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Venerdì, 26 Aprile 2024
La svolta / Bulgaria

L'Ue potrebbe finanziare un muro anti migranti

La Commissione si è sempre opposta ma ora Austria, Paesi Bassi e popolari europei chiedono di sostenere la Bulgaria nell'ampliamento e nel controllo di una recinzione al confine con la Turchia

Dalla Polonia all'Ungheria e alla Bulgaria, passando per Lituania, Grecia e Spagna. Sono sempre più gli Stati membri dell'Ue che stanno costruendo barriere e muri per provare a fermare gli ingressi di migranti irregolari in Europa. La Commissione si è sempre espressa in maniera critica verso questa pratica, ritenuta una violazione dei principi fondativi dell'Unione, ma adesso le cose potrebbero cambiare e potrebbe essere Bruxelles stessa a finanziare l'ampliamento del muro tra la Bulgaria e la Turchia e i costi di sorveglianza ad esso collegati.

A chiederlo pubblicamente è stato il cancelliere austriaco Karl Nehammer, ma Vienna non è sola in questa richiesta che oggi sarà discussa nella riunione informale i ministri dell’Interno Ue a Stoccolma. "Le recinzioni hanno una funzione ostruzionistica e hanno un effetto", ha dichiarato domenica Nehammer al quotidiano austriaco Kronen Zeitung. "Possono essere utilizzate per incanalare l'immigrazione clandestina, controllarla più da vicino e quindi prevenire gli attraversamenti illegali. Ma una recinzione ha bisogno anche di sorveglianza, funzionari e attrezzature tecniche", ha aggiunto. Il cancelliere ha visitato il confine lo scorso lunedì e ha chiesto alla Commissione di finanziare il progetto con due miliardi di euro. "La protezione delle frontiere esterne dell'Ue è un compito europeo: i Paesi alle frontiere esterne non devono essere lasciati soli", ha sostenuto.

L'Austria ha posto il veto all'adesione a Schengen di Bulgaria e Romania a dicembre a causa dell'immigrazione irregolare e Nehammer ha sottolineato che il veto Schengen dell'Austria rimarrà in vigore "fino a quando la situazione non cambierà radicalmente". L'Austria sospetta cifre elevate non dichiarate per i migranti irregolari in nazioni come la Bulgaria, sostenendo che più di 100mila persone sono stati arrestate nella Repubblica alpina nel 2022.

Secondo il ministero dell'Interno, il 40% proveniva dalla Turchia attraverso la Bulgaria, principalmente persone provenienti da Afghanistan, Siria, Marocco, Egitto e Somalia. Secondo Nehammer il muro potrebbe cambiare questa situazione e il cancelliere ha sottolineato che la barriera di confine turco-greca sta funzionando. Le recinzioni sono necessarie per "sostenere ai confini Paesi come Bulgaria, Romania, Serbia e Ungheria, che sono tutti colpiti da un'elevata pressione migratoria", ha insistito.

Una richiesta del genere è arrivata a Bruxelles anche dai Paesi Bassi che in un documento informale, visto da Avvenire, hanno scritto che "tutti i tipi di infrastruttura fissa o mobile dovrebbero esser parte di un più ampio pacchetto di misure di gestione delle frontiere".

E ad aggiungere perso alla richiesta è arrivato l'endorsement di Manfred Weber, il leader dei popolari al Parlamento europeo nonché possibile candidato a sostituire il prossimo anno la presidente della Commissione Ursula von der Leyen. "A nessuno piace costruire recinzioni, ma quando è necessario, bisogna farlo", ha detto Weber a Politico, aggiungendo: "La Commissione europea deve rinunciare alla sua resistenza a fornire fondi europei per questo progetto. Se ne discute da molto tempo e ci aspettiamo che Bruxelles si muova su questo punto". 

"Non ci sono soldi nel bilancio dell'Ue per questo. Se dovessimo spendere soldi per muri o recinzioni, non ci sarebbero soldi per altre cose", ha dichiarato il commissario europeo per gli Affari interni, Ylva Johansson, a margine della riunione dei ministri degli Interni a Stoccolma. Già nell'ottobre 2021, dodici Paesi dell'Ue (Austria, Bulgaria, Cipro, Repubblica Ceca, Danimarca, Estonia, Grecia, Ungheria, Lettonia, Lituania, Polonia e Slovacchia) avevano chiesto a Bruxelles di finanziare la costruzione di tali recinzioni.

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