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Sabato, 27 Aprile 2024
L'intervista

"Lavoreremo a unire il campo progressista e pro europeo, mai con la destra"

La presidente del gruppo del S&D al Parlamento di Strasburgo, García Pérez: "La costituzione di una diversa maggioranza non dipende solo da noi, dipende anche dai risultati delle prossime elezioni"

A Strasburgo è in corso un fortissimo scontro sulla Legge sul ripristino della natura, uno scontro che va oltre i contenuti stessi del provvedimento e che potrebbe mettere in crisi il patto su cui da sempre si fonda la politica nelle istituzioni europee: quello tra socialisti e popolari. Questi ultimi si stanno opponendo al provvedimento ambientalista, e lo stanno facendo alleandosi con la destra più estrema del Parlamento di Strasburgo, non solo quella dei conservatori di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, ma anche quella di Identità e Democrazia, gruppo in cui siedono la Lega di Matteo Salvini e il Rassemblement National di Marine Le Pen. Per molti si tratta di una mossa che rappresenta il primo tentativo di creare un nuovo campo unito del centro destra in vista delle elezioni europee del prossimo anno. I rapporti tra socialisti e popolari "si stanno degradando da tempo", ma ora i popolari "per un pugno di voti", sono arrivati al punto di abbracciare il "negazionismo climatico", alleandosi con forze "anti europee", negando la loro stessa identità. Lo sostiene la presidente del gruppo socialista al Parlamento europeo, la spagnola Iratxe García Pérez, che in un'intervista a Today parla degli scenari politici che potrebbero seguire a questa mossa dei popolari.

Come valuta la strategia del Ppe?
"È una cosa preoccupante. La strategia del partito popolare ha il solo obiettivo di dare voti all'estrema destra, posizionandosi su posizioni di negazionismo climatico e ponendo sotto scacco il futuro del progetto europeo. Noi continuiamo a tendere la mano a gruppo popolare, sperando che capisca che nella differenza dobbiamo affrontare insieme le sfide europee. Ma combatteremo la deriva del Ppe, guidato da Manfred Weber, che sta tenendo in ostaggio questioni fondamentali. Bisogna mantenere il codone sanitario contro l'estrema destra che va contro i valori europei".

Se il Ppe cerca di trovare nuove alleanze, non crede che anche voi dovreste provare a lavorare alla costituzione di un nuovo campo progressista per superare la grande coalizione?
"Nella nostra famiglia politica chiaramente stiamo lavorando e definendo le nostre priorità e strategie. Sicuramente vogliamo collaborare con tutte le forze progressiste ma anche con quelle pro europee. Ma la costituzione di una diversa maggioranza non dipende solo da noi, dipende anche dai risultati delle prossime elezioni europee. Quello che è chiaro è con chi non vogliamo stare, cioè con quelli che vogliono distruggere il progetto europeo. Noi lo possiamo dire e sottoscrivere. Sono altri che non lo possono fare".

Questa battaglia sulla Legge sul ripristino della natura, potrebbe portare alla rottura definitiva tra Pse e Ppe?
"I rapporti tra noi si stanno deteriorando da tempo, ci sono stati altri elementi importanti in questo senso, ma adesso la distanza sta diventando più visibile. Noi speriamo sempre che il Ppe torni al campo dei negoziati dove liberali, socialdemocratici, sinistra e verdi stanno lavorando insieme. Se non lo facesse sarebbe una rottura importante".

Quello che sta succedendo in Europa rispecchia quello che accade in Spagna, dove i popolari si avvicinano all'estrema destra di Voz, e i socialisti si alleano con l'estrema sinistra di Sumar.
"Ci sono similitudini, ma bisogna sottolineare innanzitutto che c'è una differenza di base tra l'estrema destra e l'estrema sinistra come quella di Sumar o quella del gruppo Gue a Strasburgo e Bruxelles. La destra è contraria ai valori europei e anche della nostra stessa costituzione e ha un approccio ideologico che va chiaramente nella direzione sbagliata. Il problema è quindi del partito popolare che con le sue nuove alleanza sta cambiando anche le sue priorità".

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