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Venerdì, 26 Aprile 2024
Vertice Ue-Cina

Bruxelles: "La Cina si impegni per fermare la guerra"

L’Unione europea chiede a Pechino di abbandonare “l’equidistanza” sull’invasione dell’Ucraina. E promette aiuto sul Covid, accordi economici e rispetto sulla scena internazionale

Basta equidistanza, la Cina deve fare qualcosa per fermare la guerra in Ucraina. L’appello è arrivato nelle tre ore di videoconferenza del vertice Ue-Cina, dove non sarebbero mancati i momenti di tensione tra i due partner commerciali. Bruxelles ha insistito molto proprio sulle relazioni economiche per incoraggiare il Dragone a fare la propria parte nel convincere Vladimir Putin a far tacere le armi. Un pressing che, secondo le fonti europee, avrebbe dato i suoi frutti. “I cinesi hanno garantito che giocheranno il loro ruolo nei confronti della Russia”, ha raccontato un funzionario Ue.

“Resteremo vigili su qualsiasi tentativo di aiutare la Russia finanziariamente o militarmente”, ha avvertito Charles Michel, presidente del Consiglio europeo, nella conferenza stampa al termine del vertice. “Qualsiasi tentativo di aggirare le sanzioni o fornire aiuti alla Russia prolungherebbe la guerra”, ha aggiunto l’ex premier belga, che ha poi ribadito la richiesta a Pechino affinché “aiuti a porre fine al conflitto in Ucraina”. “La Cina non può chiudere gli occhi sulla violazione del diritto internazionale da parte della Russia”, ha sottolineato. “Un prolungamento della guerra, e delle perturbazioni che porta all'economia mondiale, non sono nell'interesse di nessuno, di certo non in quello della Cina”, ha spiegato Ursula von der Leyen, presidente della Commissione europea. 

I due presidenti Ue, accompagnati dal capo della diplomazia europea Josep Borrell, hanno parlato di mattina col premier cinese Li Keqiang e nel pomeriggio col presidente Xi Jinping. Le due videochiamate sono durate in totale tre ore e il colloquio più breve è stato quello col capo di Stato cinese Xi Jinping, terminato in un’ora scarsa. Al termine dei colloqui, i vertici europei e cinesi non hanno diramato alcuna nota congiunta, come previsto alla vigilia dell’incontro da parte degli sherpa delle rispettive delegazioni, che avevano anticipato uno scambio “franco”. 

L’Europa, come atteso, ha citato l’importanza delle relazioni economiche per convincere Pechino a stare dalla parte 'giusta' della storia. L’export cinese verso l’Ue nel 2021 ha generato infatti 472 miliardi di euro, mentre i beni europei venduti in Cina ‘appena’ 223 miliardi di euro. Un deficit commerciale che piace a Pechino, da oltre un mese costretta a un attento equilibrismo tra le relazioni economiche con l’Ue e gli Usa e l’alleanza “senza limiti” con la Russia. Al netto della fedeltà a Mosca, la Cina sembrerebbe preoccupata di preservare lo scambio commerciale con l’Ue che vale in totale da quasi 2 miliardi di euro al giorno. Di qui l’interesse cinese a preservare i buoni rapporti con Bruxelles. 

Il presidente cinese Xi Jinping, nel corso dei colloqui con l’Ue, ha infatti rivolto un appello alla cooperazione perché “i fatti hanno dimostrato che la Cina e l'Ue condividono ampi interessi comuni”. “Solo la cooperazione e il coordinamento possono risolvere problemi e affrontare sfide”, ha aggiunto Xi sottolineando anche “un ruolo costruttivo” tra i due partner commerciali che funga da “fattore stabilizzante nella turbolenta situazione mondiale”. Il presidente cinese ha inoltre auspicato che l'Unione europea sviluppi “una politica indipendente” verso la Cina e collabori con Pechino per lo sviluppo delle relazioni a lungo termine. “La Cina si oppone a una guerra fredda o calda, alla divisione in blocchi e a scelte di parte nella guerra in Ucraina”, è stato il messaggio del primo ministro cinese, Li Keqiang, nel suo intervento indirizzato alle controparti europee.

Nonostante la risposta cinese, che sembra escludere l’abbandono degli alleati russi, l’Ue ha messo in chiaro che l’eventuale aiuto di Pechino porterebbe qualcosa in cambio. “Possiamo collaborare nella lotta contro il Covid-19”, ha detto von der Leyen ricordando che “Omicron sta colpendo duramente la Cina. Il 30% della sua economia e il 25% della sua popolazione sono in lockdown in questo momento”, ha evidenziato la presidente davanti ai giornalisti. 

Inoltre, ha aggiunto Michel, l’eventuale collaborazione cinese alla fine del conflitto “sarebbe accolta con favore da tutti gli europei e dalla comunità globale”. Un tornaconto in termini di reputazione al quale si potrebbero aggiungere progressi più concreti nelle relazioni con l’Ue, come la ratifica del Cai, l’Accordo globale sugli investimenti, raggiunto il 30 dicembre 2020, ma poi ‘congelato’ per via delle tensioni tra Bruxelles e Pechino. 

Oltre ai temi economici, geopolitici e della lotta al Covid, nel vertice si è parlato anche degli argomenti meno graditi dall’amministrazione di Pechino. “La Cina deve fermare le sue misure commerciali ingiustificate contro la Lituania, che violano le regole del Wto e perturbano il mercato interno dell’Ue”, ha sostenuto von der Leyen facendo riferimento al braccio di ferro iniziato dopo l’apertura dell’Ufficio di rappresentanza di Taiwan nella capitale lituana Vilnius. Pechino, ha aggiunto la presidente, “deve anche revocare le sanzioni contro i membri del Parlamento europeo”, introdotte un anno fa dopo la condanna di Strasburgo delle violazioni dei diritti umani contro la minoranza musulmana uigura nella regione dello Xinjiang.

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