindere dallo Stato ospitante, abbia gli stessi diritti nella detenzione rispetto al suo Paese di residenza", cosa che finora "non è avvenuta", ha detto, ricordando che già tre volte è stata avanzata una richiesta simile però per domiciliari in Italia.

Visibilmente scosso ma risoluto, l'uomo nel suo intervento ha denunciato le pressioni della politica sulla magistratura. "Il 28 febbraio, il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto ha dichiarato mia figlia colpevole, auspicando una punizione esemplare. Tutto ciò in uno stato di diritto e in un Paese membro dell'Ue è inaccettabile". "Ci sono alcune cose che la lasciano molto perplessa, soprattutto le ultime uscite del governo ungherese sono state per lei veramente demoralizzanti. Queste interferenze sul potere giudiziario in Ungheria, fatte da persone che si lamentano che i giornalisti italiani stanno facendo pressione sulla magistratura ungherese, se non fossero reali, sarebbero soltanto ridicole", ha raccontato.

Salis ha poi evidenziato le sfide diplomatiche e lamentato l'inefficacia delle azioni intraprese fino a quel momento, sottolineando però un significativo cambiamento avvenuto dopo la diffusione delle immagini che mostrano la figlia in aula con catene ai polsi e ai piedi. "Qualcosa è cambiato nel momento in cui ci sono state quelle immagini, che hanno cambiato un po' le regole del gioco", ha ammesso. Pur notando alcuni miglioramenti, ha ribadito che le condizioni di detenzione restano inaccettabili e intollerabili, soprattutto in confronto agli standard italiani. "Permane comunque un sistema carcerario che ha delle carenze colossali: mia figlia deve stare chiusa in cella 23 ore al giorno", ha affermato.

Per suo padre, il caso di Ilaria non riguarda solo l'Italia, ma coinvolge l'intera comunità europea. Per sensibilizzare su questa questione, gli europarlamentari insieme a Salis hanno organizzato un flashmob di fronte all'emiciclo, alzando cartelli con uno slogan inequivocabile: "Break the chains: liberiamo Ilaria Salis".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Il padre di Ilaria Salis: "Il suo processo sempre più politico, chiediamo i domiciliari"

Today è in caricamento