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Venerdì, 26 Aprile 2024
La protesta / Francia

La solidarietà ai curdi uccisi in Francia fa infuriare la Turchia

Ankara convoca l'ambasciatore transalpino e chiede la messa al bando del Pkk

La Turchia non ha apprezzato le manifestazioni di solidarietà che si sono svolte in Francia dopo l'attentato razzista del 23 dicembre a un centro culturale curdo a Parigi in cui sono state uccise tre persone. Il motivo? La presenza ai cortei della bandiera del Pkk, organizzazione che Ankara accusa di terrorismo. E così, il ministero degli Esteri turco ha deciso di convocare l'ambasciatore francese per chiedere che la Francia metta al bando tutte le attività curde pro-Pkk nel suo territorio.

Ad innervosire Ankara è stata la presenza alle manifestazioni di solidarietà di diversi esponenti politici transalpini. Ma dietro le proteste diplomatiche potrebbe esserci anche il tentativo di bloccare sul nascere le speculazioni su un possibile ruolo della Turchia nella strage. Durante i cortei che sono seguiti all'attentato, compiuto da un pensionato francese, tale William M., uscito dal carcere 11 giorni prima e già noto per aver attaccato un campo di migranti brandendo una spada, diversi esponenti della comunità curda hanno puntato il dito contro Ankara. 

A sollevare i sospetti il modus operandi dell'uomo: più che sparare a caso, William M. è sembrato avere preso di mira le tre vittime, tutte personalità curde impegnate politicamente: Emine Kara, per esempio, aveva combattuto contro lo Stato islamico in Siria ed era membro dell’Unione delle Comunità del Kurdistan, mentre Mir Perwer era un cantautore molto noto per la sua opera a favore della cultura curda, osteggiata invece dalla Turchia. Altro elemento: nove anni fa sempre a Parigi vennero uccise altre tre attiviste curde, tutte legate al Pkk. Dell'omicidio fu accusato un trentenne turco, che però morì in carcere prima dell'inizio del processo. Da allora, i famigliari delle vittime chiedono di conoscere la verità sui legami tra il triplice omicidio e i servizi segreti di Ankara, accusando le autorità francesi di aver cercato di nascondere le prove del coinvolgimento turco.

Difficile immaginare che William M. possa essere stato armato dalla Turchia, ma le troppe coincidenze hanno rilanciato la rabbia della comunità curda francese, che non si sente tutelata adeguatamente da Parigi. Il tutto mentre Ankara sta facendo leva sul suo ruolo di mediatore tra Russia e Ucraina per spingere gli alleati europei della Nato a sostenere le persecuzioni degli attivisti del Pkk rifugiatisi all'estero. Non a caso, l'adesione della Svezia all'Alleanza atlantica attende l'ok della Turchia, un via libera condizionato proprio alla consegna di una serie di militanti curdi che hanno ottenuto l'asilo politico nel Paese scandinavo. 

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