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Sabato, 27 Aprile 2024
La rabbia degli agricoltori

I trattori invadono Bruxelles: statue abbattute e bottiglie contro il Parlamento Ue

La manifestazione indetta nella capitale europea in concomitanza con il Vertice Ue è sfociata in violenze

Bottiglie e uova contro la sede del Parlamento europeo, pneumatici incendiati, statue abbattute. A Bruxelles è esplosa la rabbia degli agricoltori che sono sul piede di guerra in diverse nazioni del blocco, e che accusano i governi e la Commissione di non sostenerli abbastanza e di vessarli con regole ambientali che starebbero soffocando il settore. Oggi diverse strade della capitale del Belgio e dell'Unione sono state bloccate da centinaia di trattori, in particolare in prossimità del quartiere europeo, dove sono presenti i leader Ue per il Vertice straordinario in cui si sta discutendo di aiuti all'Ucraina.

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Gli agricoltori, arrivati da tutta Europa per protestare contro la Politica agricola comune (Pac) e il Green Deal, hanno bloccato Place de Luxembourg, davanti alla sede dell'Assemblea comunitario, e hanno appiccato alcuni roghi con legna e pneumatici. I dimostranti hanno anche abbattuto una delle sculture storiche presenti nella piazza, risalente al 1872, statua che fa parte del complesso monumentale John Cockerill, in memoria del pioniere dell'industria siderurgica e della ferrovia in Belgio. Su un'altra statua del monumento è stato affisso il cartello: 'People of Europe, say no to despotism' ('Popoli d'Europa, dite no al dispotismo').

Un centinaio di manifestanti ha anche lanciato bottiglie e uova contro la sede del Parlamento per proteggere il quale la polizia, schierata in tenuta anti-sommossa dietro alle transenne posizionate lungo tutto il perimetro, ha azionato gli idranti. I manifestanti, presenti nelle vie adiacenti all'Eurocamera con centinaia di trattori, hanno fatto esplodere anche numerosi petardi al grido di 'Senza agricoltori non c'è agricoltura'. In risposta alla rabbia espressa in tutta Europa, la Commissione europea ha proposto di concedere una deroga "parziale" agli obblighi di ritiro dalla produzione imposti dalla Pac per il 2024 e sta valutando un meccanismo per limitare le importazioni dall'Ucraina (pollame, uova e zucchero), contro cui pure gli agricoltori si sono schierati, sostenendo che per aiutare Kiev si stanno penalizzando i produttori europei.

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Gli addetti del settore puntano il dito contro una politica europea troppo complessa, redditi troppo bassi, inflazione, concorrenza straniera, accumulo di norme, impennata dei prezzi dei carburanti. Un altro pomo della discordia rimane irrisolto a Bruxelles: la Commissione sta negoziando un accordo di libero scambio con i Paesi del Mercosur (Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay), che preoccupa il settore agricolo.

"Chiediamo che sull'import ci sia un netto stop all'ingresso di prodotti da fuori dei confini Ue che non rispettano i nostri stessi standard. Non possiamo più sopportare questa concorrenza sleale, che mette a rischio la salute dei cittadini e la sopravvivenza delle imprese agricole", ha affermato il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, che ha partecipato alla protesta. A suo avviso bisogna aumentare gli investimenti in agricoltura, garantendo più sostegni ai giovani per il ricambio generazionale nel settore. Inoltre "serve la cancellazione dell'obbligo di lasciare incolto il 4% dei terreni destinati a seminativi imposto dalla Politica agricola comune (Pac) per invertire la rotta rispetto alle follie dell'Ue poiché non ha senso impedire agli agricoltori di non coltivare quote dei loro terreni, quando poi si è costretti ad importare".

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