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Sabato, 27 Aprile 2024
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Non Trump, ma Merkel (e l'Ue) hanno finanziato il vaccino di Pfizer e BioNTech

Berlino a settembre ha concesso un finanziamenti di 375 milioni di dollari per velocizzare lo sviluppo del prodotto. Gli Usa hanno solo prenotato un certo numero di dosi

Non solo le accuse di brogli alle elezioni senza alcuna prova, ora Donald Trump vorrebbe anche intestarsi parte del merito del successo del vaccino sviluppato da Pfizer e BioNTech. Il vicepresidente Mike Pence è stato tra i funzionari dell'amministrazione Trump ad affermare che il sostegno del programma Operation Warp Speed del governo ha contribuito ad accelerare lo sviluppo del vaccino, che è risultato essere più del 90% efficace nel prevenire il Covid-19.

Nessun finanziamento statunitense

Ma in realtà la Pfizer non ha ricevuto alcun finanziamento dall'operazione voluta da Washington accelerare lo sviluppo, la sperimentazione clinica e la produzione del vaccino. Piuttosto, il suo partner, BioNTech SE, ha ricevuto denaro dal governo di Angela Merkel e anche l'Unione europea attraberso finanziamenti dalla Banca europea degli investimenti. Si parla di 375 milioni di euro versati da Berlono alla società con sede a Magonza lo scorso settembre. La somma è stata quindi stanziata e spesa interamente in Germania per garantire alla società biotecnologica l'infrastruttura necessaria all'operazione "Lightspeed", ovvero una conclusione il più rapida possibile dello sviluppo del vaccino con l'obiettivo di arrivare sul mercato entro la fine dell'anno. L'unica cosa che hanno fatto gli Stati Uniti, dopo un tentativo fallito di ottenere l'esclusiva, è stato quello di prenotare 100 milioni di dosi, la metà di quelle prenotate dall'Unione Europea, con l'opzione per altre 500 milioni. L'Operation Warp Speed, ha invece finanziato i vaccini di AstraZeneca e Moderna, le società su cui l'amministrazione Trump sembrava puntare di più. Il programma multiagenzia di Washington si e' limitato a prenotare dosi del farmaco per 1,95 miliardi di dollari.

Mani libere

Quella di non volere fondi statunitensi è stata una scelta precisa dell'amministratore delegato di Pfizer, Albert Bourla, che temeva di non avere sufficiente libertà di manovra se avesse preso fondi federali. "Non siamo mai stati parte di Warp Speed", ha chiarito Kathrin Janse, senior vice president di Pfizer e direttrice del programma di ricerca e sviluppo dei vaccini, "non abbiamo mai preso denaro né dal governo Usa né da nessuno". Alcuni repubblicani, tra cui Donald Trump Jr. e il senatore del Texas Ted Cruz, hanno addirittura insinuato che la scelta della tempistica dell'annuncio della Pfizer, fatto quasi una settimana dopo le elezioni presidenziali, fosse stato anche un modo per non dare un vantaggio a Trump. Ma il 27 ottobre la casa farmaceutica comunicò che non aveva raggiunto la soglia di casi positivi che le avrebbe consentito di rendere pubblici i dati e anzi successivamente ha rivisto i suoi protocolli aumentando tale soglia, dopo aver consultato la Food and Drug Administration degli Stati Uniti sui requisiti minimi per ottenere l'approvazione.

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