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Venerdì, 26 Aprile 2024
Europa Today

Il 70% delle imprese olandesi dovrà restituire i sussidi per il Covid

L'economia è andata meglio del previsto. Lo Stato mira a incassare 4,2 miliardi. Ma sindacati e imprenditori protestano

La nomea di frugale se l'è guadagnata sul campo di battaglia europeo quando si è trattato di negoziari con gli altri Stati membri dell'Ue il Recovery fund. Ma l'Olanda ha dimostrato di essere attenta ai conti anche quando si tratta di questioni casalinghe, a volte con risultati non proprio etici, come successo con lo scandalo degli assegni sociali negati a migliaia di famiglie povere che ne avevano diritto. Adesso, nel mirino dei tutori delle casse pubbliche sono finiti i sussidi per il Covid: circa 50mila imprese che avevano ricevuto un aiuto statale nei primi mesi della pandemia dovranno rimborsare il sussidio, in tutto o in parte. Si tratta di oltre il 70% delle aziende che ne avevano fatto ricorso. Per un totale di 4,2 miliardi da restituire allo Stato.

Il report del ministero

Tutto nasce a seguito di un report del ministero delle Finanze sul programma di aiuti Now lanciato all'indomani dello scoppio della pandemia. Secondo quanto riporta il quotidiano 31mag, alle imprese olandesi era richiesto di stimare la erdita di fatturato a causa dell’emergenza sanitaria e sulla base di questa stima, le compagnie hanno ricevuto un anticipo pari all’80% del contributo richiesto, in modo che potessero continuare a pagare gli stipendi ai propri dipendenti. In totale, il governo ha erogato 12,2 miliardi di euro di cassa integrazione tra marzo e ottobre 2020.

Troppo pessimisti

Gli ispettori del ministero hanno però scandagliato i fatturati delle aziende assistite, scoprendo che in 7 casi su 10 gli imprenditori si erano mostrati eccessivamente pessimisti. I veterinari, per esempio, dovranno rimborsare quasi tutti gli aiuti ricevuti. Ma anche una parte di ristoratori e albergatori avrebbero avuto perdite inferiori a quelle preventivate, e dovranno restituire il "maltolto" allo Stato. Le somme recuperate, fa sapere l'esecutivo, serviranno a coprire il 20% di aiuti da erogare alle imprese che effettivamente hanno subito perdite di fatturato in linea con quanto dichiarato nelle stime. Ma ci saranno anche sussidi per chi aveva peccato di ottimismo, preventivando contraccolpi sugli affari meno ampi di quelli che poi si sono verificati.   

Il caso Booking.com

L'azione del governo nasce sulla scorta delle polemiche suscitate dal caso di Booking.com, la piattaforma online per la prenotazioni di case vacanze, strutture alberghiere e affitti di breve durata: nonostante la pandemia, Booking ha versato a inizio anno bonus ai suoi azionisti pari a 28 milioni di euro. E questo dopo aver incassato 65 milioni di euro di sussidi proprio dal programma Now. Il caso aveva suscitato non poche polemiche nella frugale Olanda, e la società ha deciso di porre fine al danno d'immagine rimborsando l'aiuto ricevuto. 

Il ritorno del coprifuoco

Il "buon esempio" di Booking, però, non può essere messo in relazione con i casi delle aziende più piccole, secondo i sindacati e le stesse associazioni di imprenditori. La richiesta di rimborso da parte del governo, anche se giustificata dai fatturati, è arrivata troppo presto, tanto più se messa in relazione con lo stop al programma Now. La pandemia non è ancora finita, e molte aziende potrebbero ritrivarsi con problemi di liquidità ed essere costrette a ridurre il personale. Una posizione, quella di sindacati e organizzazioni di categoria, rafforzata anche dalla marcia indietro del governo sulle restrizioni anti-Covid: dopo appena un mese dallo stop al coprifuoco che aveva consentito la riapertura dei locali notturni e il ritorno sostenuto dei clienti di bar e ristoranti, il premier Marc Rutte ha duvuto ripristinare una serie di misure per fermare la nuova ondata di contagi. “Abbiamo commesso un errore di calcolo - ha ammesso il leader olandese - Ce ne rammarichiamo e ci scusiamo per questo”. Scuse che non hanno alleviato la rabbia del settore dell'horeca. 

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