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Venerdì, 26 Aprile 2024
Lo stallo

A Bruxelles è difficile trovare un accordo sull’embargo al petrolio russo

I 27 Paesi membri stanno studiando la possibilità di introdurre un tetto al prezzo del gas

I capi di Stato e di Governo affronteranno un vertice insidioso, domani 30 maggio, quando daranno il via a due giorni di lavoro per trovare una soluzione diplomatica per porre fine al conflitto in Ucraina. Nel pomeriggio di oggi 29 maggio, l’ennesima fumata nera.

Malgrado una riunione del Coreper durata più di quattro ore, gli Stati membri dell'Ue non hanno ancora trovato un accordo per approvare il sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia, che prevede un embargo graduale alle importazioni nell'Unione di petrolio russo. "Stiamo ancora lavorando sulla questione", afferma un alto funzionario Ue, alla vigilia del Consiglio Europeo straordinario che si riunirà a partire da domani pomeriggio per parlare della guerra in Ucraina, dell'energia, della sicurezza e della difesa e della crisi alimentare provocata dal conflitto e dall'impossibilità di esportare cereali dal porto di Odessa.

L'Ue verso lo stop al petrolio russo (ma solo dal 2023)

Le conclusioni del vertice, al momento, non contengono riferimenti all'intesa sul sesto pacchetto di sanzioni. C’è però una novità. Dalla bozza, emerge che i 27 Paesi membri stanno studiando la possibilità di introdurre un tetto al prezzo del gas, misura che è stata proposta la prima volta da Italia, Francia, Spagna e Portogallo, incontrando però l’opposizione di Germania e Olanda.

Una nuova discussione

Inizia così una corsa contro il tempo. Gli ambasciatori dei Paesi membri si riuniranno domani mattina alle 9:30 per un ultimo tentativo di trovare l'intesa sull'embargo al petrolio russo prima dell'avvio dei lavori del vertice dei leader Ue, previsto alle ore 16 di domani pomeriggio.

Perché il petrolio russo sta dividendo l'Europa (e non solo)

È stata ancora l’Ungheria a intralciare il processo di approvazione. Budapest vuole ottenere ulteriori garanzie, nonostante l'esenzione sul petrolio diretto all'Ungheria attraverso l'oleodotto Druzhba. Il governo di Viktor Orban si oppone all'embargo al petrolio russo per il timore che la misura metterebbe in serio pericolo la sua economia.

Si allarga la spaccatura tra i Paesi dell’Ue

Tra i 27, alcuni Paesi non gradiscono il trattamento di favore che potrebbe avvantaggiare anche Polonia e Germania. La Commissione Europea, nel riconoscere l’esenzione all'embargo per il petrolio che arriva attraverso l'oleodotto Druzhba, ha teso la mano all'Ungheria, ma anche la Polonia e la Germania. Berlino e Varsavia hanno tuttavia assicurato Bruxelles che faranno a meno del greggio russo, indipendentemente dalle fonti.
Il vertice europeo straordinario rischia così di trasformarsi un clamoroso scontro tra gli Sherpa dei Paesi membri.

Le conseguenze per l'Europa (e per l'Italia) dell'addio al petrolio russo

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