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Venerdì, 26 Aprile 2024
Il conflitto / Ucraina

"Putin sta facendo progressi, pronto al piano B"

Le parole di Alperovitch, l'esperto di sicurezza che già un anno fa aveva previsto la guerra della Russia in Ucraina

Diffidate dalla immagini social dei contadini ucraini che rubano tank russi, dei giovani soldati dell'esercito del Cremlino impauriti, delle anziane che abbattono droni sovietici dai loro balconi. Non perché queste immagini non siano vere, ma rappresentano solo una piccola parte della realtà. Che purtroppo è molto più drammatica, soprattutto per Kiev. "I russi stanno facendo progressi", e il presidente Vladimir Putin è pronto al piano B (o C), ossia all'assalto finale per dividere l'Ucraina in due. Ne è convinto Dmitri Alperovitch, capo del think tank Silverado Policy Accelerator e consulente per i ministeri statunitensi, oltre che tra i maggiori esperti di cybersicurezza. In pochi si aspettavano uno scenario come quello che stiamo osservando, ma non lui, nato in Russia ed emigrato negli Stati Uniti, che già lo scorso anno aveva delineato quasi alla perfezione i piani di Mosca, poi trasformati in azioni sul campo. 

In una intervista al quotidiano Die Welt, Alperovitch non condivide l'opinione di diversi osservatori, tra cui i servizi di intelligence del Regno Unito, secondo cui l'esercito russo sarebbe in una fase di stallo. L'esercito russo, "ha coperto una distanza maggiore in queste prime settimane di guerra rispetto all'esercito americano durante la guerra in Iraq del 2003", fa notare. E nonostante le perdite subite, "resta di gran lunga più numeroso dell'esercito ucraino". Un fattore spesso dimenticato.

Per Alperovitch, l'osservazione degli occidentali sul conflitto in Ucraina rischia di venire falsata dalle immagini provenienti dai social, che sono per lo più frutto dei media occidentali e delle autorità o dei cittadini ucraini. Immagini sicuramente utili a tenere alto il morale della resistenza, ma quello che manca per avere un quadro chiaro sono i video che la Russia nasconde per ragioni interne e per non dare materiale utile a condannare Putin e gli altri leader russi per crimini di guerra. 

Pertanto, "l'opinione pubblica in Europa ha l'impressione che la Russia potrebbe presto cedere e forse accettare un compromesso nei negoziati con il governo ucraino - scrive Die Welt - Tuttavia, una tale valutazione della situazione è prematura. E molti elementi suggeriscono semmai che Mosca si stia muovendo verso il suo Piano B". Si pensi a Kharkiv, una città di oltre un milione di persone, dove i quartieri sono sempre più bombardati colpendo i civili. Gli attacchi vengono estesi alle infrastrutture. Le vittime stanno aumentando e la sofferenza della popolazione è inimmaginabile. "È barbaro e terribile", dice Alperovitch. Ricorda Aleppo in Siria e Grozny in Cecenia. Putin "sta diventando ancora più crudele", sottolinea.

Per Alperovitch, il leader russo potrà pure non vincere la guerra, ossia ottenere la resa di Kiev e il controllo sull'intero Paese. Ma militarmente può sconfiggere l'Ucraina e dividere il Paese. Anche un rapporto di un altro think tank statunitense, la Foundation for Defense of Democracies indica che presto, dopo la cattura di Kiev e una possibile avanzata dell'esercito russo da Sud, l'Ucraina potrebbe essere effettivamente divisa in due. 

È il piano B di Putin, l'unica strada che gli permetterebbe di compensare le pesanti perdite economiche sta subendo con le sanzioni occidentali. Paradossalmente, proprio perché ha già pagato un prezzo elevato, il leader del Cremlino "deve continuare" l'assalto, dice Alperovitch. Secondo l'esperto russo-americano, l'apparato militare russo concentrerà tutti i suoi sforzi per questo obiettivo: umiliare la leadership ucraina mettendo le mani non solo su Donbass e Crimea, ma anche su altre aree strategiche del Paese. 

Uno sforzo enorme, che proprio per questo rende "molto improbabile", a detta di Alperovitch, lo scenario di una guerra allargata anche al di là dell'Ucraina: Putin non può permettersi uno scontro militare con la Nato. Almeno che non sia costretto a farlo per disperazione, ossia perché la Nato stessa decida di "interferire" nella guerra con il dispiegamento di caccia e l'istituzione di una no-fly zone, per esempio. Due mosse che l'Alleanza atlantica ha finora bloccato, nonostante le pressioni di Kiev e di alcuni Paesi Ue, come la Polonia. 

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