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Sabato, 27 Aprile 2024
Green deal

I camion dovranno dimezzare le emissioni in dieci anni: la sfida (im)possibile

C'è l'accordo politico sulle nuove norme Ue sulla Co2 prodotta dal trasporto pesante su gomma, ma ambientalisti e costruttori sono scettici

È stata raggiunta l'intesa sulle nuove regole sulle emissioni dei mezzi pesanti per abbattere la CO2 prodotta dal settore durante il prossimo decennio, puntando alla neutralità carbonica entro la metà del secolo come previsto dal Green deal. Ma come accade sempre in questi casi, le nuove regole sono state accolte sia dagli ecologisti che dalle industrie del settore con una levata di scudi, naturalmente per motivi diametralmente opposti.

La nuova legge

Giovedì 18 gennaio i negoziatori di Europarlamento e Consiglio Ue hanno trovato un accordo provvisorio (che dovrà ora essere approvato definitivamente da entrambi i co-legislatori) sulla proposta di regolamento avanzata dalla Commissione nel febbraio 2023 in materia di riduzione delle emissioni per i nuovi veicoli pesanti (Hdv dall'acronimo del loro nome inglese heavy-duty vehicles). 

I target di riduzione sono definiti in base alle categorie di mezzi in questione: gli autocarri di grandi dimensioni (come gli autobus a lunga percorrenza, i camion della spazzatura, i ribaltabili e le betoniere) dovranno diminuire le emissioni del 45% tra il 2030 e il 2034, del 65% tra il 2035 e il 2039, e del 90% a partire dal 2040. Quanto agli autobus urbani, invece, la riduzione dovrà toccare il 90% entro il 2030 e dovrà essere totale (cioè zero emissioni) entro la metà del prossimo decennio. A partire dal 2030, inoltre, rimorchi e semirimorchi dovranno abbattere la CO2 emessa rispettivamente del 7,5% e del 10%. 

L'accordo prevede anche una revisione del regolamento da parte dell'esecutivo Ue entro il 2027, tramite la quale Bruxelles valuterà diversi nuovi elementi tra cui l'applicazione delle nuove norme anche ai piccoli autocarri (cioè quelli con un peso inferiore a 5 tonnellate), l'elaborazione di una metodologia per l'immatricolazione di veicoli pesanti alimentati a carburanti neutri (almeno per quanto riguarda la CO2), nonché l'introduzione di un "fattore di correzione" del carbonio nella transizione verso una nuova generazione di mezzi pesanti a emissioni zero. 

Nel 2019, l'Ue aveva adottato i primi standard sulle emissioni di CO2 per i nuovi veicoli commerciali pesanti, che imponeva ai produttori di autocarri e autobus una riduzione delle emissioni medie delle loro nuove vendite del 15% (rispetto ai valori di riferimento del biennio 2019/20) entro il 2025 e del 30% entro il 2030. Le categorie di Hdv attualmente regolamentate rappresentano oltre il 60% delle vendite totali di mezzi pesanti in Europa.

Quanto inquinano i camion

Stando ai dati dell'ong Transport & Environment, i veicoli pesanti sono responsabili di almeno il 6% delle emissioni totali di gas serra nell'Ue, e di oltre un quarto di quelle del settore del trasporto stradale, eppure costituiscono solo il 2% del trasporto su gomma. 

Nello specifico, questo settore rappresenta da solo circa la metà delle emissioni di ossidi di azoto prodotte nel trasporto stradale, il 32% di quelle di particolato sottile (Pm2.5) e il 27% della CO2 emessa sulle strade europee. E si prevede che l'attività dei veicoli pesanti crescerà da qui al 2050: di circa il 10% per bus e corriere, e fino al 40% per camion e altri mezzi di grosse dimensioni.

Le critiche degli ambientalisti

Per questo, osserva l'associazione, l'approccio di Bruxelles rischia di essere poco efficace in quanto si concentra unicamente su una categoria di agenti inquinanti, cioè l'anidride carbonica: così, a fronte di un abbattimento del 100% delle emissioni di CO2 l'inquinamento da veicoli pesanti verrebbe ridotto complessivamente di una percentuale non superiore al 56% rispetto ai livelli del 1990. Si tratta di una cifra ben al di sotto degli stessi obiettivi climatici del Green deal europeo. 

La proposta della Commissione, su cui Europarlamento e Consiglio hanno trovato l'intesa la scorsa settimana, sarebbe carente sotto vari aspetti: non solo manca un obiettivo di riduzione al 100% delle emissioni (si parla del 90% nel 2040), ma anche il target per il 2030 (45%) sarebbe troppo basso secondo T&E. Infine, oltre a lasciare un quinto delle nuove vendite non regolamentate, definisce gli autocarri parzialmente alimentati a diesel come "a emissioni zero".

L'unico modo per raggiungere la neutralità climatica nel 2050, secondo T&E, è di impiegare veicoli a emissioni zero, cioè mezzi elettrici a batteria e a celle a combustibile, o a combustione di idrogeno verde. Biofuels, e-fuels e gas naturale liquefatto sarebbero invece dei "falsi amici" della neutralità carbonica, poiché generano anch'essi delle emissioni (seppur minori rispetto a benzina e diesel) e alcuni di questi riscontrano anche dei problemi di scarsità di risorse. Il ricorso a queste nuove tecnologie permetterebbe di abbattere le emissioni delle nuove vendite nel breve periodo e di decarbonizzare completamente il settore dei trasporti pesanti nel lungo termine. 

La posizione dell'industria

Come era facile aspettarsi, tuttavia, i produttori sono dell'avviso opposto, giudicando "troppo ambiziosi" gli obiettivi proposti dalla Commissione, e accolti da Parlamento e Consiglio, e potenzialmente addirittura "irraggiungibili nella realtà". 

L'Associazione europea dei costruttori di automobili (Acea) ha ribadito in una nota la richiesta di "solide condizioni abilitanti" per permettere all'industria di raggiungere i target climatici imposti da Bruxelles rimanendo profittevole. Questo significa, tra le altre cose, degli interventi normativi che mirino a regolamentare non solo la produzione dei veicoli pesanti ma anche gli altri tasselli di questo "ecosistema di trasporto altamente interconnesso". 

I problemi individuati dall'Acea non riguardano solamente l'inadeguatezza delle infrastrutture di ricarica e rifornimento ma anche la domanda stessa di camion e autobus elettrici e a idrogeno, che secondo il gruppo non è ancora paragonabile a quella di mezzi convenzionali: "I membri dell'Acea hanno fatto gli investimenti e i veicoli a zero emissioni sono pronti a partire, ma anche i clienti devono avere la fiducia di investire", ha dichiarato il direttore dell'associazione Sigrid de Vries. 

Insomma, secondo i produttori di autocarri Bruxelles deve fornire maggiori incentivi per gli investimenti sia nella produzione che nell'acquisto di mezzi pesanti ad emissioni ridotte, poiché al livello attuale non sono all'altezza dell'ambizione delle politiche climatiche proposte.

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