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Martedì, 19 Marzo 2024
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Soros si arrende a Orban: trasferirà la sua università da Budapest a Vienna

Dopo oltre un anno e mezzo di scontri con il governo ungherese l'istituto getta la spugna: “Siamo costretti a lasciare”

La battaglia tra Viktor Orban e George Soros si avvia a una conclusione. Dopo oltre un anno e mezzo di scontri con il governo L'Università dell'Europa centrale (Ceu), l'istituto finanziato dal milionario statunitense di origini ungheresi lascia Budapest per trasferirsi in Ausitra, a Vienna. "La CEU è stata espulsa. Un'istituzione americana è stata cacciata da un paese che è alleato della Nato. Un'istituzione europea è stata estromessa da un paese membro dell'Ue", ha detto Michael Ignatieff, presidente della CEU, in una dichiarazione pubblicata sul sito dell'ateneo. L'università, accreditata negli Usa e in Ungheria, accoglie 1.200 studenti tra master e PhD in materie umanistiche, scienze sociali, giurisprudenza, finanza. L'università ha affermato che le lezioni di tutti i programmi accreditati negli Stati Uniti cominceranno in un nuovo sito a Vienna a partire da settembre 2019. Tuttavia, la Ceu manterrà il suo campus di Budapest e gli studenti che si sono iscritti lì saranno in grado di completare i loro studi.

Studenti da oltre 100 Paesi

La Ceu attira studenti da oltre 100 Paesi, offre principalmente programmi di master accreditati dagli Stati Uniti ed è stata a lungo osteggiata dal nazionalista Orban che ha ripetutamente accusato Soros di implementare un'agenda con l'obiettivo di favorire il massiccio ingresso di migranti in Europa. Fondata dalla fondazione di Soros nel 1991 e con una succursale nello stato americano di New York, la Ceu denuncia da tempo di essere stata il bersaglio di una legge approvata nell'aprile del 2017 che poneva requisiti severi per le università straniere affermando che era stata scritta appositamente contro di lei.

Le critiche del Parlamento Ue

L'adozione del disegno di legge, considerato dai critici un duro colpo contro la libertà accademica, ha indotto il Parlamento europeo a chiedere di lanciare un'azione legale senza precedenti ex "articolo 7" contro Budapest a settembre, per sospendere il suo diritto di voto in seno al Consiglio Ue. La Ceu afferma di aver rispettato la legge aprendo una struttura nello Stato di New York che gli organismi di regolamentazione statunitensi hanno confermato come attività educative di accoglienza. Ma un portavoce del governo ha definito il sito americano "un campus Potemkin" che non riesce a soddisfare le nuove regole e si è rifiutato di firmare un accordo con le autorità statunitensi che avrebbe permesso a Ceu di continuare a operare.

Il rettore: "Un'ingiustizia"

"Negli ultimi 20 mesi la Ceu ha compiuto tutti i passi necessari per adeguarsi alle leggi ungheresi ma il governo ha chiarito che non ha intenzione" di garantire le operazioni a lungo termine dell'università a Budapest ha dichiarato il rettore Ignatieff, secondo cui “il governo ha compiuto un'ingiustizia nei confronti dei propri cittadini, centinaia di ungheresi che lavorano e studiano alla Ceu, migliaia di studenti ungheresi e le loro famiglie".

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