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Venerdì, 26 Aprile 2024
Guerra Russia-Ucraina

“Ucraina candidata all’adesione all'Ue”: la richiesta del Parlamento europeo

Con l’ok di Commissione e Consiglio, Kiev entrerebbe nel club dei Paesi in attesa di entrare nell’Ue. Una procedura che può durare anche decenni

Il Parlamento europeo ha chiesto alle altre istituzioni Ue di “adoperarsi per concedere all'Ucraina lo status di Paese candidato all'adesione all’Ue”. Una presa di posizione arrivata a stragrande maggioranza a pochi giorni dall’inizio dell’invasione del Paese da parte della Russia di Putin e all'indomani della richiesta formale di ingresso nell'Ue inoltrata dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Ma anche se la Commissione e il Consiglio europeo dovessero dare l’ok alla candidatura di Kiev, la strada verso l’ingresso nell’Ue sarebbe ancora lunga e in salita.

I cinque Paesi attualmente candidati ad entrare nell’Unione europea - Turchia, Macedonia del Nord, Montenegro, Serbia e Albania - aspettano infatti da almeno otto anni di vedere il loro status convertito in un’adesione a pieno titolo. Il caso di Ankara la dice lunga sulla valenza dello status di candidato. La richiesta turca di aderire all’Europa risale al 1987. Solo nel 1999 Bruxelles ha dato il via libera alla candidatura per poi iniziare una lunga trafila di accordi e impegni bilaterali nel cammino verso l’adesione. Le forti tensioni emerse negli ultimi anni tra l’Ue e il Paese governato da Erdogan hanno poi convinto Bruxelles a rimangiarsi le promesse di integrazione nell’Ue, mettendo di fatto la candidatura di Ankara nel congelatore. 

La richiesta del Parlamento europeo di includere l'Ucraina tra i Paesi candidati a entrare nell'Ue è arrivata all’interno di una risoluzione non legislativa approvata dalla stragrande maggioranza degli eurodeputati in occasione di una seduta straordinaria dedicata all’invasione militare intrapresa la scorsa settimana dalla Russia. L’Aula ha condannato con forza le azioni di Mosca chiedendo sanzioni più severe contro la Federazione Russa. Il testo è stato approvato con 637 voti favorevoli, 13 contrari e 26 astensioni.

Pur lodando la rapida adozione di tre pacchetti di misure straordinarie contro la Russia, i deputati hanno chiesto “che la portata delle sanzioni sia ampliata e che esse siano mirate strategicamente a indebolire l'economia e la base industriale russe”. Il Parlamento ha chiesto inoltre che una serie di sanzioni, compresa l'esclusione dal sistema Swift, “siano estese alla Bielorussa in ragione del suo appoggio diretto all'invasione russa dell’Ucraina”.

Il Parlamento ha quindi invitato i Paesi dell'Ue “ad accelerare la fornitura di armi difensive all’Ucraina” in linea con l'articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, “che consente l'autodifesa individuale e collettiva”. L’Aula si è poi detta favorevole “a rafforzare la cooperazione in materia di intelligence con l'Ucraina per quanto riguarda l'aggressione in corso”.

La larga maggioranze degli eurodeputati ha infine invitato i governi dell'Ue e “i Paesi alleati con regimi di residenza tramite investimenti” cioè i cosiddetti visti o passaporti d’oro “a rivedere tutti i beneficiari di tali status di residenza e a revocare quelli attribuiti ai cittadini russi con ingenti patrimoni e alle loro famiglie, in particolare quelli legati a persone e imprese oggetto di sanzioni”.

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