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Venerdì, 26 Aprile 2024
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L'Ue frena sull'adesione dell'Ucraina: "Prima riforme su giustizia e corruzione"

Il 3 febbraio il summit a Kiev con i leader dell'Unione: più solidarietà e sostegno al piano di pace di Zelensky. Ma per l'ingresso nel blocco i tempi si allungano

Il più ottimista è stato il premier ucraino Denys Shmyhal, che si è detto convinto che l'adesione dell'Ucraina all'Unione europea potrebbe arrivare entro due anni. Il presidente Volodymyr Zelensky è stato meno precipitoso, limitandosi a dire che si aspetta "buone notizie" sul processo di integrazione in vista del summit Ue-Ucraina del 3 febbraio a Kiev. Ma entrambi potrebbero restare delusi: stando alla bozza di conclusioni del vertice che circolano a Bruxelles in queste ore, non c'è nessun riferimento concreto a un'accelerazione del cammino dell'ex Paese sovietico verso il blocco. 

Nella bozza, si sottolinea apprezzamento per l'impegno profuso da Kiev "verso il conseguimento degli obiettivi alla base del suo status di candidato all'adesione all'Ue" e per "gli sforzi di riforma dell'Ucraina in tempi così difficili". Ma si ribadisce anche che l'Ue "deciderà in merito ai successivi passi una volta che tutte le condizioni specificate nel parere della Commissione saranno pienamente soddisfatte". Formulazioni vaghe, segno delle resistenze di buona parte dei governi europei nei confronti di un rapido ingresso di Kiev. Polonia e Stati baltici insistono sul velocizzare il processo, ma i contrari (dalla Francia alla Germania) hanno gioco facile nel respingere queste pressioni.

L'Ucraina non solo è un Paese ancora in guerra, ma ha anche profonde lacune da colmare sul fronte della democrazia e dello stato di diritto. Quando a giugno la Commissione ha dato a Kiev il via libera allo status di candidato, ha messo in chiaro una serie di condizioni da soddisfare per far avanzare il processo: la riforma della giustizia, la legge "anti oligarchi", la lotta alla corruzione e al riciclaggio, la difesa delle minoranze e il pluralismo dei media. Il recente repulisti di Zelensky nel governo e nell'amministrazione pubblica in seguito ad alcuni scandali di corruzione sono stati un segnali incoraggiante, secondo Bruxelles. Ma la strada è ancora in salita, come sottolineato anche da organismi terzi come la Commissione di Venezia del Consiglio d'Europa. 

Il summit del 3 febbraio, dunque, difficilmente soddisferà le speranze dei leader ucraini di accelerare i passi verso l'Ue. Nella bozza di conclusioni,  Semmai, la visita del presidente del Consiglio degli Stati membri, Charles Michel, della presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen e di diversi membri del suo esecutivo dovrebbe lanciara un messaggio simbolico di vicinanza di Bruxelles a Kiev, a cui verranno aggiunte delle misure di sostegno concrete, tra cui un nuovo pacchetto di aiuti umanitari da 25 milioni di euro e agevolazioni per l'export di prodotti ucraini verso l'Ue. Inoltre, dovrebbe venire allargato il piano europeo di addestramento dei militari ucraini, che passeranno dai 15mila annunciati a novembre a 30mila totali. 

Nelle conclusioni, poi, si sostiene "l'iniziativa dell'Ucraina per una pace giusta". A oggi, si legge, "la Russia non ha mostrato alcuna reale disponibilità nei confronti di una pace equa e sostenibile". L'Ue, esprime invece apprezzamento per il piano di pace in 10 punti proposto da Zelensky: " A questo proposito, sosteniamo l'idea di un vertice sulla formula di pace volto ad avviarne l'attuazione".

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