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Venerdì, 26 Aprile 2024
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Il Regno Unito: "A noi più vaccini che all'Ue? Perché abbiamo contratti migliori"

Il Segretario di Stato alla Salute Hancock ha sostenuto che l'accordo di Londra con AstraZeneca in termini di diritto ha la meglio su quello sottoscritto da Bruxelles

Se il Regno Unito ha ricevuto da AstraZeneca più vaccini dell'Unione europea è perché Londra ha stipulato contratti miglior di quelli stipulati da Bruxelles e non certo per protezionismo. È quanto ha sottolineato il Segretario di Stato alla Salute britannico, Matt Hancock in un'intervista al Financial Times. "Loro hanno un contratto sul 'massimo sforzo' mentre noi abbiamo un accordo di esclusiva. Il nostro contratto ha la meglio sul loro. Si chiama diritto dei contratti: è molto semplice", ha affermato aggiungendo di credere che "le nazioni del libero scambio seguiranno la strada del diritto dei contratti".

La differenza nei contratti

In pratica il contratto britannico, che è basato sul diritto inglese, è molto più specifico e giudica il rispetto degli accordi in base alle merci consegnate secondo quanto esattamente specificato nel contratto. Come spiegato tempo fa a Politico da Sébastien De Rey, specialista in diritto dei contratti presso l'Università belga di Lovanio, il contratto dell'Ue è scritto in base alla legge belga, che si concentra sul fatto che entrambe le parti sono tenute a fare del loro meglio per consegnare la merce agendo in buona fede. Ma è proprio qui il punto, un'azienda può sostenere di aver fatto del proprio meglio per consegnare le dosi promesse e di non esserci riuscita, evitando così ricorsi per violazione dei patti, mentre il governo di Boris Johnson non vuole che AstraZeneca, Pfizer o altre compagnie facciano del proprio meglio, vuole che rispettino quanto sottoscritto. Punto. Per il professore il contratto scritto dal Regno Unito è evidentemente stato messo a punto da persone con una significativa esperienza di accordi di acquisto, in particolare accordi di acquisto di medicinali, mentre quello della Commissione ha mostrato una maggiore debolezza.

I ritardi di AstraZeneca

L'affermazione di Hancock arriva proprio mentre i leader dell'Ue sono riuniti per discutere l'eventualità di un blocco delle esportazioni, per assicurarsi le dosi promesse e che al momento in gran parte non sono arrivate, e il giorno dopo la scoperta della presenza di 29 milioni di dosi di Oxford in uno stabilimenti italiano. AstraZeneca ha consegnato ai 27 Stati membri appena 17 milioni di dosi: a fine marzo, stando al primo accordo, dovevano essere 120 milioni entro il primo trimestre. L’ultima comunicazione della casa farmaceutica attestava le consegne in arrivo a 30 milioni.

Juncker: "No alla guerra dei vaccini"

Ma il blocco europeo delle esportazioni potrebbe scatenare una guerra dei vaccini, una eventualità criticata anche dall'ex presidente della Commissione, Jean-Claude Juncker. "Non sono un fan di questa idea. Ciò potrebbe creare gravi danni alla reputazione dell'Ue, che era il campione mondiale del libero scambio ", ha detto il lussemburghese alla Bbc. "Non credo che questo sia il modo giusto di agire. Dobbiamo evitare una guerra dei vaccini. Nessuno capisce perché stiamo assistendo a una così stupida guerra di vaccini. Questa situazione non può essere affrontata in un'atmosfera di guerra”. Per Juncker questa situazione è “incomprensibile” soprattutto visto che il Regno Unito era uno Stato membro, “Non siamo in guerra e non siamo nemici, siamo alleati. Abbiamo relazioni speciali con la Gran Bretagna: c'è spazio per il dialogo", ha detto l'ex presidente che ha ribadito che quello che chiede Bruxelles “è reciprocità”, ma questa reciprocità “non si può raggiungere in un'atmosfera di guerra”.

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