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Venerdì, 26 Aprile 2024
L'intervento

Von der Leyen: "Bollette troppo alte". Ma l'intesa sul price cap sul gas salta ancora

I ministri dell'Energia non trovano l'accordo sul tetto al prezzo del metano, mentre la presidente della Commissione annuncia un nuovo fondo per la transizione. In entrambi i casi, la Germania alza un muro

L'Europa resta divisa sul tetto al prezzo del gas: l'ultima riunione dei ministri Ue dell'Energia si è conclusa con un nulla di fatto. Da un lato, c'è chi, come l'Italia, chiede un tetto per fermare l'avanzata dei prezzi. Dall'altro, c'è soprattutto la Germania, che teme che una misura del genere possa mettere a rischio le forniture, spingendo i big del fossile mondiali a ridurre la produzione o a dirottare i carichi di gnl verso altri clienti. È sul solco di questa diatriba che vanno lette le parole della presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen: dal punto di vista energetico "passeremo quest'inverno al sicuro ma i cittadini stanno affrontando prezzi troppo alti", ha detto intervenendo alla plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo. 

Il fondo di sovranità

Von der Leyen ha anche rilanciato un altro tema caro al fronte dei Paesi di cui fa parte l'Italia, ma inviso ai frugali, da Berlino ad Amsterdam, ossia la crezione di un fondo di sovranità per promuovere la transizione energetica e per sostenere la competitività industriale europea. Questa mattina, i negoziatori di Stati membri e Parlamento europeo hanno raggiunto un'intesa sul RePowerEU, il piano lanciato da Bruxelles per accelerare gli investimenti in campo energetico e ridurre la dipendenza dalla Russia. Ma a parte le risorse provenienti dall'Ets, il sistema di scambio di quote di Co2, il piano prevede l'utilizzo di fondi già stanziati, compreso il Pnrr e la politica di coesione. Ecco perché chi ha problemi di bilancio, vorrebbe una sorta di Recovery fund 2.0, se non con nuovi sussidi, almeno con nuovi prestiti congiunti. 

La presidente della Commissione ha annunciato che una proposta per l'istituzione di un fondo di sovranità verrà presentata il prossimo marzo, nell'ambito della revisione di medio termine del bilancio pluriennale dell'Ue: "Abbiamo bisogno di una transizione verde equa in tutta Europa e per promuovere la tecnologia verde abbiamo bisogno di finanziamenti europei complementari", ha detto. Di questo, se ne discuterà nelle prossime ore anche al tavolo dei leader del blocco: i frugali hanno alzato già un muro, ma la doppia sfida alla Cina da un lato, e al piano anti-inflazione degli Usa (che penalizzerebbe in particolare l'industria automobilistica tedesca) potrebbe spingere Germania e Olanda a più miti consigli.

Aiuti di Stato e materie prime

Von der Leyen ha annunciato a che a gennaio un pacchetto di nuove misure sugli aiuti di Stato: "Dobbiamo rafforzare le nostre basi industriali green tech e dobbiamo assicurarci che gli aiuti agli investimenti e i crediti d'imposta raggiungano i settori interessati più facilmente e più velocemente - ha spiegato - Per questo che a gennaio proporremo un nuovo quadro per accelerare la transizione. Semplificherà le norme sugli aiuti di Stato colmando il divario esistente per indirizzare l'intera catena del valore dei settori verdi strategici, compresa l'occupazione su larga scala e l'accesso alle materie prime".

A proposito di materie prime, il tema è chiaramente la dipendenza dalla Cina, che controlla buona parte della catena di approvvigionamento dei mercati mondiali delle batterie, tanto per citare uno dei dossier più spinosi: "Le materie prime critiche sono controllate da un solo Paese e quel Paese è la Cina - ha detto von der Leyen - Questo produce una situazione di vulnerabilità evidente. Una soluzione possibile (...) sarebbe creare un club delle materie prime con l'obiettivo di avere affidabilità, trasparenza, condizioni eque. Siamo pronti a lavorare su tutto questo", ha concluso. 

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