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Venerdì, 26 Aprile 2024
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"Violenze alle proteste contro il lockdown? Colpa dei migranti", la destra spagnola si difende dalla accuse della polizia

Secondo i Mossos d'Esquadra, dietro le manifestazioni ci sarebbero infiltrati legati a Vox, partito nazionalista alleato della Lega al Parlamento europeo. Che replica puntando il dito sui minori non accompagnati e sull'estrema sinistra di Podemos. Oggi però al governo con Sanchez

Bene le proteste. E se ci sono scontri con la polizia, cassonetti incendiati, atti di vandalismo e saccheggi, la colpa è solo dei migranti e dell'estrema sinistra. È la teoria di Santiago Abascal, leader di Vox, il partito di destra che sta sostenendo le manifestazioni di piazza contro le misure varata dal governo di centronistra di Pedro Sanchez per fermare l'avanzata del Covid-19. Una teoria che è una risposta alle accuse della polizia, secondo cui gli atti violenti registrati a Barcellona nei giorni scorsi sono da attribuire proprio a "infiltrati" dei nazionalisti di estrema destra vicini (o organici) a Vox.

Gli scontri di Barcellona

Del resto il partito di Abascal, che al Parlamento europeo è alleato della Lega, sta sostenendo da mesi il fronte variegato del malcontento spagnolo che va dai negazionisti ai tantissimi lavoratori e imprenditori colpiti dai provvedimenti. Vox è stato l'unico partito dell'opposizione a dire no allo stato di emergenza dichiarato dal governo per fermare i contagi in Spagna, che è stato il primo grande Paese Ue a subire la seconda ondata. Le misure prese, spesso in contrasto con le autorità locali, hanno provocato una crescente ondata di protesta. 

Gli scontri più forti si sono registrati a Barcellona e a Madrid. Nel capoluogo della Catalogna, oltre a saccheggi e atti di vandalismo, si sono registrati cinquanta feriti tra la polizia, i Mossos d'Esquadra (considerati dai nazionalisti di Vox dei 'traditori' per l'appoggio dato dall'ex capo del corpo agli indipendentisti catalani), e diverse auto bruciate. Vox ha rivendicato l'appoggio alla manifestazione, che per il leader locale del partito, Ignacio Garriga, è la giusta risposta alle misure del governo "social comunista che condanna alla rovina migliaia di lavoratori".     

Per il direttore dei Mossos d'Esquadra, Pere Ferrer, Vox però non ha solo appoggiato politicamente le proteste, ma è stata parte attiva nei violenti incidenti di Barcellona, che a suo avviso sono da attribuire a infiltrati di "estrema destra". Che un partito, fautore dell'ordine e della disciplina, sia accusato di essere legato a saccheggi e vandalismo non è una bella pubblicità per Vox. Ed ecco che dopo poche ore dalle parole di Ferrer, il presidente di Vox Abascal ha cercato di togliere le ombre sul partito con un tweet: “Ci sono più ragioni che mai per protestare contro questo governo che ci sta rovinando. Chiedo alla polizia di tutelare il diritto di manifestare contro l'estrema sinistra, i 'menas' (minori non accompagnati) e gli infiltrati che provocano rivolte e saccheggi”. Abascal non spiega perché l'estrema sinistra sosterrebbe le proteste contro un governo che al suo interno ha Podemos, partito considerato da Voxi di estrema sinistra.

Le altre proteste

Il fronte anti-lockdown non si è fermato a Barcellona: proteste e scontri si sono registrati anche a Madrid, dove 32 persone sono state arrestate, a Logrono, Malaga, nei capoluoghi baschi e a Santander. "Lancio di oggetti, incendi e distruzione di arredi sono stati il comune denominatore delle manifestazioni che nella maggior parte dei casi sono state convocate sui social per protestare contro il coprifuoco e i lockdown locali", scrive l'agenzia Efe. La violenza nelle strade, dove non sono mancati i saccheggi, è stata condannata dal premier Pedro Sanchez, con un messaggio su Twitter. "Il comportamento violento e irrazionale delle minoranze è intollerabile", ha affermato. "Solo con responsabilità, unità e sacrificio saremo in grado di sconfiggere la pandemia che sta devastando tutti i Paesi", ha sottolineato, ringraziando poi le forze dell'ordine per il loro lavoro.

La protesta più violenta è stata quella nella Capitale spagnola, dove gli scontri hanno provocato dodici feriti, tre dei quali poliziotti. Allontanate da Puerta del Sol, dove alle 22 era stata indetta una manifestazione con lo slogan "Usciamo in piazza, la gente è stanca", le centinaia di partecipanti si sono recati all'Opera e, in seguito, diverse decine di persone sono andate Plaza de Espana, dove hanno eretto barricate e bruciato bidoni per tagliare la Gran Via. Si sono quindi scontrati poi con gli agenti antisommossa intervenuti: hanno lanciato pietre anche contro alcuni negozi e distrutto arredi nell'arteria principale di Madrid.

Scene simili si sono viste anche nelle altre città, tra cui Logrono, dove sono stati saccheggiati alcuni negozi. Il presidente della provincia di La Rioja, Concha Andreu, l'ha definito un evento "intollerabile". "Non permetteremo a pochi violenti di distruggere il bene comune", ha condannato su Twitter. Il Consiglio comunale ha dichiarato che "Logrono si sveglia triste e sopraffatta". 

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